Riassunto per appunti della “Vita di don Giussani”

Capitolo 7

«Salendo quei gradini»

L’inizio dell’insegnamento al Liceo Berchet (1954) (161)

162

Giuss.(al suo ingresso al Berchet): «Con il cuore pieno dal pensiero che Cristo è tutto per la vita dell’uomo». Questa notizia doveva raggiungere quei giovani, per la loro felicità.

164

Nei primi giorni di scuola agli studenti: «Dov’è questa vita diversa, questa vita nuova che il Signore ha assicurato al nostro corpo e al nostro cuore attraverso il gesto misterioso con cui ci ha afferrati, cioè il gesto del Battesimo?».

165

Giuss.: «Che cosa è il cristianesimo?

E’ forse una dottrina che si può ripetere in una scuola di religione? È forse un seguito di leggi morali?. È forse un certo complesso di riti? Tutto questo è secondario, viene dopo.

«Il cristianesimo è un fatto, un avvenimento».

167

(da leggere il brano di Sapegno che tratta Leopardi come se fosse un adolescente stupido).

170

(il dibattito sull’esistenza dell’America).

174

Giuss. :

«Cristo è il centro di tutto.

L’idea che Cristo è la radice di una visione nuova di sé e del mondo, cioè di una cultura nuova, come lo sentivamo allora».

174

Giuss.:

«Non si poteva seguire Cristo e capire Cristo ed essere fedeli a Cristo se non insieme».

175

Come può Cristo essere un uomo come noi?: «Serve un metodo adeguato. Devi chiedere a Cristo che ti dia Lui il metodo, perché non puoi imporlo tu. Infatti tu non sai né cosa è Cristo, né cosa è l’uomo». Quale metodo? «Vivere e seguire Cristo».

Come seguirlo? Nell’ambiente in cui si vive.

«La questione era impegnarsi a vivere nell’ipotesi che Cristo fosse quello che diceva di essere e verificarla nella scuola».

178

Luigi Negri: «Svelava noi a noi stessi, chiarendoci che ogni uomo, per sua natura, è costituito dalla domanda di senso riscontrabile nell’opera di grandi autori come Dante, Platone, Manzoni e poi contemporanei: Sartre, Camus, Pavese.

Poi quando affrontavi le altre lezioni, quei criteri, quei parametri di giudizio affioravano».

178:

(caso Galileo )

179

Massimo Fini suo alunno e oggi giornalista:

«Era armato da una passione intensa e nello stesso tempo di una logica sottile, ferrea, invincibile, che non dava scampo».

182

Giuseppe Zola:

«La grandezza della presenza di don Giussani stava nella decisione con cui annunciava il cristianesimo e la sua storia; ma colpiva anche l’estrema attenzione alle persone: quando capiva che c’era un bisogno lo condivideva. Qualunque domanda gli venisse rivolta non si ritraeva mai».

183

Giuss:

«La verità porta in sé l’evidenza delle sue ragioni».

183

Carlo Wolfsgruber, alunno del Giuss.:

«Non c’è da convincersi, c’è da accorgersi. Il mio cuore sa riconoscerla, la verità: non c’è bisogno che qualcuno mi convinca».

185

Angelo Scola (a colloquio con il Gius a proposito di un libro scritto da una allieva):

«L’incontro è veramente nell’umanità trasformata che Cristo genera in noi».

187

Jola Maiocchi alunna:

«Aveva cura delle singole persone e un’acutezza nel capire di che pasta erano fatte».

Scommetteva sulla libertà delle persone,

poiché era profondamente certo che l’essere umano è rapporto con il Mistero».

189

Giacomo Contri alunno:

«Le dimensioni dell’esperienza non sopprimono passaggi cronologici.

La giovinezza è una conquista della maturità».

191

Angelo Scola il giorno che va ad una sua lezione:

«Per la prima volta percepii un accento diverso nel considerare il rapporto tra Cristo e la vita…ebbi un fremito, e cominciai a guardare Cristo in maniera diversa…la mia vita è cambiata in quel momento».

193

Giovanna Rossi alunna:

«La presenza di don Giussani rendeva ogni momento della vita scolastica molto pregnante; poteva essere un autore greco, un filosofo, così come una parte della letteratura: non c’era momento che non avesse una luce a partire da questa proposta».

196

Francesco Botturi alunno: «Che nel contesto (del 68) arrivi un uomo

….che fa capire che la profondità dell’intelligenza coincide con l’oggetto del desiderio, è scatenante.

L’idea di senso religioso che ha don Giussani è questa cosa, e se non si capisce questo, anche la figura di Cristo non si capisce. Per questo scatenava o l’innamoramento o la resistenza».   


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