Capitolo 36
“Per cinquant’anni giocando sulla libertà pura!”
Ground Zero e l’ottantesimo compleanno (2001-2002)
1091
Giuss.: (durante la fisoterapia): «Dio permette la sofferenza affinché la vita sia più vita. La vita senza sofferenza rimpicciolisce».
1091
Giuss.: (Twin towers)
«Se altri giungono fino al terrorismo, noi dobbiamo giungere fino a una coscienza che sopporta le estreme conseguenze della vita che il Signore ha creato.
Questo è il contributo che i cristiani portano dentro il tante volte incomprensibile marasma del mondo: l’affermazione di una inesorabile positività per cui si può sempre ricominciare nella vita».
1092
Giuss.:
«Per cinquant’anni ho guardato e ricevuto persone giocando solo sulla libertà pura.
Cercate ogni giorno che questa libertà pura corrisponda agli intendimenti vostri, ai criteri vostri, della vostra azione, e questo vi farà abbondare di pace».
1094
Giuss.: cita GPII all’incontro delle religioni ad Assisi:
«Pregare non significa evadere dalla storia e dai problemi che essa presenta»
….. e il Giuss. sottolinea:
«La preghiera che è domanda a Dio, è l’avamposto dell’uomo che si getta così disarmato nella quotidiana lotta».
1095
GPII scrive a Giussani che la
«strada, quante volte Ella lo ha affermato, è Cristo.
Egli è la Via, la Verità e la Vita, che raggiunge la persona nella quotidianità della sua esistenza.
La scoperta di questa strada avviene normalmente grazie alla mediazione di altri esseri umani chiamati a diventare eco dell’avvenimento di Cristo, a diventare essi stessi avvenimento».
1095
GPII: la fede appare
«come una autentica avventura della conoscenza, non essendo un discorso astratto, né un vago sentimento religioso, ma un incontro personale con Cristo, che dà nuovo senso alla vita».
1096
Giuss.:
«Il singolo è responsabile di tutta la fraternità in cui è immerso, qualunque sia la sua condizione attuale, di salute o di malattia, di letizia o di prova…ad ognuno Dio affida il suggerimento di essere un’avanguardia per la missione».
1101
Giuss.:
«Non avverti che il tuo io si disfa quando non mendica l’Essere?
L’Essere ci vuole coinvolgere, prende tra le mani il nostro marasma, come la madre ascolta la voce del bambino e ci comunica sé stesso.
Senza Cristo le cose si sfarinerebbero, l’io sarebbe perduto».
1101
Giuss.:
«L’essere è Mistero, Mistero esistente»
anche nella situazione tragica dell’uomo che non lo riconosce:
«l’Essere è Mistero non può essere riconosciuto se non è amato. Amato!
L’amore che cos’è?
Distaccarsi completamente da sé per entrare in un Tu….del resto l’Essere è carità.
Il Mistero che ci fa esistere, che ci circonda, che suscita le nostre domande e i nostri desideri, e che si propone da ogni parte, è Carità…sei coinvolto in un vortice che accade ora, e che ha una storia, ma la storia riprende sempre hic et nunc.
E da questo nasce una civiltà.
Altrimenti si è spazzati via».
1102
Giuss.:
Dichiara di preferire
«certi temperamenti che si agitano nel mondo e aspettano una pace che non viene, piuttosto che quei cattolici che si costruiscono un sistema per riposare nella loro supposta fede e supposta carità.
In loro Cristo viene mummificato, e in più credono di conoscerlo».
1103
Giuss.: La figura di Maria:
«si oppone anche oggi alla negazione del tutto, a quel nichilismo che caratterizza il mondo post-liberale».
1103
Giuss.:
«Dentro il Mistero anche l’acciuga mangiata dal tonno trova la sua redenzione.
Chi ha sperimentato l’abbraccio di Cristo lo sa.
Chi no, non chiuda la porta, chieda che Dio riveli il suo volto».
1106
Giuss.: al giornalista che gli chiede com’è la vita gli viene in mente la poesia Mia giovinezza di Ada Negri:
«Non t’ho perduta. Sei rimasta, in fondo all’essere. Sei tu, ma un’altra sei:/ più bella. Ami e non pensi essere amata: ad ogni/ fiore che sboccia o frutto che rosseggia/ o pargolo che nasce, al Dio dei campi/ e delle stirpi rendi grazie in cuore».
1107
Giuss.: a Jone durante una fisioterapia:
«Sai cosa ho capito ai miei ottant’anni? Che la Misericordia non è il perdono, ma l’amore all’origine».
(esempi di Giuda e il buon ladrone sono da rileggere).
1109
Tommaso Mauri domanda da N.Y.:
«Che cosa vuol dire vivere e testimoniare quello che ho incontrato qui in università, in classi dove non conosco nessuno e dove i ragazzi hanno come ideale di relazione l’indifferenza a tutto ciò che è nuovo?»
risposta:
«Questa è la condizione normale, anzi privilegiata, con cui Dio ci sceglie»
e aggiunge
«sii preoccupato solo di rispondere a ciò che Dio ti comanda in questo momento.
Per darci una responsabilità Dio ha un punto fermo invincibile: l’istante, nella sua concretezza assoluta.
Dio ci chiede serietà, verità e bellezza in quello che facciamo».
1109
Giuss.: offre un suggerimento pratico:
«All’inizio della giornata e poi in ogni momento della giornata la preghiera, la recita dell’Angelus sia un chiedere a Dio di vivere questo momento, l’istante presente, ogni istante per lo scopo per cui ce l’ha dato – lo dici una volta, 2 volte, 3 volte e si crea una storia».
1110
Ratzinger.:
«La fede è una obbedienza di cuore a quella forma di insegnamento alla quale siamo stati consegnati»
1111
Giuss.:
«E’ un cambiamento che definisce la Presenza di Dio nella vita dell’uomo:
lo fu per l’Innominato di Manzoni nel romanzo, lo sia quotidianamente nel romanzo della nostra vita quotidiana”.
