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Lettera «O»
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Obbedienza
(35s) Nell’ipotesi che il mistero sia penetrato nell’esistenza dell’uomo parlandogli in termini umani, il rapporto uomo-destino non sarà più basato su uno sforzo umano, come costruzione o immaginazione, su uno studio volto a una cosa lontana, enigmatica, tensione di attesa verso un assente.
Sarà invece l’imbattersi in un presente.
(36) In simile ipotesi l’affermazione dell’unicità della strada che ne consegue non sarebbe più espressione di una presunzione, ma obbedienza a un fatto, al Fatto decisivo della storia.
(105) «Qual vantaggio infatti avrà l’uomo se guadagnerà il mondo intero, e poi perderà l’anima? O che cosa l’uomo potrà dare in cambio della propria anima?»(Mt 16,26).
L’ascolto di quegli ultimi interrogativi di Gesù rappresenta la prima obbedienza alla nostra natura.
Se si è sordi ad essi, ci si precludono le sperienze umane più significative.
Non si potrà amare sé e si sarà incapaci di volere bene a chiunque altro.
Offerta
(118) L’esistenza umana si snoda in un servizio al mondo, l’uomo completa se stesso dandosi via, sacrificandosi.
La legge dell’esistenza umana è l’amore nella sua realtà dinamica che è l’offerta, il dono di sé.
La felicità attraverso il sacrificio
Ostilità
(69) Gesù per rispondere alla domanda che fu degli amici e dei nemici: «Ma, allora, chi sei tu?», ha atteso che il tempo rendesse i discepoli certi del loro attaccamento, e i nemici pertinaci nella loro ostilità.
Gesù, cioè, ha chiarito il mistero quando gli uomini erano definitivamente fissati nel riconoscimento o misconoscimento verso di lui.
(79s) Un uomo accetterebbe più volentieri di perdere se stesso piuttosto che di perdere la persona amata; la sua libertà, infatti, si incentiva nel rapporto di possesso e di preferenza.
Ecco, Gesù si colloca al centro di tali rapporti, come cuore che li origina e senza del quale non avrebbero vita.
Ed è qui il punto di partenza dell’ostilità nei suoi confronti.
Quando la sua proposta si chiarisce come pretesa di entrare nel dominio della nostra libertà, allora o lo si accetta, e diventa amore o lo si rifiuta, e diventa ostilità.
(80) Proprio per quel suo modo di proporsi comincia a nascere verso di Lui un’ostilità, quando egli prende a manifestare la propria presenza come pretesa di significato decisivo e di potere determinante nell’ambito della libertà della gente.
Per riconoscere questa pretesa, chi ascolta deve rinunciare a se stesso, deve sacrificare l’autonomia del proprio criterio, in un modo così sensibile come può avvenire soltanto nell’amore.
Se questa rinuncia a sé è rifiutata, si desta una avversione radicale, profonda, che cercherà in tutti i modi di giustificarsi.
Coloro che trasmettono preconcetti e li conservano, si ribellano contro questo insegnante di novità.
È intollerabile per loro.
Lo era e lo è ancora oggi. Lo sarà sempre.
