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Lettera «Q»


Qahal

(105s) Il termine ebraico con cui si indicava la realtà di Israele come popolo di Dio era qahal.

Questo termine indicava una realtà fatta da individui, ma uniti, che esprimevano la loro unità raccogliendosi come in una assemblea.

(107) Non esiste niente che affermi e insegni all’uomo l’assolutezza di Dio come il fatto che Egli sviluppi  nel mondo la sua opera attraverso coloro che Egli sceglie, attraverso una elezione: Dio non è legato a nulla e proprio nel fenomeno di questa preferenza elettiva si manifesta.


Qahal JAHVE’

(106) La definizione dell’assemblea cristiana (ekklesia in greco, ecclesia in latino) comunque, come l’idea di qahal Jahvè, è determinata e completata con il genitivo Dei: ecclesia Dei. La comunità di Dio.

In che senso questo genitivo si aggiunge al termine del lessico comune?

In senso sia soggettivo sia oggettivo: cioè quel “Dio” significa, da un lato, e in modo più ovvio, che l’assemblea ha Dio come contenuto di interesse, ma, dall’altro, ed è qui che va identificata l’origine della formula, che Dio stesso raccoglie la comunità, che è Dio a riunire coloro che sono suoi, secondo l’espressione spesso usata nel Nuovo Testamento.

Così ecclesia Dei vuol dire raccolti da Dio.

(108) Così all’idea di qahal Jahvè succede l’idea finale di ecclesia Dei. La comunità di Dio, i radunati da Lui.

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