Capitolo 21
“ La grazia più grande della storia intera del movimento”
La nascita della Fraternità di CL e il riconoscimento pontificio (1980-1982)
591
Giuss.:
«Dovete vivere il vostro cammino umano verso il destino, che si chiama cammino di santità, dovete rendervene conto voi e assumerlo come vostra responsabilità».
591
Giuss.:
«Il metodo cristiano di avvenimento della persona è quello della comunionalità: è solo se la persona si “traduce”, traduce sé stessa, in una comunione vissuta e perciò in una comunità, che il suo sforzo può essere sostenuto».
592
Giuss.:
«La confraternita è un movimento di adulti, con responsabilità totale della gente che lo crea ed è caratterizzata dalla passione a Cristo: Cristo centro del cosmo, della storia, della vita».
592
Giuss.: durante degli esercizi dei sacerdoti descrive l’immagine di vita degli adulti:
«Tutto quello che fanno, il lavoro, la donna, i figli, i soldi, è tutto “per”, è per costruire la nostra comunità e, attraverso di essa, la comunità della Chiesa».
595
Giuss.: parlando del riconoscimento della Fraternità di Comunione e Liberazione:
«Da quando c’è il cristianesimo, è una presenza viva che fermenta la massa: questi gruppi sarebbero il fermento.
Se sono adulti, hanno l’agilità e la libertà di muoversi come vogliono; ma non possono evitare l’immanenza alla Chiesa in cui sono, il servizio alla parrocchia e alla diocesi in cui sono».
596
GPII :
«Mentre studiate (o lavorate), vivete anche nell’ambiente scolastico e universitario….E’ là dove siete chiamati a formarvi, a motivare la vostra scelta, e a portare la testimonianza della vostra fede nel Signore Gesù Cristo, che ci dà la verità dell’uomo indissolubilmente in relazione alla verità di Dio».
596
Giuss.:
«Non educhiamo alla maturità della fede se non educhiamo la gente a “formarsi” nell’ambiente».
597
Da un gruppo di fraternità nasce il meeting.
598
Dal 23 al 30 Agosto 1980 si svolge il primo Meeting destinata a diventare una della manifestazioni culturali più importanti e partecipate a livello internazionale.
599
Giuss.: osserva che quello che è accaduto a Rimini, del tutto imprevisto, è una descrizione della storia dell’adulto in quanto tale:
«Serio nella vita, che riconosce l’ideale, e perciò eminentemente sociale come temperamento, come fisionomia.
Questo è l’ideale che unisce: è la risposta al bisogno del vivere che unisce la gente, che crea la società.
L’amicizia: compagnia guidata al destino.
Percezione di una situazione come assenza del proprio ideale, e quindi impegno, perché questo sia, perché la presenza dell’ideale avvenga».
600
Olivier Clément:
«La tragedia della storia europea sta nel fatto che il socialismo, in ciò che ha di meglio, non ha realmente incontrato la parte migliore del cristianesimo.
Il socialismo, “questo cristianesimo dall’esterno” come diceva Peguy, ha sempre trovato davanti a sé un cristianesimo impaurito dalla vita, privo di qualsiasi dinamismo di trasfigurazione».
601
Giuss.: parlando di san Benedetto:
«Questa gente non ha voluto fare preti e monaci, ha voluto vivere il cristianesimo e aiutare gli altri a viverlo…La fede diventa cultura, cioè la totalità, l’ideale ultimo, investe tutti i particolari e li cambia, così la vita cambia”.
602
Card. Rossi: sulla Fraternità:
«Di singolare urgenza pastorale appare il contributo che la Fraternità può apportare alla Chiesa cooperando alla crescita di una sensibilità ed esperienza cristiana, comunitaria ed evangelizzatrice, negli ambienti – spesso secolarizzati e lontani – di creazione e diffusione della cultura e di edificazione alla società.
Una presenza missionaria in questi ambienti si rivela più che mai necessaria per dare testimonianza di Cristo, come Chiesa, là dove sono in gioco principi fondamentali della vita dell’uomo e della convivenza sociale».
603
Giuss.:
«Il nostro movimento o è un’amicizia per vivere il rapporto con Cristo e costruire la Chiesa oppure è inutile che ci sia. Il nostro movimento è un’amicizia, non un’organizzazione. E se è forte come organizzazione è proprio perché grazie a Dio c’è molta amicizia».
604
Qual’è l’essenza di Cl, la sua caratteristica fondamentale?. Giussani risponde
«La fede come risposta alla domanda umana».
605
GPII:
«Non ci sarà fedeltà se non si troverà nel cuore dell’uomo una domanda, per la quale Dio offre risposta, dico meglio, per la quale Dio è la risposta».
606
Giuss.:
«La posizione che io ho con Dio è ciò che dà consistenza alla mia umanità:
perché altrimenti noi cerchiamo e mettiamo la nostra consistenza in tutto quello che facciamo.
Se quello che facciamo lo facciamo in Suo nome è come se questo riuscisse ad intaccare tutto».
