Riassunto per appunti della “Vita di don Giussani”


Seconda parte 1964-1986


Capitolo 13

Quando si dimentica Cristo, il cristianesimo diventa zero

Dal viaggio in America all’inizio della crisi (1965-1967) (349)

349

Giuss. a Varigotti:

«Se noi non siamo marxisti, non siamo materialisti, è proprio perché quel modo di speranza che tentano di ingenerare, quella promessa di rinnovazione che esso tenta di darci, di farci accettare, noi sentiamo che non è piena, che non è completa, che al fondo c’è dentro un equivoco, al fondo c’è dentro una menzogna, che è un barare».

351

Giuss.

«Come si chiama quel fenomeno che porta a galla le doti, le capacità naturali? Si chiama inclinazione.

La natura ci introduce agli ideali attraverso un gusto o una inclinazione, o al piacere, o al bisogno».

351

Giuss.:

Perciò non esiste nulla di più amico, di più facilmente amico nostro, della circostanza inevitabile».

351

Giuss:

«Il fenomeno dell’attrattiva indica l’ambito di tutto quel moto, di tutto quel dinamismo per cui le cose si riferiscono l’una l’altra creando un ordine, facendo un cosmo» 

e che questo accade a tutti i livelli,

«a  livello fisico, a livello biologico, a livello psichico, a livello spirituale».

L’attrattiva poi è definita da un duplice elemento:

«Un fattore di pura consapevolezza che registra l’attrattiva, e una energia che fa aderire a questa attrattiva.

Una realtà non è compiuta, se non in quanto avviene anche la reazione che l’attrattiva è chiamata a sollecitare».

352

Giuss. Lo stato della verginità è lo stato proprio

«non di chi non si sposa, ma di chi totalmente si dedica al valore come tale»,

cioè di chi abbraccia

«una vita che abbia come compito particolare suo esauriente quello di far scoprire, di destare e di aiutare a vivere i valori ideali a chiunque».

353

Giuss. cita la Pacem in Terris: 

«La frattura nei credenti fra credenza religiosa e operare a contenuto temporale, è il risultato, in gran parte se non del tutto, di un difetto di solida formazione cristiana.

È perciò indispensabile che l’educazione sia integrale e ininterrotta».

366

Giuss. scrive a Mangini durante il viaggio in America:

«Questo è il viaggio lungo che dobbiamo compiere insieme, questa è l’avventura reale: la scoperta di quella Presenza nelle nostre carni e nelle nostre ossa, l’immergersi del nostro essere in quella Presenza, cioè la santità, che è la vera impresa sociale.

Per questo, Paolo, occorre seguire con coraggio e con fedeltà quei sintomi dati dal complesso delle situazioni in cui ci siamo venuti a trovare: non abbiamo bisogno d’altro».

368

Giuss. scrive a padre Emmanuel:

«A volte è proprio faticoso credere al bene che da ogni cosa vien fuori, almeno quando si è in momenti di morte come io ora».

373

Charles Peguy:

«Una fedeltà intera in una intera libertà».

381

Giuss.: Il cristianesimo non è innanzitutto

«una teologia o una legge morale: quello non è il cristianesimo.

Il cristianesimo è una rivoluzione: un cambiamento della vita».

Infatti commentando il racconto evangelico su Nicodemo e sulla necessità di nascere di nuovo afferma:

«Per questa nuova vita non bisogna essere cambiati: è questa nuova vita che cambia»

383

Giuss.:

«Ciò che ci unisce non è la decisione di fare insieme, ma il fatto che siamo insieme».

383

Giuss.: La conversione non è un fenomeno intellettuale ma è

«l’improvviso emergere di un fatto che coincide con cambiare atteggiamento di una persona.

È un avvenimento senza contesto che ha come protagonista solo l’uomo nel suo incontro con Dio».

384

Giuss:

«Quando si dimentica che Cristo è la chiave di tutto, il cristianesimo diventa zero ……

la mentalità mondana si inserisce in noi per la paura nostra di essere minoranza, di non essere considerati al passo».

384

Giuss.:

«La vera tentazione è il terrore di essere esclusi, in qualche modo, dalla stima sociale, dalla convivenza sociale, è assicurarsi il diritto di poter vivere come gli altri, con gli altri, è fuggire dalla paura di essere ostracizzati dalla società».

385

Giuss.: dopo aver parlato della figura di Giuda, osserva che la radice del tradimento è

«fidarsi di sé e credere che la comunione sia frutto delle nostre mani. Non è la comunione l’omega della nostra azione, se l’azione che la costruisce non nasce da un’alfa, da un primum, da un prima.

C’è qualcosa prima».

385

Giuss.:

«Il cristianesimo è una rivoluzione anzitutto di concezione: il punto di partenza è la parola di Cristo nel bisogno umano».

Eppure

«Tutti noi siamo pieni di una concezione di fondo borghese e parliamo di rivoluzione delle strutture, invece di comprendere che il cambiamento deve avvenire a un livello ben più profondo».

386

Gius.:

«Per noi non è necessario eliminare le strutture. Nella misura in cui non è possibile cambiarle, agiamo in esse».


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