Riassunto per appunti della “Vita di don Giussani”

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Capitolo 18

“Coraggio, lei e i suoi giovani, perché questa è la strada buona”

La Domenica delle Palme con Paolo VI (1975) (513)

513

il 23 marzo 1975, in un mattino piovoso, in Piazza san Pietro ci sono poco più che i diciassettemila di Comunione e Liberazione.

514

Paolo VI:

«Noi vorremmo che la fede e la gioia della gioventù, che inneggiò a Gesù Signore, riconosciuto per il vero Cristo, centro della storia e della speranza di quel Popolo, fossero oggi e fossero per sempre vostre: fede e gioia».

515

Giuss.:

«L’evento di Dio fattosi uomo e morto per salvarlo è una componente irreversibile della storia del mondo, non dell’al di là, e ciò è il fulcro della nostra concezione di fede, ciò è la forza del nostro cuore e delle nostre attività».

517

Giuss.: in sala Nervi:

«Permane in noi un’ispirazione cristiana continuamente ridotta da una ragionevolezza carnale, da un buon senso naturalistico, invece che intimamente rigenerata da un ragionevole ossequio a quella fede che è follia e scandalo per l’istintiva prudenza e il limite moralistico di ogni programma umano.

Per questo la nostra vita di comunione è personale, e non è ancora vera, è il portato di una insufficienza di comunione fra noi che genera particolarismi e chiusure nel modo di concepire la fraternità o gli scopi della comunità stessa.

Tutto questo significa mancanza di una coscienza dell’unità, a qualsiasi livello, come segno del mistero che c’è tra noi».

525

Giuss.:

«L’autorità non è il meglio tra di noi.

Non ha mai detto Cristo “io vi darò come pastori, come vescovi, gli uomini più in gamba dell’epoca”!.

Ma il disegno del mistero di Dio, il disegno della storia di Cristo passa attraverso questi punti.

Tutta la nostra sapienza non vale di fronte alla oggettiva efficacia dell’obbedienza a quei punti».

529

Giuss: sul dissenso dei cattolici nei confronti della gerarchia:

«Il cosiddetto “dissenso cattolico” è nato da un rilievo giusto»

tuttavia l’errore sta nel fatto che

«per urlare questo grido il dissenso si pone, psicologicamente e metodologicamente fuori dalla Chiesa.

E accusa.

E, per quanto riguarda il temporale, mutua la sua saggezza da altre ideologie diverse da quella cristiana».

Per Giussani, invece, «

ogni dualità è mortale per la fede.

Il grande insegnamento del Cristo in Croce è che morendo dentro la Chiesa si possono cambiare le cose, non dal di fuori».


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