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Lettera «N»
Indice linkato ad ogni parola o tema
Natura
natura di Dio
326 ss- Il Mistero appare all’uomo come gratuità, cioè come carità. Anzi, si può dire quel che ha detto san Giovanni: la natura stessa di Dio è carità. La natura è quella fattura per cui uno agisce in un certo modo; la natura è l’origine delle azioni, perciò, se uno agisce con carità, è perché ha la natura che è origine della carità.
E infatti dice: «Deus caritas est», Dio è amore, ma amore nel suo senso totale, assoluto: vuole il bene dell’altro.
La natura di Dio appare come gratuità in quanto si è donata all’uomo.
Dono: questa è la prima parola in cui si affissa il termine gratuità o il termine carità o il termine amore.
327 – È puro amore, abbiamo detto: senza ritorno.
La natura di Dio appare all’uomo come dono assoluto: Dio si dà, dà se stesso all’uomo. E Dio cosa è? La sorgente dell’essere. Dio dà all’uomo l’essere: dà all’uomo di essere; dà all’uomo di essere di più, di crescere.
328 – Il concetto fondamentale che dispiega tutto il valore del termine carità o gratuità – che delinea così la natura di Dio, il modo di agire di Dio, che noi dobbiamo imitare perché è il Padre – è il dono di sé. La moralità è il dono di sé.
343 – La natura di Dio come si spiega, come ci è stata spiegata da Lui, al di fuori di tutte le immagini che le filosofie umane hanno potuto costruire? Una fonte dell’essere che totalmente si dona, e così è generato il Figlio, e in questo rapporto sprizza fuori una energia amorosa e commossa tale quale la loro, che è lo spirito Santo.
natura umana
126 – «Ultimamente mi è capitato di vivere un rapporto con un ragazzo di 27 anni malato di tumore. È stato un rapporto provocatorio, perché quello che lui aveva dentro era un desiderio di vita e, davanti alla malattia che aveva già segnato il suo destino.…»
Abbiamo, dunque, una natura che è desiderio di vita, e abbiamo una situazione che va verso la morte.
«Lui sentiva che il suo destino era contrario a quel desiderio che….»
No! È sbagliato l’uso della parola «destino»! Il destino era per la vita e le circostanze erano per la morte: vince il destino! Perciò c’è l’immortalità e la vita non si risolve nei limiti che hai qui.
224 – Cosa vuol dire che sono cosciente di me? Che io conosco le cose per cui la mia natura è fatta.
La mia natura è fatta in modo tale che capisce il diritto di poter giungere al termine della sua strada.
La fede ti fa conoscere una fattore presente nella vita del tuo io, nella tua vita, che è più forte ancora della natura.
Per natura dici: «Io ho il diritto alla giustizia: chissà?», il termine della sicurezza naturale è la parola «chissà?».
Invece la fede è coscienza di una Presenza in te e con te, più potente della natura tua, tanto è vero che non ti permette di dire «Chissà?», offenderesti quella Presenza.
384 – Il sacrificio appare contrario alla natura umana. Innanzitutto il sacrificio, dal punto di vista naturale, è inconcepibile.
Naturalmente non c’è niente che desideri il sacrificio, o sembra che niente desideri il sacrificio, che esiga il sacrificio: è come contro natura. Infatti la nostra natura è fatta per la felicità, è fatta per la completezza, è fatta per la bellezza, è fatta per la verità.
La natura è fatta per la felicità e il sacrificio è contrario a questo; e perciò, diciamo, è almeno incomprensibile, il sacrifico dal punto di vista naturale è incomprensibile e, se uno si irrita un po’ diventa anche intollerabile, perché è contro ciò per cui siamo fatti: appare una ingiustizia.
390 – La natura dell’uomo è tragica per questo inizio terribile che si chiama peccato originale, che è un fatto che non possiamo spiegarci, ma senza questo misterioso fenomeno non si spiega più niente.
401 – Si è sempre stanchi di soffrire, perché la sofferenza non è della natura del destino dell’uomo, non è «secondo la Sua parola».
Negatività / negare
75 – Per aderire basta essere sinceri, affermare la corrispondenza e, perciò, essere ragionevoli: la ragionevolezza è affermare la corrispondenza tra quello in cui ci si è imbattuti e se stessi e il proprio cuore.
Per negare occorre un preconcetto: occorre essere attaccati a qualcosa da difendere.
Nichilismo / niente
32 – Bisogna pregare Iddio che abbiamo ad essere così veramente morali da dir di sì a ciò che è positivo e dir di no a ciò che è negativo.
54 – «Maestro anche noi non comprendiamo quel che dici, ma se andiamo via da te, dove andiamo? Tu solo hai parole che spiegano la vita. È impossibile trovare uno come te. Se non devo credere a Te, non posso più credere ai miei occhi, non posso più credere in niente»
È la grande, vera, reale alternativa: o il niente in cui tutto va a finire – il niente di ciò che ami, il niente di ciò che stimi, il niente di te stesso e degli amici, il niente del cielo e della terra, il niente, tutto è niente perché tutto va a finire in cenere – oppure quell’uomo lì ha ragione, è quello che dice di essere.
122 – «Tutto fu bene, anche il mio male» […] qual è l’altra ipotesi che puoi avere? Che la libertà non è adesione all’essere. Quindi, o è fasulla l’invenzione di essere suo, fasulla invenzione di essere, nervosa e negativa affermazione di qualcosa che non c’è, o addirittura l’ipotesi di lavoro della vita è che tutto nella vita è male: «A me la vita è male», diceva Leopardi.
400 – Ho detto che l’io umano, cioè il cuore umano, è il crocevia tra il rapporto con l’eterno (l’infinito) e il nulla: non c’è alternativa.
La difficoltà, difficoltà grandissima – che deve essere vissuta nel timore e nel tremore – ad immaginarsi come è l’infinito è comprensibile, ma il nulla non è comprensibile.
Novecento
125 – Dal settecento in poi si è avuta l’idea che l’uomo poteva risolvere tutto. E da questa presunzione orgogliosa siamo passati al Novecento in cui è successo esattamente l’inverso: dopo la Prima guerra mondiale tutti hanno visto che l’uomo è un disastro; e da allora siamo sempre peggiorati.
È soltanto l’affermazione di una positività ultima che permette all’uomo di affrontare tutti i problemi, di riscoprire e di riaffrontare tutti i problemi e di tendere al risolverli fino a quando ha trovato la soluzione.
Novità / nuovo
134 – Gesù prendeva sempre quell’occasione (il sabato in sinagoga) per alzare la mano e andare fuori a parlare. Quello che incominciò a dire di nuovo, lo disse dentro l’antico: era un modo nuovo di vedere il mondo.
Le parole erano le stesse: era un modo nuovo di vedere le parole antiche.
Insisto perché questa è la vita del cristiano, essere cristiani è questo: una novità che si apre sempre il varco dentro le parole antiche.
167 – La novità nel mondo è la possibilità di un incontro nel quale l’uomo percepisce che esiste la risposta al suo cuore, alle esigenze del suo cuore.
Un incontro con un presente nella cui forma esiste già il destino.
novità e ribellione
307 – «Nel cammino di quest’anno sta nascendo una nuova coscienza; così lavoro in modo che me lo dicono anche gli altri»
Bello. Quando succede questo è l’inizio della nascita di un popolo nuovo.
«Però stasera, quando tu hai detto questi tre punti, mi ha creato una ribellione nuova»
Se è una ribellione nuova potrebbe essere l’inizio di un popolo nuovo!
«La ribellione che mi veniva dentro mi ha posto una domanda: come faccio ad aderire con la mia libertà a questa ribellione che ho?»
Perché ribellione?
«Ribellione perché mi sono sembrati nuovi questi tre punti»
308 – Non è veramente una ragione per una ribellione, la novità non è una ragione per una ribellione.
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I Temi di alcuni libri di don Giussani
- TEMI – Il senso religioso
- TEMI – All’origine della pretesa cristiana
- TEMI – Perché la Chiesa
- TEMI – Il rischio educativo
- TEMI – Generare tracce nella storia del mondo
- TEMI di Si può vivere così?
- TEMI di Si può (veramente) vivere così?
Temi degli ESERCIZI – Collana “Cristianesimo alla prova”
- TEMI – Un strana compagnia (82-83-84)
- TEMI – La convenienza umana della fede (85-86-87)
- TEMI – La verità nasce dalla carne (88-89-90)
- TEMI – Un avvenimento nella vita dell’uomo (91-92-93)
- TEMI – Attraverso la compagnia dei credenti (94-95-96)
- TEMI – Dare la vita per l’opera di un Altro (97-98-99)
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