
- Prima premessa: come raggiungere oggi la certezza sul fatto di Cristo
2° Cap. PRIMA PREMESSA: COME RAGGIUNGERE OGGI LA CERTEZZA SUL FATTO DI CRISTO (13)
«Con quale metodo ho la possibilità di essere ragionevole nell’aderire alla proposta cristiana?».
Tre sono gli atteggiamenti culturali da cui emergono risposte diverse.
1 – Un fatto del passato (14)
Il primo atteggiamento dei tre preannunciati può essere riassunto così: «Gesù Cristo è un fatto del passato, così come lo sono stati Napoleone e Giulio Cesare».
Chiamiamo questo primo atteggiamento razionalistico.
Il razionalismo è l’abolizione della categoria della possibilità: se infatti è possibile solo quanto è misurabile, viene negata la vera categoria del possibile.
L’atteggiamento razionalista riduce il contenuto del messaggio cristiano prima di averlo preso in considerazione.
L’annuncio cristiano è che Dio si è reso presenza umana, carnale, dentro la storia.
Affrontare tale annuncio con quello che abbiamo chiamato atteggiamento razionalistico equivarrebbe a svuotare di contenuto il messaggio cristiano; equivarrebbe a dire: per verificare se veramente Gesù Cristo è Dio presente, il metodo è ributtarlo in una lontananza così come era il divino prima che si facesse uomo, ributtarlo in una assenza dal presente.
Cadono i termini del problema.
Se dunque l’annuncio cristiano dice:
«Dio si è reso presenza», l’atteggiamento razionalistico lavora sull’ipotesi dell’assenza.
2 – Una illuminazione interiore (21)
Affrontiamo ora il secondo atteggiamento: si tratta della posizione protestante, che è profondamente religiosa e come tale percepisce con chiarezza la distanza sterminata che c’è fra l’uomo e Dio: Dio, il diverso, l’altro, il Mistero.
Per questo l’uomo religioso vive intensamente la categoria della possibilità.
(Per il protestantesimo) Dio si è reso presente solo in un punto, Cristo.
Ma, allora, come oggi l’uomo potrà raggiungere la certezza di questa presenza, la verità di tale esperienza?
L’uomo vi è impotente, trattandosi fatalmente di un mistero.
E’ lo Spirito stesso di Dio che illumina il cuore e, per ispirazione, fa “sentire” la verità della persona Gesù.
Si tratta di un riconoscimento attraverso una esperienza interiore.
È questo il fulcro dell’atteggiamento protestante.
Del resto, questo atteggiamento culturale è quanto di più facile e apparentemente più comprensibile anche per i cattolici.
Di fronte a ciò che non si «sente» si è freddi e perplessi, di fronte a ciò che si «sente» si è sicuri e fiduciosi.
Se si assume questo criterio, ognuno è giudice di sé stesso, ognuno è profeta di sé stesso.
Esiste una pericolosa identità tra i due atteggiamenti (razionalismo e protestantesimo):
il denominatore comune è un ultimo soggettivismo.
L’annuncio cristiano è un FATTO INTEGRALMENTE UMANO secondo tutti i fattori della realtà umana, che sono interiori ed esteriori, soggettivi ed oggettivi.
L’atteggiamento protestante annulla questa integralità, riduce l’esperienza cristiana a esperienza meramente interiore.
E’ un apriorismo a cui non ha diritto.
3 – Lo sguardo ortodosso cattolico (24)
Il terzo atteggiamento […] l’ho chiamato ortodosso-cattolico perché sia l’ortodossia sia il cattolicesimo vivono la medesima convinzione.
È un atteggiamento che realizza tutta la tradizione.
L’avvenimento cristiano [ … ] si è presentato come la notizia, l’annuncio di Dio, del Mistero che si è fatto «carne», presenza integralmente umana.
Un presenza integralmente umana perciò implica il metodo dell’incontro.
L’imbattersi con una realtà esterna a sé, è presenza oggettiva eminentemente incontrabile, che percuote il cuore, ma che si trova «fuori» di sé:
il termine «incontro» ha un aspetto esteriore decisivo come quello interiore.
Perfino quando Gesù era nel vivo della sua attività terrena, il suo avvenimento assumeva una forma che non si identificava solo con la fisionomia fisica della sua persona, ma anche con la fisionomia della presenza di coloro che credevano in Lui, sì da essere inviati da Lui a portare le sue parole, a ripetere i gesti portentosi,
a recare cioè la salvezza ch’era la Sua persona.
INCONTRO in:
L’atteggiamento ortodosso-cattolico indica questo come il metodo per raggiungere Gesù Cristo.
Perché la presenza di Cristo nella storia, proprio come fisionomia, perdura visibilmente come forma incontrabile nella unità dei credenti.
Storicamente parlando questa realtà si chiama «Chiesa», sociologicamente parlando «popolo di Dio», ontologicamente parlando, cioè nel senso profondo del termine, «Corpo misterioso di Cristo».
L’energia con cui Cristo è destinato a possedere tutta la storia e tutto il mondo […]
afferra il credente in modo tale da assimilarlo come parte del mistero della Sua stessa persona.
La verità diventata carne, un Dio fatto presenza che anche dopo settanta, cento, duemila anni, ti raggiunge attraverso una realtà che si vede, si tocca, si sente.
E questa è la compagnia dei credenti in Lui.
È incontrando l’unità dei credenti che ci si imbatte letteralmente in Cristo;
incontrando la Chiesa, secondo l‘emergenza fissata dallo Spirito.
E per incontrare la Chiesa io devo incontrare degli uomini, in un ambiente.
Non esiste la possibilità di incontrare la Chiesa universale nella sua interezza, è una immagine astratta:
s’incontra la Chiesa nella sua emergenza locale e ambientale.
L’atteggiamento ortodosso-cattolico concepisce l’annuncio cristiano come invito a una esperienza presente integralmente umana, un incontro oggettivo con la realtà umana oggettiva, profondamente significativa per l’interiorità dell’uomo, provocativa a un senso e a un cambiamento della vita, perciò invadente il soggetto, provocativa a un senso e a un cambiamento secondo coerenza con l’esempio originale.
Anche duemila anni fa l’avvenimento cristiano era l’imbattersi in una realtà oggettiva.
4 – Uno sguardo valorizzatore (30)
A) Atteggiamento ortodosso cattolico: non elimina e non censura l’indagine storica, ma colloca la persona nella possibilità di utilizzare tale indagine in modo più adeguato.
Le fonti storiche sono parole che documentano un tipo di esperienza del passato.
Occorre possedere «oggi» lo spirito e la coscienza propri di quella esperienza che duemila anni fa ha dettato i Vangeli.
Solo in questo modo si potrà captare il vero messaggio di questi testi.
Ma come si arriva a possedere l’esperienza che detta le parole?
Per arrivare a questo occorre un incontro, un presente, occorre incontrare quell’esperienza oggi.
L’obbiettività della conoscenza storica, che è il valore che voleva essere affermato nell’atteggiamento razionalista, è salvata se io partecipo all’esperienza che ha dettato quei documenti storici.
E c’è una solo possibilità: che quella esperienza sia presente, abbia un luogo presente.
Questa è la Chiesa, questa è l’unità dei credenti.
[…] l’unica ipotesi per una indagine veramente adeguata è la partecipazione attuale alla presenza di quello stesso fatto divino.
B) Atteggiamento protestante: Il valore da sottolineare è che l’assoluto si può palesare direttamente alla sua creatura: è l’esperienza mistica.
Ora, è più potente l’impeto di ammirazione, di contemplazione che l’uomo ha verso la donna che ama quando se la immagina o quando l’ha davanti a sé?
E’ mille volte più potente il senso mistico di contemplazione, chiamiamolo così, in presenza dell’oggetto d’amore piuttosto che quando esso sia affidato al proprio sentimento in lontananza.
Se il divino è un incontro esistenziale, un’esperienza integralmente umana nella sua fattispecie, la CONVIVENZA con esso potenzia una evidenza risolutiva e una convinzione razionale.
CONVIVENZA in:
L’atteggiamento protestante sente genialmente la novità del cristianesimo come ispirazione.
Ma ciò che da tale atteggiamento difficilmente può nascere è quella familiarità più intima, più concreta e rispettosa, come quella dei figli con la madre, e nello stesso tempo quella razionalità ben fondata, che derivano entrambe da una appartenenza sperimentata e vissuta.
Nell’idea ebraica di “corpo” […] il figlio è corpo del padre e della madre e l’opera di un artista fa corpo con lui e la sua personalità.
Analogamente Cristo investe così profondamente l’uomo che egli è parte di Lui, fa corpo con Lui.
