Temi di «Dare la vita per l’opera di un Altro»- 1a parte

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Lettera «B»


Bambino/i

79 – La nascita di un bambino è un avvenimento.

121 – La definizione del riconoscimento di una Presenza appartiene a quello stadio originale della coscienza umana per cui, di fronte a uno spettacolo della natura, anche il bambino dice: «Che bello!».

Dicendo «Che bello!», esprime non un suo modo di sentire, ma a suo modo di vedere, che è razionale, è l’inizio di una vita, di una cammino razionale.

124-127 – «Se non sarete come bambini, non entrerete mai»: non conoscerete e non possiederete mai niente.

Seguire il carisma rende attuale questo invito al Vangelo.

Perché la modalità con cui il Mistero comunica la dinamica che le cose hanno non può non partire dagli occhi del bambino.

L’occhio del bambino si presenta con un a-priori positivo, non ancora sviluppato, non ancora coscienziato, ma si comunica come positività.

Il riconoscimento della positività dell’essere, di tutte le cose, come primo indizio o inizio di una coscienza che si prende delle cose, è esattamente intuire quello che poi si dirà «obbedienza»: man mano che si diventa grandi si capisce che è una obbedienza.

125 – Per questo «se non sarete come bambini» non vuol dire «se non sarete incoscienti o incapaci di capire», ma «se non sarete come siete fatti», cioè se non andate davanti alle cose, alla vita, come siete fatti: fatti da un Altro, da qualcosa d’Altro.

L’osservazione sui bambini è veramente interessante, perché tutta la loro resistenza al dolore che ne scaturisce non toglie, non strappa il primo impatto che hanno di fronte alle cose: entrano nelle cose con gli occhi sgranati, con tutto il loro impeto, e quando il dolore li colpisce, non necessariamente abbandonano questa semplicità dell’origine.

126 – Paolo e Pietro, le figure degli apostoli sono figure di bambini: sono ritornati bambini quando hanno visto Gesù, ma bambini eticamente, nel loro atteggiamento verso ciò che incontravano, da questo contesto ci è stata insegnata questa verità, che è il culmine del Mistero cristiano nell’esistenza dell’uomo: «Tutto consiste in Lui».

127 – Se Paolo e Pietro o Giacomo o Giovanni, non avessero avuto questa fanciullezza dello spirito rinnovata, risuscitata, fatta rinascere dall’incontro con Cristo, se non fossero stati così, non ci avrebbero detto niente di nuovo.

205 – Come è decisivo lo sguardo che un bambino o un grande «grande» avrebbero portato a quell’uomo, che veniva a capo a un gruppetto di amici e non aveva mai visto quella donna (vedova di Nain), ma si è fermato quando il suono, il ri-verbero del pianto è giunto fino a Lui!

come bambini

124-127 – «Se non sarete come bambini, non entrerete mai»: non conoscerete e non possiederete mai niente.

Seguire il carisma rende attuale questo invito al Vangelo.

Perché la modalità con cui il Mistero comunica la dinamica che le cose hanno non può non partire dagli occhi del bambino.

L’occhio del bambino si presenta con un a-priori positivo, non ancora sviluppato, non ancora coscienziato, ma si comunica come positività.

Il riconoscimento della positività dell’essere, di tutte le cose, come primo indizio o inizio di una coscienza che si prende delle cose, è esattamente intuire quello che poi si dirà «obbedienza»: man mano che si diventa grandi si capisce che è una obbedienza.

125 – Per questo «se non sarete come bambini» non vuol dire «se non sarete incoscienti o incapaci di capire», ma «se non sarete come siete fatti», cioè se non andate davanti alle cose, alla vita, come siete fatti: fatti da un Altro, da qualcosa d’Altro.

L’osservazione sui bambini è veramente interessante, perché tutta la loro resistenza al dolore che ne scaturisce non toglie, non strappa il primo impatto che hanno di fronte alle cose: entrano nelle cose con gli occhi sgranati, con tutto il loro impeto, e quando il dolore li colpisce, non necessariamente abbandonano questa semplicità dell’origine.

126 – Paolo e Pietro, le figure degli apostoli sono figure di bambini: sono ritornati bambini quando hanno visto Gesù, ma bambini eticamente, nel loro atteggiamento verso ciò che incontravano, da questo contesto ci è stata insegnata questa verità, che è il culmine del Mistero cristiano nell’esistenza dell’uomo: «Tutto consiste in Lui».

127 – Se Paolo e Pietro o Giacomo o Giovanni, non avessero avuto questa fanciullezza dello spirito rinnovata, risuscitata, fatta rinascere dall’incontro con Cristo, se non fossero stati così, non ci avrebbero detto niente di nuovo

205 – Come è decisivo lo sguardo che un bambino o un grande «grande» avrebbero portato a quell’uomo, che veniva a capo a un gruppetto di amici e non aveva mai visto quella donna (vedova di Nain), ma si è fermato quando il suono, il ri-verbero del pianto è giunto fino a Lui!

129 – «I concetti creano gli idoli, solo lo stupore conosce.»

Gregorio di Nissa, La vita di Mosé

La semplicità dei bambini è la verità del nostro aderire alla fede, dell’aderire della nostra fede a ciò che la Chiesa dice, che la tradizione cristiana porta a noi, che la Chiesa, nel movimento, ci dice: la semplicità è l’atteggiamento del bambino, che va davanti alle cose senza «ma», «se» e «però», va davanti alle cose, le tocca o le tratta, con immediatezza.

Per questo Gesù dice: «Se non sarete come bambini, se non sarete così da grandi, non entrerete mai, non capirete mai, non sentirete mai».

Battesimo

28-29 – Gesù Cristo prosegue nella storia, in tutti i tempi, dentro il mistero della Chiesa, Corpo suo, formato da tutti coloro che il Padre gli ha affidato nelle mani, come dice Egli stesso, e che Egli, con la forza del suo Spirito, ha nel Battesimo immedesimato a sé come membra del suo Corpo.

Il magistero di Cristo è – perciò coincide con – quello della Chiesa, perché da essa è autenticamente letto e sentito.

29 – Nel Battesimo, gesto fondamentale per cui, nella vita della Chiesa, un uomo è reso immanente al mistero di Cristo, nasce la «nuova creatura».

Questa è l’ontologia nuova, l’essere nuovo, la partecipazione nuova, inimmaginabile, all’Essere, all’Essere come Mistero. Da qui proviene la morale nuova.

61 – La presenza di Gesù Cristo, che è di ogni giorno e di ogni ora nella vita del battezzato, cioè da chi è stato scelto da Lui stesso, cui il Padre ha dato nelle mani tutti gli uomini, è un avvenimento.

Se io sono stato battezzato è perché la forza del Mistero che mi ha trasformato nel Battesimo, attraverso di me voleva passare, per tanti itinerari ed occasioni, ad altri.

Questa è l’ontologia del rapporto nuovo con tutto: il rapporto tra il battezzato e tutti gli uomini scaturisce da questo fine che il Mistero, nel Battesimo ci ha comunicato.

E il Mistero ha incominciato a farci conoscere, con l’energia che ci ha dato nel Battesimo, lo scopo che aveva nel sceglierci

Da qui scatta l’etica, il comportamento da seguire, che io devo seguire quando prendo coscienza del mio Battesimo, che non può essere dimenticato in nessuna azione; in nessun giorno e in nessuna ora l’uomo ha diritto a una dimenticanza di questa scelta.

83-84 – In tutti i sacramenti c’è questo riferimento totalizzante: il segno coincide con il Mistero in senso proprio. I sacramenti rendono presente questo: dal Battesimo, che è la trasformazione totale del nostro essere, all’Eucarestia, che è la pienezza espressiva di questa coincidenza, alla Penitenza, alla identificazione con un compito nell’Ordine e nel Matrimonio.

84 – La sacramentalità è il modo in cui il Mistero dà se stesso, dona se stesso al nulla, creando il suo cosmo, la persona e il cosmo.

Tutto è segno di Lui, è il sacramento della sua presenza nel mondo, perché ogni sacramento è la presenza nel mondo di Cristo morto e risorto.

Si chiama Chiesa, Corpo mistico di Cristo, ciò che viene generato e cambiato sotto l’impulso, la luce e la tenerezza del Battesimo e degli altri sacramenti.

Dio ha concepito il rapporto con il creato come rapporto con un immenso esercito di segni: tutto è segno di Lui.

Trattare bene, usare bene della creazione significa conoscere Cristo per conoscere Dio.

90 – Di qui l’imponenza morale della partecipazione a un movimento ecclesiale come appartenenza a un ambito in cui il dono dello Spirito che viene dal battesimo si concretizza in forme dimostrative e persuasive.

Questo dono dello Spirito si chiama carisma.

161 – «Se questo Dio riesce a commuovere è per il suo volto di uomo»

A. Camus, Taccuini

Gesù di Nazareth, cui il Padre ha dato tutto nelle mani, si afferma, nella storia, in un corpo misterioso, in quanto assimila a sé tutti gli eletti, cioè tutti quelli che Lui sceglie nel Battesimo, li fa parte del Suo Corpo, affermandosi tale là dove due o tre sono riuniti per Lui: il corpo di Cristo passa lì.

165-166 – In Cristo è l’avvenimento di una umanità diversa, in Cristo noi nasciamo come uomo nuovo, che è qualcosa di diverso dagli altri.

Questo avvenimento ha un luogo dove è dato ed emerge: il Battesimo, perché il Battesimo è l’atto con cui Cristo prende una vita, elegge e sceglie una vita.

In Cristo noi nasciamo come uomo nuovo, che è qualcosa di diverso dagli altri, perché battezzato.

Il Battesimo, come luogo dove il Mistero muore dentro la cattiveria umana e risorge per la potenza divina che ha dentro, è il luogo dove l’appartenenza a Dio ottiene da Dio stesso una sopra-natura, una natura più grande.

È nel Battesimo, quindi, che all’uomo è reso possibile diventare grande, prendere coscienza di sé, una coscienza di sé che sfocia nell’annuncio di un rapporto, sfocia anche dentro il suo animo come annuncio di un rapporto eccezionale, eccedente, che «sarebbe eccedente» la sua capacità.


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Temi degli ESERCIZI – Collana “Cristianesimo alla prova”


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