Capitolo 30
“ La densità dell’istante”
I quarant’anni del movimento e gli universitari (1994)
906
Giovanni Maspes in missione a Mosca:
«Quando il 19 luglio ho messo piede sull’aereo ho capito che quella sarebbe stata una scelta definitiva, per l’eternità.
Non l’eternità come estensione del tempo, ma come profondità dell’istante».
906
Giuss.: Citando il suo padre spirituale padre Motta:
«Guardate che se voi non informate le vostre azioni, non cercate di dare come forma alle vostre azioni quello che vi suggerisce il ricordo e la memoria di Cristo, Cristo ha meno gloria nel mondo: la gloria di Cristo nel mondo resta più piccola.
Che il tavolo sia più pulito è gloria di Cristo, che le stanze siano linde è gloria di Cristo.
Allora ogni istante diventa gloria di Cristo, come dice Giovanni Maspes:
LA DENSITA’ DELL’ISTANTE
907
Giuss.:
«Ogni istante è come il particolare di un grande disegno;
senza quel particolare, il grande disegno avrebbe un buco, un vuoto.
Noi non compiamo nessun gesto se non dentro, all’interno di una connessione universale….
Un atto umano porta in sé la responsabilità dell’universo,
o è secondo il bene di tutto o è contro il bene di tutto».
909
Giuss.:
«La vita come lotta per il bene è introdotta da Cristo, perché tutte le altre concezioni, poco o tanto, sono deterministiche: l’esito del tempo è meccanico».
Nel cristianesimo no, perché la vita è
«una lotta dell’intelligenza che illumina la fatica della volontà».
910
Giuss.: Occorre rendersi conto che il nichilismo si basa su un inganno: infatti
«l’impostura implicita nella posizione nichilista»
sta in questo,
«che non si può dire tutto è nulla, che alle mie spalle c’è il niente»,
che
«l’ultima parola è il niente quando, invece, le cose ci sono».
È questo ultimamente il peccato originale del mondo moderno:
«L’uomo pretende di prendere in mano lui la misura di tutte le cose, le redini della realtà, relegando Dio oltre le nubi, fissandolo con una certa espressione di religiosità, come espressione astratta, totalmente separata dal campo degli interessi e quindi della passione e del gusto e della responsabilità della vita».
911
Giuss.: il concetto di rivoluzione è molto importante,
«ma nel senso esatto di Romani 12, 1-2: ”Non accettate gli schemi di questo mondo ma trasformate la vostra mentalità”.
Attingete, cioè, i criteri della vostra mentalità da qualcosa d’altro, di nuovo, dall’Avvenimento che accade».
911
Giuss.: propone di invertire i termini dell’espressione: non
«Un Avvenimento è presente perché c’è» ma «C’è perché è presente».
E spiega che questa seconda formulazione
«investe la profondità del Mistero nella sua espressione contingente. Perché è presente nel tempo e nello spazio, si rivela come eccezionalità».
912
Giuss.:
«Nulla parte se non da una esperienza presente, quindi da un presente sperimentato, perciò
è nell’esperienza, nella contingenza suprema che si chiama esperienza presente, che le tracce dell’Eterno si debbano percepire, sperimentare, trovare».
912:
IL TEMPO E IL TEMPIO – DIO E L’UOMO “Maria tu sei la prima casa di Dio nel mondo”- (Giussani la definirà la meditazione più importante che abbia mai fatto)
912\13\14:
il Regno di Cristo è come un grande organismo che ha avuto una legge e di sviluppo…possiamo chiamarla la legge della scelta o dell’elezione. (Giussani) dispiega un percorso in 6 punti per mostrare come questo si è sviluppato lungo la storia.
1° PUNTO
«l’elezione della Madonna perchè fosse e creasse la prima dimora di Dio nel mondo, il primo tempio di Dio nel mondo, la prima casa di Dio nel mondo».
2° PUNTO
«La realtà della casa di Nazareth si è diffusa come “il corpo di Cristo che si dilata nel tempo e nello spazio…nella sua continua nascita dentro il mondo. È la Chiesa, l’avvenimento che diventa presente nel mondo, presente al mondo, in tutti i momenti, anni, mesi, giorni, ore, minuti della storia».
3° PUNTO
«La grande dimora della Chiesa si incarna, si realizza in termini capillari dentro ogni ambiente particolare in 2 modalità:
– A la casa di coloro che sono chiamati a fare famiglia e quindi a plasmare lo strumento generatore da cui esce il soggetto di tutta l’azione storica, il protagonista del disegno di Dio che è l’uomo». Per Giussani la famiglia è la vocazione normale, senza la quale finirebbe la storia.
– B La seconda modalità (oltre che nella vita sacerdotale) nel monastero, nel convento o nelle case del gruppo adulto. Coloro che abbracciano questa vocazione “sono chiamati a dimostrare con la stessa forma visibile della loro vita che EGLI SOLO E’“: cioè che Cristo è il Re dell’universo: tutto ha consistenza in Lui, da Lui».
4° PUNTO
I chiamati alla verginità sono per loro natura la figura del profeta. La verginità è il miracolo dei miracoli: «Non c’è nessun miracolo più grande di un uomo che dedichi tutta la sua vita a Cristo, sacrificando istinti e tendenze naturali che Dio ha messo in lui, che egli attraversa e supera dando la sua vita a Cristo».
5° PUNTO
(ai Memores) «Siete stati scelti per essere mandati in tutto il mondo a fare come professione di vita non il padre, non l’amministratore o l’architetto, non il dirigente o l’operaio: la vostra professione di vita sarà la proclamazione profetica di tutte queste cose, che abbiamo dette, con la forma della vostra vita, la forma di chi cioè non si sposa….per penetrare in quel fenomeno di sponsalità totale con tutti e con tutte le cose, che è la promessa di Cristo».
6° PUNTO
La scelta della verginità è «la chiamata a dire “sì” ultimamente e indipendentemente persino dai propri errori come il “sì” di Simone, che non ricorderemo mai a sufficienza; tutti i giorni dobbiamo rappresentarci quella scena: avviene in noi»…… Così «tutto coopera al bene. Ed è sant Agostino che vi aggiunge: “etiam mala”; anche il nostro male».
914
Giuss.:
«La nostra professione nel mondo, cioè il nostro ruolo nella storia dell’uomo, è definita dal fatto che siamo stati mandati a portare un messaggio, a ricordare all’uomo in ogni tempo che qui ed ora la presenza di Dio fatto uomo esiste: la presenza di Cristo».
Insiste:
«Non siamo stati mandati per rendere migliore il percorso che deve fare il sindacato per ottenere dal governo maggior stipendio o condizioni migliori».
«Che tutto ciò che interessa l’uomo interessi anche noi in un modo che è 100 volte maggiore e più acuto di quanto sentono gli altri, è un altro problema: è una conseguenza da verificare come conferma della bontà della nostra posizione.
Ma se noi perdiamo di vista il primo punto, questa seconda parte, questa conseguenza, ci mangia tutti e non riusciamo a realizzarla se non mutuando dal mondo – con sforzo ridicolo di maggior scaltrezza – i suoi criteri e i suoi metodi.
Il mondo è intelligente, più forte, più scaltro di noi, per cui ci batterà in ogni modo».
915:
SI PUO’ VIVERE COSI’ ? Pubblicato
915
Giuss.: Accenna al motivo conduttore di tutto il libro:
«Il motivo più caro, la passione, anzi, che lo determina, di capitolo in capitolo, è l’eredità più immediata che io ho ricevuto dall’entrare in una scuola liceale a fare religione. La scuola di religione mi ha dato questa intuizione: l’intuizione che la fede ha innanzitutto bisogno di dimostrare la sua familiarità con la ragione in tutta la sua consequenzialità, l’intuizione cioè della ragionevolezza della fede, della fede come la cosa più ragionevole che ci sia e, quindi, come la cosa più umana che ci sia….la ragione è esigenza, passione ed esigenza di conoscenza di tutto, della totalità.
La fede consapevole scaturisce improvvisamente, provvidenzialmente, graziosamente, fortunatamente, proprio da questa passione per la totalità della conoscenza, che è caratteristica fondamentale della ragione».
916
Giuss.:
La memoria è la coscienza di una Presenza.
917
Giuss.:
«Invece che Lui con i capelli al vento, invece di guardarlo parlare con la bocca che si apre e si chiude, Cristo ti arriva addosso con la nostra presenza, che siamo come le fragili maschere di qualcosa di potente che è Lui che sta dentro, che non sono né io né lui né te, eppure passa attraverso me, attraverso te».
919-920-921
L’immedesimazione di Giussani con l’incontro di Giovanni ed Andrea con Gesù…sempre da rileggere
922
lettera di Andrea, ammalato di aids al Giuss.(duemila anni bruciati da questa lettera …leggere e rileggere)
923
Andrea, nella lettera, ripete la frase di san Tommaso scritta dal suo amico Ziba:
La vita dell’uomo consiste nell’affetto che maggiormente lo sostiene e nel quale trova la sua più grande soddisfazione
924
Giuss.: la vita cristiana intesa come vocazione significa:
«Compiere una missione, svolgere un compito, che Dio determina per ognuno attraverso le circostanza banali, quotidiane, di istante per istante, che Egli permette che noi abbiamo ad attraversare. Questo è lo scopo per cui Dio ha fatto il mondo: il bene di tutto, il bene».
925
Giuss.: (nei Memores)
«Il lavoro diventa obbedienza. Per realizzare me stesso, l’azione che faccio non la faccio più per me stesso, ma per un Altro».
925
La bellissima lettera del fidanzato che viene lasciato dalla ragazza che entra in convento.
