Riassunto per appunti della “Vita di don Giussani”

Capitolo 29

“Qualcosa che viene prima”

I libri dello spirito cristiano e la storicità dei Vangeli(1993-1994)

868

Giussil passato è destinato a rimanere un devoto ricordo se

«non cambia il presente, se non è decisivo nel presente, se non è decisiva risposta al presente».

868

Giuss.: i fattori costitutivi di un movimento:

il 1° fattore:

«E’ imbattersi in una diversità umana. È un avvenimento perché corrisponde a qualcosa che io aspetto, come certezza, come speranza e come utilità del tempo».

Ma occorre fare attenzione:

«il fenomeno iniziale è destinato ad essere il fenomeno iniziale ed originale di ogni momento»

precisa:

«qualunque momento fissiamo dello sviluppo, la cosa principale di quel momento è quello che è stato in principio: non come è stato in principio, ma quel che c’è stato in principio».

il 2° fattore

«in questo impatto la sorpresa che ho, la speranza che ne nasce, il presentimento che ho e che mi muove, come può essere educato?».

La Scuola di Comunità costituisce lo strumento esplicativo ed unificante. Ma occorre:

«qualcuno, o alcuni, in cui l’impatto iniziale si vede che viene riprodotto».

fattore

E’ “tutto il resto”, la vita nella sua integralità, perché

«La parola , che la SDC illumina nel suo nesso profondo col cuore, diventa soggetto che agisce sul mondo, inevitabilmente.

E da lì nasce l’opera; perché l’opera non è nient’altro che un io che nel suo rapporto con l’ideale cerca di mobilitare la realtà secondo quell’ideale».

873

Giuss.: rende omaggio all’amico dopo la sua morte:

«Testori è stato il primo uomo di cultura che ci ha sentito vicini partecipanti alla sua natura cristiana.

Essa era sensibile alla fragilità umana dovuta al peccato originale, e sapeva che tale fragilità sarebbe una schizofrenia insanabile e disperante se non fosse la soglia sulla quale si presenta, insospettata tanto quanto incoscientemente desiderata, la misericordia».

874

Giuss.: rivolgendosi sempre all’amico esclama:

«La bestemmia fondamentale è la dimenticanza,

perché se Dio ha creato il mondo, se questo Dio, poi, è diventato uno di noi, dimenticare questo è veramente il male più grande, la bestemmia più grande.

Quante volte l’ho sentito dire: “ l’amore a Cristo, Cristo, Cristo Dio”».

Questo è il motivo ultimo per cui

«non ti perderemo per sempre, perché ci hai aiutato a conoscere di più e ad amare e a lavorare per Cristo».

875

«Nostalgia…sentimento di un bene assente».

Giussani

875

Ungarelli responsabile Rizzoli sulla i libri dello spirito Cristiano:

«Ci siamo messi insieme per fare questa collana straordinaria che credo sia uno degli esempi più belli di un editore laico che si mette ad agevolare la comunicazione del messaggio cattolico verso un tipo di pubblico che non entra facilmente nelle librerie cattoliche.

È questo il movimento che ci ha portato a pubblicare questi libri. Tutto il grande pregio è il contenuto e la direzione di questa collana».

877

Giuss.:

«Se uno ha scoperto la verità reale, Cristo, avanza tranquillo in ogni tipo di incontro, sicuro di trovare in ognuno una parte si sé….scopre sempre cose nuove, così che non c’è mai una totale ripetizione: si è trascinati da un totalizzante stupore del bello.

Questa apertura fa trovare a casa propria presso chiunque conservi un brandello di verità, a proprio agio dovunque».

879

Giuss.:

Alla esaltazione della religiosità da parte del mondo contemporaneo, si contrappone

«un odio assoluto, reperibile solo nei primi tempi del cristianesimo»,

soprattutto per il dogma moderno circa

L’impossibilità del fatto che Dio si comunichi all’uomo attraverso l’uomo»

880

Giuss.: La vicenda della Madonna è il segno della sovrabbondante misericordia di Dio per l’uomo, perché il Signore sceglie

«un punto piccolo che umanamente sembrerebbe un nulla: lo rende testimone di una cosa così grande come il disegno della Sua misericordia».

881

GPII al pellegrinaggio Macerata-Loreto invita a riecheggiare nel cuore di ciascuno il “” di Maria:

«fu necessario perché il Verbo si facesse carne nel grembo e perché si facesse la nostra Redenzione.

Il vostro “sì” è necessario, perché Cristo prenda possesso della vostra vita, e vi faccia apostoli del suo amore».

881

«Come tragica è la vita quando è l’assenza di un presente e un ricordo del passato».

don prades

882

Giuss.:

«Cristo è il fattore nuovo entrato nella storia 2000 anni fa, Cristo è il fattore nuovo che entra nella mia giornata di oggi…non si può essere in rapporto con Cristo se non ora.

Se non è contemporaneo non opera su di noi.

L’avvenimento di 2000 anni fa è un avvenimento che continua.

È inizio di ogni giorno e di ogni ora, è qualcosa di nuovo che incontro ora, altrimenti non è stato vero neanche allora

Gesù diventa presente in quanto è la consistenza e il senso di tutte le cose che accadono”.


 APOLOGIA DELL’OFFERTA – da leggere ogni tanto completo:

882

Giuss.:

la vita risulta definita dalla dimensione dell’offerta, secondo due coordinate

(1) Innanzitutto, dire a Cristo:

«Ti offro»

vuol dire

«Riconosco o Cristo, che Tu sei la consistenza di questa cosa qui.

E’ un dolore? Benissimo: Tu sei la consistenza del mio dolore! e proprio in quanto Tu sei la consistenza del mio dolore, il mio dolore diventa una cosa grande, diventa parte della Tua azione redentrice, fa parte dell’azione con cui Tu domini il mondo»

(2) La seconda coordinata dell’offerta

«L’animo procede»

è una domanda:

«Se tu o Cristo, sei la consistenza di questo, mostrati in questo! Ti prego di mostrarti in questa mia cosa, in questa mia azione, in questo mio dolore.

E se Tu, Cristo, accetti di mostrarti in questa in questo mio dolore, questo mio dolore è un paradosso grandioso: diventa non dico un sollievo, ma una gioia; diventa l’argomento e la radice di pace nel mondo, diventa una strada di pace in cui ci tiriamo dietro i nostri fratelli uomini».

Per questo

«vado in parrocchia oppure vado nel mio ufficio. Leggo sul giornale una cosa ingiusta, oppure sento un sacerdote che ha un parere su una cosa che ho fatto che mi sembra di non meritare»

E invece di agire malamente il cristiano accetta questa circostanza:

«Come Cristo ha accettato l’incomprensione del mondo (e prega): “Signore, accetto questa incomprensione e te la offro perché questo mio collega possa capire meglio quel che ho detto e sia così fortunato nella sua vita perché quello che ho capito, come consola me, così consoli di più Lui“»


882

Giussani parla anche di uno dei compiti principali del sacerdote: la confessione. Tale sacramento è la documentazione che il peccato non può bloccare la vita del cristiano: 

«E’ permesso da Dio, nel disegno di Cristo è permesso il mio peccato, è contemplato che ci sia»:

riferisce a questo proposito, di un insegnamento ricevuto nel seminario di Venegono, quando un sacerdote lesse le parole di Gesù in Croce sbeffeggiato dai farisei:

«Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno»

 e le commentò così: 

«sul breve margine della loro ignoranza costruì la loro apologia».

A quelle parole Giussani rimase sorpreso per questa evidenza:

«Cristo espresse il suo amore per quella gente che sapeva quel che faceva: erano gli intellettuali di allora, sapevano quel che facevano! Ma quello che sapevano non era tutto quello che si poteva sapere.

Perciò sul breve margine della loro ignoranza costruì la loro difesa presso il Padre, mentre moriva».

883

VICENDA DELLE SUORINE DI VIA MARTINENGO

884

Giuss. citando padre Pernet il fondatore:

«vivete con Lui come con Qualcuno che si ama» 

e aggiunge che, identicamente, il cuore, animato da quella frase, va

«incontro ai bisogni degli altri perché anche loro vivano con Lui come Qualcuno che si ama»:

questa è la missione.

888

LA “GIUSTIZIA” DI TANGENTOPOLI

Giuss.:

«Di fronte al dissesto totale del nostro Paese, non possiamo non essere provocati da un giudizio:

un’azione che per punire i colpevoli distrugge un popolo, come coscienza unitaria e come raggiunto benessere, ha almeno nella modalità di attuazione qualcosa di ingiusto.

Proprio tutto questo disagio, cui intensamente partecipiamo, diventa per noi grave e forse estremo bisogno di Cristo a una autenticità di figliolanza al Padre, cui tutti, in svariatissimi modi, abbiamo mancato».

1 Gv 18:

«Se diciamo di essere senza peccato inganniamo noi stessi e la verità non è in noi».

1 Gv 18

888

Giuss.:

«La questione fondamentale perché il disastro venga rimediato è come cambiare io e come devi cambiare tu, questo non ci sarà mai impedito da nessuno».

890

Giuss.:

«Il rapporto con Cristo accende il desiderio di cambiare.

Il primo cambiamento sta di fatto nel desiderio di cambiare.

Una frase di sant’Agostino può servire da commento a questo richiamo: ”Il desiderio è la tua preghiera: se continuo è il tuo desiderio, continua è la tua preghiera”.

Non si può essere morali senza almeno il desiderio di cambiare».

890

Giuss.:

«E’ una bellezza che introduce al vero, ed è il vero che fa rassegnare a riconoscere o a vivere la giustizia».

Ma talune persone,

«non potendo avere il senso del bello, non hanno assolutamente il dono del vero, non sanno neanche che cosa è la giustizia, mentre di essa vivono come i selvaggi antichi vivono della mannaia».

891

Scalfaro:

«Non c’è dubbio che il carcere per convincere l’inquisito a parlare non è nel rispetto dei diritti inviolabili dell’uomo.

La carcerazione preventiva è un’eccezione motivata, non può diventare la regola…uno strumento nato per proteggere la persona, a volte uccide. È un dato oggettivo».

892

Giuss.: uno Stato che non sia rispettoso delle persone,

«neanche per un istante può aiutare veramente i cittadini…

Se gli stessi strumenti con cui lo Stato opera il tentativo di giustizia agiscono anch’essi senza rispetto delle persone e delle circostanze reali, come abbiamo visto accadere in questi anni, l’effetto è la distruzione della coscienza del popolo, insieme ad un atteggiamento tanto gretto e meschino quanto proclive a dimenticare gli errori fatti da coloro che ora li accusano in altri».

893

Giuss.:

«L’identità di una persona implica che essa sia rispettata nella sua dignità.

Mettere alla gogna, vale a dire a svergognare senza necessità una persona….è l’errore cui dà bene immagine una certa magistratura di questi tempi. E nessuno fiata!».

Questo silenzio è dovuto al fatto che nessuno ha

«educato o guidato il popolo a salvaguardare e rispettare l’identità delle persone di cui è composto».

895

Giuss.:

«Lo gnosticismo è la pretesa di definire, secondo la propria capacità riflessiva, il valore e il contenuto di verità, per cui una cosa cessa di essere segno e diventa oggetto….di una propria definizione, da affermare intellettualisticamente».

896

Giuss.: Perché

«il libro sul senso religioso lo abbiamo scritto noi e non lo ha potuto fare un protestante o un buddista? Perché? Perché noi abbiamo incontrato Gesù e, guardando Lui e sentendo Lui, abbiamo capito che cosa stava dentro di noi»

”Chi conosce Te, conosce sé”

sant’agostino

897

Giuss.:

«Qumram è più importante per la mia vita d’uomo che neanche tutte le beghe politiche in cui vi immischiate! Chi non si è entusiasmato per Qumram si consideri non appartenente ancora al movimento».

897

Carron: al meeting 1994 sulla storicità dei Vangeli: 

«rivendicare la possibilità dell’irruzione del Mistero nella storia, compito tanto più urgente in quanto la storicità del cristianesimo è una delle questioni con cui un certo uso pretenzioso e riduttivo della ragione, concepita come misura della realtà, ha creduto di poter liquidare il cristianesimo come avvenimento»,

cioè come fatto storico.

898

Giuss.:

«Se si ama Cristo è una gioia grande vedere che il pregio più significativo della fede è quello di salvare la ragione, e che al di fuori della fede la ragione crolla, ovvero cerca di continuare la sua strada con delle ipotesi che, se si affermano, diventano bugie».

899

Carron: Lo studio della storicità dei vangeli

«non pretende di dimostrare la fede, bensì di darci ragione di essa.
Come si danno delle ragioni?
Rimuovendo le obiezioni che la storia moderna ha accumulato contro di essa».

899

Carron: l’indagine della scuola biblica di Madrid

«non parte da un dubbio, ma da una certezza.

Studiamo queste cose per amore della verità storica e per amore dell’incontro fatto, per amore a questa storia che ci ha raggiunti.

E quando troviamo conferma storica in questa ricerca, non possiamo che rallegrarci».

900

Giuss.:

«Non è affatto per creare compagnia che noi siamo qui!

Noi creiamo compagnia non per creare una compagnia, noi creiamo una compagnia non per affermare un’amicizia,

ma per affermare una Presenza,una Presenza che è in questa compagnia.

Perché della vostra compagnia io me ne infischio ».

900

Giuss.:

«Che miseria sarebbe la nostra compagnia se fosse determinata da un atto alienato, da un meccanismo e da un automatismo di rapporti!».

E’ un’altra la compagnia cristiana:

«è una realtà nata dal cambiamento che la persona, incontrando Cristo, realizza in sé stesso.

È un cambiamento di mentalità da cui nasce un altro modo di vedere, di concepire e di giudicare le cose.

E muta la dinamica dei rapporti che si spalancano ad un capacità di amare impensabile prima, in un compito che  ha un orizzonte infinito di bene».

902

Giuss.:

«tutta la cultura di oggi, nata dal moderno tentativo di affermare l’assoluta autonomia del singolo, è terminata miseramente nell’annullamento del singolo nella compagnia, cioè nella società, che, attraverso il mas media, è comandata dal potere»

C’è un equivoco, per cui la compagnia può rappresentare

«il tradimento totale dell’io, invece che essere l’aiuto che è dato all’uomo per camminare verso il destino».

903

Giuss.: secondo la mentalità attuale:

«Il rapporto fra l’uomo e la donna è concepito esclusivamente come rapporto sessuale; così che tutti finiscono per essere ossessivamente dominati e diventano schiavi di quel che non è che un aspetto di un fenomeno più grande».

Analogamente: 

«Anche una compagnia di amici può dominare l’io, riconducendo e riducendo ciò che è l’uomo ad una fisionomia che ci si è costruiti».

904

Giuss.:

«Il rapporto è innanzitutto per la cosa giusta».

Questo smaschera l’equivoco che può albergare nella parola compagnia, perché

«si sta insieme per la cosa giusta, non per un certo gradimento o per un tornaconto.

Le caratteristiche del veicolo lasciano intatto il valore di ciò che è veicolato».

905

Giuss.:

«Ognuno di noi è chiamato ad essere ricostruttore di case distrutte, ricostruttore di umanità distrutta.

La nostra amica Gloria (a Kampala), la vediamo là, in mezzo a quell’inospitale luogo, ricostruttrice di umanità.

Quello che Gesù ha fatto, si ripercuote là, con lei».


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