Riassunto di “Perché la Chiesa”



E.Hopper – faro – 1929 (ingrandisci)

2° Cap. UNA MISSIONE DELLA CHIESA VERSO L’UOMO TERRENO (195)


  1. L’ultima parola sull’uomo e sulla storia
  2. Una sollecitazione continua
  3. La posizione ottimale per affrontare i problemi umani
  4. I problemi dell’uomo
  5. La Chiesa non ha come compito la soluzione dei problemi umani
  6. Le facilitazioni della libertà rettamente impostata
  7. Il lavoro di ogni uomo
  8. La religiosità non sarà mai integralmente vissuta nella storia
  9. La tensione morale del cristiano

La funzionalità della Chiesa sulla scena del mondo è già implicita nella sua consapevolezza di essere prolungamento di Cristo: è cioè la stessa funzionalità di Gesù.

La funzione di Gesù nella storia è l’educazione al senso religioso dell’uomo e dell’umanità (proprio per poter “salvare” l’uomo), dove per  religiosità, o senso religioso, intendiamo – come già si è detto –  la posizione esatta come coscienza e tentativamente come atteggiamento pratico dell’uomo di fronte al suo destino.


DESTINO in:


1 – L’ultima parola sull’uomo e la storia (196)

Quella parola definitiva può essere ricondotta a due espressioni: «persona», o anima, per usare un termine evangelico, e «regno di Dio».

La prima espressione sottolinea lirriducibilità dell’«io» a qualunque schema o categoria: la persona è sorgente di valori, e non è soggetta ad alcuna dipendenza se non quella originale, costituita da Dio.

E l’espressione «Regno di Dio» coincide con l’affermazione di un significato cui tutto tende.

La Chiesa, come prolungamento di Cristo,pretende di dare all’uomo questa parola: la persona, l’uomo immortale, intangibile, irriducibile, di cui nessuno può disporre a suo talento; in funzione del regno di Dio, l’ordine segreto delle cose, che il tempo può contribuire a oscurare, ma che il tempo conduce verso la sua chiarezza definitiva.


SIGNIFICATO in:


2 – Una sollecitazione continua (197)

(La Chiesa ha) una sollecita preoccupazione pedagogica perché l’uomo abbia ad avere coscienza di quel che Dio è, una preoccupazione che si esprime in richiami continui per condurre l’uomo  a vivere questa coscienza di dipendenza totale dal Mistero che ci parla.

Perché questa è la legge della vita:

La dipendenza dal Padre che in ogni istante formula la nostra vita, sorgente continua del nostro esistere.

La indipendenza dell’uomo è tracciata dal vivere la dipendenza da Dio.

La paradossalità di questo non toglie la verità:

è la dipendenza da Dio che rende me a me stesso, è la dipendenza da un Altro che mi rende libero fa tutti gli altri.

È la stessa preoccupazione educativa che abbiamo visto in Gesù.

La Chiesa eredita dunque le preoccupazioni amorevoli di Dio stesso e conquista così il titolo di madre.

E come una madre aiuta nel concreto i suoi piccoli, il richiamo della Chiesa non è teorico, ma come qualcosa che fa balenare la salvezza a un naufrago, l’appoggio essenziale a che ha le gambe malferme.

È necessaria l’inesausta sollecitazione della Chiesa che ci difende così da quell’isolamento per cui si può essere tanto facilmente strumentalizzati.

Solo la religiosità vera, infatti, è limite a qualunque tipo di invadenza e strumentalizzazione, perfino quella ecclesiastica.

«La Chiesa pone sempre di nuovo l’uomo davanti a quel fatto, che lo porta al retto atteggiamento: davanti all’Assoluto…»

R.Guardini – il senso della chiesa

(Così facendo) lo pone davanti all’infinito ed egli (l’uomo)

«…si fa intimamente consapevole di essere finito in tutto il suo essere, ma che solo l’infinito lo appaga».

R. Guardini – Il senso della Chiesa

DIPENDENZA ORIGINALE in:


3 – La posizione ottimale per affrontare i problemi umani (201)

La Chiesa indica la posizione ottimale per affrontare i problemi umani.

Se è vissuta la coscienza della dipendenza originale, che è la verità prima e suprema, tutti i problemi si situeranno in una condizione più facilitante la soluzione.

Non sono risolti, ma in condizione favorevole perché lo siano..

Il giusto atteggiamento potrebbe anche voler dire un distacco dal proprio punto di vista, o da quel segmento di vita che si vorrebbe afferrare come fosse tutto, ma se tale distacco si realizza, esso genera una nuova vera ricchezza, un nuovo vero possesso delle cose e degli affetti.

È un richiamo al fatto di un rapporto che costituisce originariamente la capacità fondamentale della nostra persona e dell’intera storia dell’umanità.

E il rispetto, l’adesione, la serietà e l’amore con cui si traccia questo rapporto costituiscono anche la stabilità e il fondamento di ogni tentativo di costruzione dell’uomo, di ogni tentativo di soluzione dei suoi problemi.


DISTACCO in:


4 . I problemi dell’uomo (203)

Categorie fondamentali.

  • La categoria della cultura  convoca nel suo orizzonte tutti i problemi connessi alla ricerca della verità e del senso della realtà. Tale categoria svela come l’uomo si concepisca davanti al proprio destino, poiché in base alla posizione che uno ha di fronte al proprio destino che mobilita e utilizza gli elementi della propria esistenza.
  • Alla categoria dell’amore si possono ricondurre i problemi che l’uomo sperimenta relativi alla propria continua ricerca di completezza.
  • la categoria del lavoro. L’esigenza dell’uomo di esprimere la propria personalità, con le sue aspettative di incidere sulla realtà del tempo  e di spazio che ha da vivere.
  • la categoria della politica. Il problema della convivenza umana.

Se la Chiesa conclamasse come suo scopo quello di battere in breccia lo sforzo umano di promozione, (sarebbe) come quei genitori che si illudono di risolvere i problemi dei figli sostituendosi a loro.

Sarebbe anche per la Chiesa un’illusione, poiché verrebbe così meno il suo compito educativo.

Vale per la Chiesa ciò che ho avuto modo di riferire al singolo educatore nel Rischio Educativo ( Raccolta Temi di «Il Rischio Educativo»).


5 – La Chiesa non ha come compito la soluzione dei problemi umani (204)

La Chiesa non ha come compito diretto il fornire all’uomo la soluzione dei problemi che egli incontra durante il cammino.

La funzione che la Chiesa dichiara sua nella storia è l’educazione al senso religioso dell’umanità e abbiamo visto anche come ciò implichi il richiamo ad un giusto atteggiamento dell’uomo di fronte al reale e ai suoi interrogativi.

La gamma dei problemi umani non potrebbe essere sottratta alla libertà e alla creatività dell’uomo […] perché in questo modo essa verrebbe meno al suo primigenio atteggiamento educativo e toglierebbe valore a quel tempo che l’uomo coinvolto dall’iniziativa «storica» di Dio deve essere chiamato anzi a considerare profondamente «sacro».


6 – Le facilitazioni della libertà rettamente impostata (207)

Non è comunque uguale a zero la funzione di Cristo e della Chiesa nei riguardi dei problemi degli uomini.

Comprensività di tutti gli aspetti, equilibrio nella soluzione, stabilità nella soluzione avvenuta, fecondità dopo.

Queste possono essere alcune connotazioni dell’umanità che tutte le soluzioni dei nostri problemi devono cercare.

Nella  misura in cui questa umanità è dimenticata in qualcuno dei suoi aspetti, qualcosa della costruzione potrebbe crollare, minacciando di seppellire sotto le sue macerie l’uomo stesso.

Da ultimo va riaffermato che proprio la libertà è il sintomo essenziale dell’umanità della soluzione: la libertà nel suo senso pregnante, potente e completo, quella cui Cristo e la Chiesa richiamano, quella dell’uomo vigile, con l’occhio attento e l’animo spalancato di fronte alla sua origine e al suo destino [link a "Il senso religioso"], quella libertà per cui l’intelligenza non può essere fermata da nulla, per cui la volontà non è frenata da nessun termine di amore equivoco, per cui la sensibilità accompagna l’una e l’altra con il vigore di una pazienza inesauribile.

Dunque si può ben dire che la Chiesa conduce l’uomo alla soluzione dei suoi problemi, in quanto l’uomo riesce in modo più duraturo, completo, realistico nella misura in cui ha un atteggiamento, almeno implicitamente, autenticamente religioso, quello che Gesù è venuto ad indicarci.


LIBERTA’ in:


7 – Il lavoro di ogni uomo (208)

La soluzione dei singoli problemi deve essere cercata dall’uomo.

Tale compito è affidato alla sua libertà dentro la libertà del disegno di Dio che si attua nella storia

Libertà e storia: l’uomo è all’interno di una possibilità di soluzione, perché Dio non ci ha immesso nel flusso del tempo senza ragione.

Se un cristiano crede di vivere la condizione religiosa richiamata dalla Chiesa senza impegnarsi nell’applicarla a se stesso per la soluzione dei suoi problemi, ribalta fuori del tempo il fatto cristiano, perché ciò che evita i problemi è fuori dal tempo, visto che il destino si gioca nel tempo e nello spazio e tutto nel tempo e nello spazio si rende problema.

In una storia in cui Dio si è incarnato, come prova del suo amore per gli uomini,

l’essere impegnati nei problemi che il tempo ci pone è la prima forma di carità


8 – La religiosità non sarà mai integralmente vissuta nella storia (209)

Nella storia l’uomo spesso non accetterà di vivere quell’atteggiamento religioso e, anche quando lo accettasse, non sempre riuscirà a mantenersi in tale atteggiamento.

La religiosità, quindi, non sarà vissuta adeguatamente nel tempo.

[…] segno della inadeguatezza della libertà umana al destino, sproporzione immanente che seguirà fino all’ultimo la storia dell’uomo.

È la dottrina misteriosa, ma nello stesso tempo sperimentabile, del “peccato originale”.

Quanto più l’evoluzione dell’umanità progredisce tanto più mostra l’ambivalenza, la capacità di bene e la capacità di male, il valore e il disvalore.

La religiosità rende saggi di fronte alla enigmatica figura del male che attende gli uomini alla fine della strada, o alla fine di ogni tratto di strada: senza eliminarla, perché il limite che alla nostra libertà sopraggiunge al di là del suo essere creatura […] non sosterrà a lungo la rettitudine dell’atteggiamento religioso, al punto che la sollecita previdenza della Chiesa insiste che il cristiano la mendichi continuamente da Dio.


PECCATO ORIGINALE in:


9 – La tensione morale del cristiano (211)

La concezione della vita umana che la Chiesa propone è quella di una tensione, come una vigilanza simile a quella di una sentinella che sugli spalti bada al minimo rumore, o, secondo l’immagine del pellegrino, come cammino verso una meta.

Ma la ricerca di una completezza sempre maggiore, la ricerca del meglio , quanto si può, questo caratterizza in ogni istante la grandezza del cristiano, caratterizza in ogni istante l’invito che ci fa la Chiesa, e con ciò la misura del nostro essere cristiani.

È quindi un impegno senza limiti e senza tregua.

In questa tensione è racchiusa la concezione morale che la Chiesa addita all’uomo.

E non c’è nulla di più contrario a questo che la figura di chi si acquieta in una soddisfazione di sé o spera in una possibile felicità contingente.

La tensione ad affermare il reale secondo lo sguardo di Cristo è il fondamento della pace.

Non ci può essere durata di questa pace se non ci si appoggia alla consistenza ultima della realtà, cioè al Mistero che fa le cose, a Dio, al Padre.

Senza questo contesto ultimo la pace è fragilissima e si deteriora in ansia.

L’ansia è una menzogna (o anche una spia) che continuamente risorge e s’annida a impedire l’adesione a ciò che nella nostra coscienza è  emerso come vero.

La pace è una guerra ma con sé stessi.


TENSIONE in:


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