Temi di «Dare la vita per l’opera di un Altro» – 2a parte

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Lettera «U»


Umanità

60 – La cosa più sublime di un atteggiamento morale come quello che Cristo ci insegna è che ogni azione, come rapporto con Dio, con Gesù, con l‘umanità del singolo e della società, è amicizia.

Ogni rapporto umano infatti o è amicizia o è mancante, deficiente, menzognero.

80-81 – Un certo atteggiamento di spirito fa pressappoco così con la realtà del mondo e dell’esistenza (le circostanze, il rapporto con le cose, una famiglia da fare, i figli da educare…): ne accusa il colpo, arrestando però la capacità umana di addentrarsi alla ricerca del significato, cui innegabilmente il fatto stesso del nostro rapporto con la realtà sollecita l’umana intelligenza.

81 – Si arresta cioè la capacità stessa dell’intelligenza umana di addentrarsi alla ricerca del significato cui il nostro rapporto con ciò che ci fa colpo innegabilmente sollecita.

Mentre l’umana intelligenza non può imbattersi in qualche cosa senza percepire che essa, in qualche modo, è segno di un’altra realtà, riprende l’insinuazione di un’altra realtà.

106-107 – (Nella Chiesa senza mondo) La salvezza è concepita «escatologicamente», solo nell’ultimo giorno. In questo modo si evacua totalmente la salvezza dell’umano com’è definita dalla fede, perché la fede annuncia, tende a realizzare e realizza, nel limite del possibile, la salvezza del presente.

Se si confina la salvezza alla fine del tempo, si distrugge di fatto la ragionevolezza della fede, la sua umanità, la concretezza umana del nostro rapporto con Cristo e, da ultimo, la ragione stessa della Chiesa nel mondo, il «chi è» del cristiano nel mondo.

In questo modo l’ontologia cristiana viene distrutta da un’etica intesa come coscienza e uso della realtà che partono da un concetto di che cosa sia l’uomo e da una ontologia umana non percossi dal messaggio cristiano.

107 – Come la natura dell’uomo è salvata da qualcosa di più grande di lui – in cui l’uomo è intero, l’umanità è intera, ma porta la forza di un soggetto senza paragone più grande -, analogamente la concezione morale, nascendo come applicazione di una ontologia, è salvata dalla ontologia propria del discorso cristiano, perché il discorso portato da Cristo è un altro modo di pensare, di concepire e di vivere la realtà.

L’etica che deriva dal naturalismo e dal razionalismo, invece, diventa distruttiva dell’etica che nasce e scaturisce dall’ontologia del discorso cristiano, che è l’annuncio di un essere nuovo, di un essere che è l’umanità nuova, di una nuova umanità.

120 – Senza conoscenza non c’è esperienza, manca il livello umano del vivere (perché l’esperienza è propriamente e definitivamente l’umano del vivere), e perciò non c’è cambiamento dell’umano.

137 – L’uomo prende coscienza della sua umanità, e quindi usa delle parole per descriverla, traendole come significato dalla sua esperienza.

L’uomo vuole avere coscienza, è costretto ad avere coscienza della sua umanità.

L’uomo prende coscienza della sua umanità badando a quella esperienza che è la forma in cui essa si rivela e che costruisce la realtà dell’uomo nel contatto con ciò che incontra.

163ss – L’avvenimento di una umanità diversa.

165 -Vorremmo vedere adesso che cosa implica l’appartenenza a Cristo in tutta la propria esistenza.

È l’avvenimento di una umanità diversa: in Cristo è l’avvenimento di una umanità diversa, in Cristo noi nasciamo come uomo nuovo, che è qualcosa di diverso dagli altri.

166 – L’uomo nuovo è nato, è concepito ed è nato, diversamente da quello naturale: sopraggiunge alla prima nascita una seconda nascita.

167 «Se fosse venuto come Dio non sarebbe stato riconosciuto. Se fosse venuto come Dio, infatti, non sarebbe venuto per quelli che erano incapaci di vedere Dio. Come Dio, non si può dire che è venuto né che se ne è andato, perché, come Dio, egli è presente ovunque, e non può essere contenuto in alcun luogo. Come è venuto invece? Nella sua visibile umanità.»

Sant’Agostino, Commento al Vangelo di San Giovanni

«Venne Dio nella carne per rivelarsi agli uomini che sono di carne, e perché fosse riconosciuta la sua bontà manifestandosi nella umanità»

Bernardo di Chiaravalle, Discorso 1 per l’Epifania, 1-2

Unità

166 – LA cosa interessante, ancora interessante, è che ogni battezzato ha con l’altro un legame imponente, nella capacità di emergere come unità di fronte ad ogni diversità: qui l’unità è data dal fatto che ogni battezzato riverbera l’unità di Dio come mistero.

Perciò è mistero questo, è misterioso l’avvenimento.

172-173 – Il Mistero ha creato misteriosamente, ha voluto un dialogo con il nulla, per quella inconcepibile, e da noi non definibile, unità fra la volontà di Dio che chiede all’uomo: «Chi sono io per te?» e l’uomo che dice: «Tu sei tutto».

173 – «Quella grazia che fece della Chiesa il Corpo di Cristo faccia sì che tutte le membra della carità [cioè dell’amore, tutte le membra del luogo dove Dio ha dimostrato di amare gli uomini] rimangano compatte e perseverino nell’unità del Corpo. Sia questa la nostra preghiera».

San Fulgenzio di ruspe, Ad Monitum libri III

unità di Dio

153-154 – Quel popolo fa una fatica superiore a tutte le altre correnti religiose, perché l’unità e la santità di Dio, cioè del Mistero, «cadono» sopra il fare di tutti i giorni.

154 – L’anima, la coscienza percepisce questo intervento di Dio, ma il corpo aggrava l’anima, il corpo che si corrompe frena l’ampiezza dell’anima.

Ma Dio, il Dio biblico si impone.

L’unità e la santità di Dio c’entrano col fare di tutti i giorni.

unità nuova

196 – Dio fa oggi perché ha fatto ieri! Per questo è una realtà nuova nel mondo, che è entrata nel mondo; è una unità nuova che è entrata nel mondo della Chiesa – per cui si può anche, si deve anche aggiungere che una realtà nuova all’interno della Chiesa aumenta, fa sprigionare più amorosamente e più lucentemente quello che la Chiesa è.

Uomo nuovo

165-166 – In Cristo noi nasciamo come uomo nuovo, che è qualcosa di diverso dagli altri […] perché battezzato

È nel Battesimo che all’uomo è reso possibile diventare grande, prendere coscienza di sé, una coscienza di sé che sfocia nell’annuncio di un rapporto, sfocia anche dentro il suo animo come annuncio di un rapporto eccezionale, eccedente.

166 – Ma l‘uomo nuovo è nato, è concepito ed è nato, diversamente da quello naturale: sopraggiunge alla prima nascita una seconda nascita.


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Temi degli ESERCIZI – Collana “Cristianesimo alla prova”


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