Temi di “Perchè la Chiesa”

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Lettera «N»


Natura


Natura panteisticamente intesa

(54s) Ecco il passaggio che fa emergere il secondo fattore (il primo è “Una speranza irragionevole” pag. 52) , destinato a rimanere costitutivo della cultura moderna e contemporanea, e che perciò spiega anche i moti della nostra mentalità.

Di fronte a un cielo in cui Dio era divenuto una lontanissima nuvola, sembrò evidente, più realistico guardare alla terra come sorgente di quell’energia capace di fare grande l’uomo.

È nell’epoca rinascimentale che questo sguardo trova il suo fondamento sistematico, la sua traduzione culturale nell’individuazione di quella fonte di energia: la natura, una natura ben presto panteisticamente intesa.

Smarrito come mentalità socialmente diffusa il senso concreto del rapporto con Dio, la divinità, il mistero dell’origine, è la natura percepita come sorgente dell’essere, dell’energia, della vita intesa come ciò che dà il gusto del vivere e la capacità di fare.

La natura non è più dunque segno di Dio, ma comincia a supplirne la presenza, visto che Egli, non ancora negato, è comunque talmente lontano dagli interessi dell’esistenza che si sente il bisogno di affidarsi a qualcosa di più concreto e di più definibile.

La natura, così, non è niente altro che l’idea panteistica di Dio resasi immanente alla mentalità rinascimentale.

(55) Se la natura è all’origine di tutto, tutto ciò che dalla natura proviene finirà con l’essere un bene, anche se non si adegua a norme morali codificate.

Ciò che si sente corrisponde all’impeto della natura e rappresenta perciò, inevitabilmente il maggior bene dell’uomo: l’esplicitazione dell’istintività diviene un ideale etico, legittimato dalla supposta sintonia dell’istinto con l’ideale naturale.

Qui viene identificata la morale con la spontaneità e si diffonde nella mentalità comune la difficoltà a capacitarsi che quanto è dettato dall’impulso possa anche essere una male per l’uomo.


Mutamento della natura dell’uomo

(238) Nell’uomo cui Cristo si accosta e che liberamente desidera e acconsente al rapporto con Lui – e quindi nella Chiesa -, si verifica un mutamento nella sua natura d’uomo.

Si tratta di una esaltazione ontologica dell’io, vale a dire, di un salto di qualità nella partecipazione all’Essere.

Nella vita della Chiesa l’Essere, Dio, il Verbo fatto uomo, Cristo, comunica all’uomo il dono di una più profonda partecipazione all’origine di tutte le cose, in modo tale che esso resta uomo, diventando qualcosa di più.

Nella Chiesa viene offerta una partecipazione “soprannaturale” all’Essere.

È questo l’elemento più affascinante dell’annuncio cristiano.


Naturalismo

(60) Il naturalismo è riconoscibile come fattore ben presente nel nostro modo di concepire l’esistenza.

Per ravvisare brevemente l’emergere di questo terzo fattore, si potrebbe dire, sia pure con un po’ di semplificazione, che l’esaltazione della natura, che è all’origine di quel naturalismo, ha come facilitato nell’uomo la scoperta di una corrispondenza tra i giochi e i dinamismi della natura e i giochi e i dinamismi del pensiero.

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