Capitolo 3
“Se io non avessi incontrato Gaetano Corti, Giovanni Colombo...”
I maestri della scuola di Venegono (62)
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Gaetano Corti: «Cristo volle che la realtà storica della Chiesa fosse composta come la sua di due elementi: dell’elemento umano e dell’elemento divino;
volle che la forza della Chiesa fosse il connubio della forza, o meglio della debolezza dell’uomo e della forza onnipotente di Dio».
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Gaetano Corti : «La verità si palesa come bellezza»
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Gaetano Corti : «La verità oggettiva che si traduce in presenza di Bellezza è un Uomo».
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Carlo Colombo: «La fede non è una cieca ed immotivata fiducia: è un principio di intelligenza, un atto dell’intelletto».
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Carlo Colombo: «La teologia, è veramente la fede in cerca di intelligenza: ”fides quaerens intellectum».
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Carlo Colombo: «La vera forza creatrice di ogni processo teologico è l’intuizione viva della fede vissuta in un’anima o in una comunità cristiana».
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Carlo Colombo: «Per questo è necessario che il teologo non si preoccupi solo e tanto di una astratta scientificità, ma cerchi di sviluppare una pedagogia alla fede, alla vita cristiana».
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Carlo Colombo: «La nostra fede ci si presenta nelle fonti della Rivelazione come l’adesione ad una Persona.
Si crede in Cristo Figlio di Dio e di conseguenza si accetta il suo insegnamento, la verità da Lui rivelata».
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In Colombo la fede è il principio interpretativo della realtà, come partecipazione al fatto di Cristo, in cui tutto consiste.
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(qui c’è la descrizione delle letture formative del Giuss.….)
