Capitolo 33
“L’unica risorsa è il vertice del cosmo che è l’io”
Spirto Gentil, il senso religioso e il razionalismo moderno (1997-1998)
1002
Giuss. scrive nel frontespizio di ogni CD della collana Spirto Gentil:
«Nella musica, nel panorama della natura, nel sogno notturno (Leopardi nel “Canto notturno”), è a qualcosa d’altro che l’uomo rende omaggio da cui aspetta: lo aspetta.
Il suo entusiasmo è per qualcosa che la musica, o tutto ciò che è bello al mondo, ha destato dentro.
Quando l’uomo “pre-sente” questo, immediatamente piega l’animo ad attendere l’altra cosa: anche davanti a ciò che può afferrare, attende un’altra cosa; afferra ciò che può afferrare, ma attende un’altra cosa».
1003
Giuss.:
«L’aspetto per me più significativo dei canti popolari russi è che essi non sono mai il prodotto di un fenomeno individualistico, ma sempre sono riconducibili a un avvenimento che ha come soggetto la persona in quanto parte di un popolo.
Nei brani musicali della millenaria tradizione orientale il popolo è il soggetto di tutto, il vero protagonista:
ascoltandoli, risulta evidente la tendenza a realizzare una voce che canti da sola, ma sempre all’interno di un coro».
1004
Bona Castellotti racconta un tratto caratteristico del metodo educativo di Giussani:
«Il suo insegnamento è un amore all’Essere, il che include anche l’amore alla bellezza, ma direi che è molto più intenso in lui l’amore al vero, perchè la bellezza per don Giussani è un concetto di derivazione tomista: non esiste bello disgiunto dal vero. Quello che ha insegnato a me è l’amore al vero e in questo posso ritrovare un amore al bello».
1005
Giuss.: insiste sulla coincidenza tra l’esperienza di Cl e il cantare:
«L’inizio del canto del movimento è l’inizio del movimento. Non c’è differenza. Nasce un movimento e si canta. Come un bambino con la madre. Si appartiene e sorge il canto».
1006
Presentato il Senso Religioso all’ONU
1007
David Schindler teologo statunitense:
«La razionalità positivista e la libertà consumistica, poiché negano l’Infinito, negano il senso religioso: sono forme di ateismo e nichilismo».
Per lui la proposta di Giussani svela che
«i problemi culturali dell’America non sono in prima istanza di natura morale, politica o tecnica, ma religiosa, estetica e ontologica: religiosa, perché ogni circostanza della nostra vita implica un incontro con l’Infinito.., estetica perché il riconoscimento dell’autentica diversità dell’Altro richiede la percezione della bellezza; infine ontologica, perché tutto il nostro essere è implicato nel rapporto con tutta la realtà».
1009
Gramsci – Quaderni, XXVII:
«Un periodo storico può essere giudicato dal suo stesso modo di considerare il periodo da cui è stato preceduto.
Una generazione che deprime la generazione precedente, che non riesce a vederne le grandezze e il significato necessario, non può che essere meschina e senza fiducia in sé stessa
….nella svalutazione del passato è implicita una giustificazione della nullità del presente».
1010
Giuss.: Se ci si chiede quale sia la radice della posizione ottimistica del cristiano, non c’è altra risposta che l’Incarnazione:
«Dio ha preso la realtà di un uomo vero, un uomo concepito nel ventre di una donna, che si è sviluppato come un infante, un bambino, un fanciullo, un adolescente, un giovane, fino a diventare centro di attenzione della vita sociale del popolo ebraico, fino a trascinare le folle e fino ad averle contro si sé per l’atteggiamento di chi aveva il potere in mano, fino ad essere crocifisso, ucciso.
E fino a risorgere dalla morte, per un pietà profonda, come di padre, verso la situazione disperante dell’uomo».
1014
Debellini sulla amicizia con Piccinini:
«Noi di solito pensiamo che gli amici veri siano di solito quelli che uno sceglie, mentre gli amici veri sono quelli che ci vengono donati dal Signore per camminare verso di Lui.
Così ho compreso quanto siano vere le parole di don Giussani, secondo cui amicizia e obbedienza fanno parte della stessa partita umana, sono la stessa cosa.
Non c’è amicizia senza obbedienza».
1015
Giuss.: alla festa di compleanno di una bambina:
«L’amore tra l’uomo e la donna è l’amore come Dio l’ha fatto, ma non resta tale se non incontra Cristo,
e con fatica, seguendolo, impara cos’è. Allora, imparando cos’è, capisce che non sapeva cosa fosse».
1017
Giuss.:
«Creando il mondo Dio aveva come scopo l’affermazione della persona».
Perciò
«avrebbe significato il mondo, il cosmo, anche se ci fosse un solo io».
1018
Giuss.: ripresa del senso cristiano dell’io:
«Dico del senso “cristiano” non per un preconcetto ma perché è solo, di fatto, il discorso di Cristo, l’atteggiamento di Cristo, la concezione di Cristo, la concezione che Cristo ha della persona umana, dell’io, è solo questo che spiega tutti i fattori che noi sentiamo irruenti dentro di noi, emergere in noi, per cui nessun potere potrà, potrebbe schiacciare l’io come tale, impedire all’io di essere io».
1018
«Se la felicità non esiste, cos’è dunque la vita?»»
giacomo leopardi
1020
Giuss.:
«Chi riconosce Cristo come unica salvezza di tutti gli uomini non può partecipare alla vita degli altri uomini se non vivendo una contraddizione: l’incoerenza.
In altri termini, non può evitare che lo sguardo degli altri uomini su di lui innanzitutto lo accusi di incoerenza.
Per questo in Quaresima la Chiesa mette sulle labbra dei cristiani queste parole: ”Tendi la mano a noi che siamo caduti, tu che all’assassino pentito apristi le porte“».
1020
Giuss.: se si usa male la ragione, si verificano 3 riduzioni che influenzano i comportamenti:
PRIMO
Invece di un avvenimento, l’ideologia.
Il punto di partenza del cristiano è un Avvenimento.
Il punto di partenza di tutto il resto del pensiero umano è una certa posizione che assume “prima” di affrontare le cose, in un modo preconcetto».
SECONDO
Se l’uomo cede alle ideologie, si verifica la «riduzione “del segno ad apparenza”» perché la tentazione è esaurire l’esperienza di una cosa
«interpretandola soltanto nel suo aspetto percettivamente immediato. Non è ragionevole ma tutti gli uomini sono portati, dalla pesantezza su di essi del peccato originale, ad essere vittime dell’apparente, di ciò che appare, perché sembra la forma più facile del ragionare».
Al contrario per la concezione cristiana:
«Dio ha concepito il rapporto con il creato come rapporto con un immenso esercito di segni:
tutto è segno di Lui»
TERZO
Riduzione del “cuore a sentimento”, conseguenza diretta della eliminazione del segno.
«Noi prendiamo il sentimento invece che il cuore come motore ultimo, come ragione ultima del nostro agire»;
invece il fattore fondamentale di una personalità umana è il cuore,
«il sentimento no, perché preso da solo il sentimento agisce come reattività».
Auspica il recupero di una ragione non bloccata, cioè una ragione
«secondo tutta l’ampiezza delle possibilità:
la condizione perché la ragione sia ragione è che l’affettività la investa e così muova tutto l’uomo.
Ragione e sentimento, ragione e affezione: questo è il cuore dell’uomo».
1022
Giuss.:
«la ragione non si risana senza la fede, ma la fede senza la ragione, non diventa umana…
Come mai la fede ha ancora successo?
Direi perché essa trova corrispondenza nella natura dell’uomo.
Nell’uomo vi è un inestinguibile desiderio di infinito.
Nessuna delle risposte che si sono cercate è sufficiente.
Solo Dio si è reso finito, per infrangere la nostra finitezza e condurla nella dimensione della sua infinità, è in grado di venire incontro alle esigenze del nostro essere».
«Il razionalismo, perdendo la vera natura della religione, rende abituale la confusione fra il senso religioso e fede e provoca lo sconcerto moderno che si documenta attraverso i 5 senza del razionalismo moderno».
1 – Dio senza Cristo
Archiviabile come fideismo:
«E’ la negazione del fatto che soltanto attraverso Cristo è possibile che Dio, il Mistero, si riveli a noi per quello che è».
Negando Cristo, il razionalismo
«svuota il fondamento di tutta l’esperienza cristiana»
e cerca di eliminare la «razionalità della fede».
2 – Un Cristo senza Chiesa, o gnosticismo
«Se si elimina in Cristo il fatto di essere uomo, uomo reale, storico, si elimina la possibilità di verifica della sua contemporaneità, cioè della verità che Lui ha detto di sé.
L’eliminazione della carnalità implicata in ogni esperienza umana, anche dell’esperienza di Gesù Cristo, pone Lui – e la Chiesa – in una astrazione, riducendolo ad uno dei tanti modelli religiosi».
3 – Una Chiesa senza mondo
etichettabile come clericalismo e spiritualismo:
«La religiosità cristiana si svolge così nell’ambito di regole legalisticamente concepite per cui si è praticamente adepti di un potere»,
e questo è clericalismo. Quanto allo spiritualismo, esso è
«La fede giustapposta alla vita; così la fede non è più ragione illuminante e forza operante nella vita.
Ogni spiritualismo non può che parlare della Resurrezione di Cristo in modo sentimentale: devozione di un ricordo, non memoria di una presenza.
La salvezza è concepita escatologicamente, solo nell’ultimo giorno.
Se si confina la salvezza del tempo, si distrugge di fatto la ragionevolezza delle fede e, da ultimo, la ragione stessa della Chiesa nel mondo.
La chiesa diventerebbe così non protagonista, ma cortigiana della storia culturale, sociale e politica».
4 – il mondo senza l’io, cioè l’alienazione
«Il mondo finisce per essere l’ambito dell’esistenza definita dal potere e delle sue leggi..perdita della libertà».
Conseguenza di questo stato di cose è
«la perdita della libertà e poiché la libertà è il volto dell’io umano, si tratta della perdita della persona umana. Si chiama, appunto, alienazione».
5 – l’io senza Dio
«Un io che non può evitare tedio e nausea.
Per cui si lascia vivere: si può sentire particelle del tutto (panteismo) o è preda della disperazione (il prevalere del male o del nulla: nichilismo)”.
