Riassunto per appunti della “Vita di don Giussani”

Capitolo 6

«Il mio carissimo primo amico di Milano»

Dal confessionale alla Consulta di Gioventù Studentesca (1950-1954) (127)

137

Giuss. episodio dei fidanzati:

«Non ci può essere un istante vuoto! Ogni istante è come il particolare di un grande disegno, senza quel particolare, il grande disegno avrebbe un buco, avrebbe un vuoto!….

Noi non compiamo nessun gesto se non dentro, all’interno di una connessione universale.

La moralità è compiere il gesto in funzione della totalità».

(Legge morale: nesso tra la banalità dell’istante e la totalità dei fattori che costituiscono l’universo).

142

Giuss. In un suo saggio:

«Il cristianesimo non si realizza mai nella storia come fissità di posizioni da difendere, che si rapportino al nuovo come pura antitesi;

il cristianesimo è principio di redenzione, che assume il nuovo, salvandolo».

144

Giuss. Commentando Niebuhr:

«La vita umana tende oltre sé stessa: lo spirito umano coglie l’esistenza come un fascio di indici convergenti ad un punto, anche se lo spirito umano non trova questo punto nella propria esistenza limitata».

146

Giuss. Dopo l’episodio sul treno per Rimini:

«Bisogna che al paradiso della Teologia venga premesso il Purgatorio del lavoro in questa vita. Sentii ciò come un dovere.

Come si poteva rimanere fermi a contemplare l’essere e l’essenza, cose stupendamente belle quando la gente fosse tranquilla, se i miei fratelli cristiani continuavano a restare nell’ignoranza e nell’indifferenza».

152

Don Barbetta:

«GS era il luogo dove si giocava il rapporto con lui o con la sua impostazione, legato ai due termini esperienza e verifica che danno una certa percezione della ragione e della fede attraverso una cosa che avviene e non attraverso un discorso».

159

E’ impossibile parlare del Corpo Mistico a persone che non sanno cosa sia, ad esempio, lo spirito comunitario”.


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