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Lettera «U»
Umanità
108 – Questa è l’umanità nuova o la morale nuova che dalla Fraternità deve dilatarsi nella nostra vita e nella vita della società: la vita tesa a qualcosa d’altro.
128 – Ma quello che Cristo, come modello di umanità, come parametro, introduce in noi è questa coscienza profonda e sempre più invadente che noi apparteniamo a qualcosa di più grande a cui possiamo dire «Padre».
165 – Questo realizza un miracolo in questo mondo, il miracolo di una umanità diversa: sarà una realtà piccola, una famiglia: sarà più grande, una Fraternità; sarà più grande ancora, una comunità, un movimento; sarà decisamente più grande, una realtà geograficamente più vasta, una regione del mondo investita da questo, Come lo fu nel medioevo tanta parte dell’umanità, ma il miracolo è sempre lo stesso.
167 – Dobbiamo aver compassione del mondo! E perciò dobbiamo realizzare ciò che è stato dato a noi perché si diffonda l’umanità migliore, la civiltà della verità e dell’amore attorno a noi, il più possibile
184 – Il lavoro umano è solo questo: spalancarsi ad accogliere lo Spirito di Cristo e vivere creando una umanità nuova, rapporti con gli altri, in vista di questo cambiamento, per questo cambiamento.
Dovrebbe essere una umanità diversa quella che incomincia a nascere da quei rapporti che si creano per il riconoscimento vicendevole di una volontà di cambiamento, per il desiderio che la propria vita diventi vera.
192 – Noi siamo chiamati a portare una umanità nuova come si dice nel Benedictus – : «Benedetto il Signore Dio nostro che ha visitato il suo popolo» -, un’amore, un’amicizia, a essere compagni in cammino.
251 – «Costruisco una Santa Chiesa», cioè una società affrontata secondo la caritas, la carità, nella memoria di Cristo, perché la Chiesa è l’umanità – fatta di mattoni, di carne, di sangue, di cuori e di spiriti – investita e vissuta, abbracciata, nella memoria e nell’amore a Cristo.
254-255 – La santità è un fattore non astratto dalla vita del tempo e dello spazio, è il fattore determinante ultimamente il cammino dell’umano, l’umanizzazione del cosmo.
255 – Uno dei ministri del benessere sociale a Nuova Dehli ha detto (a madre Teresa): «Voi e noi stiamo facendo lo stesso lavoro sociale, ma c’è una differenza fra voi e noi: noi lo facciamo per qualcosa, voi lo fate per qualcuno». Io non ho mai trovato una espressione così sintetica della radicale, profonda diversità di umanità.
Si vede immediatamente come il rapporto con l’umano, con l’uomo singolo, nel bisogno, o con l’uomo nella società, diventa diverso: perché il fare per qualcosa non è amore. È progetto, ma non è amore! Sarà umanitarismo, sarà sentimento nobile, ma non è amore.
258 – «Non voi avete scelto me ma io ho scelto voi, e vi ho mandati»: ecco il movimento che inizia; «e vi ho mandati affinché affinché facciate frutto»: ecco il rifluire nella società e nella umanità; «e ili vostro frutto rimanga»: ecco la Chiesa si costruisce nel tempo.
Se il problema della vita è la gloria di Cristo, se il problema della cultura e della civiltà è la gloria di Cristo, senza gloria di Cristo l’uomo è come il bambino che, giocando al meccano, crea solo formalmente realtà diverse, ma i fattori in gioco sono sempre gli stessi: senza la gloria di Cristo l’umanità non diventa più umana.
266-267 – «Al di sopra di tutto sia la carità, che è il vincolo di perfezione […]». È questa la formula della umanità nuova che vive la fede, della gloria di Cristo, come personalità nuova, mendicante, che giudica e ama secondo un criterio nuovo, che riconosce nel sacrificio il fattore che rende vere le cose, soprattutto l’affettività, che genera e nello stesso tempo abbraccia una compagnia, fa dei rapporti umani una compagnia e non ha più obiezione nel dolore, perché il dolore è una obiezione solo per chi non lo conosce e non Lo accetta.
267 – Chiediamo per ognuno di noi a Dio questa povertà di cuore o questa semplicità da bambini, per saperlo riconoscere e quindi renderlo centro della nostra vita, criterio della nostra vita, criterio della nostra affezione e sorgente di una umanità nuova, in cui l’unità fra le persone, altrimenti estranee anche in casa, è assicurata dalla memoria di Lui, dalla coscienza della Sua presenza.
Quella pace a cui «siamo stati chiamati in un solo corpo» c’è soltanto una umanità che si riconosca per questo.
umanità è coscienza
137 – Nasce realmente un uomo diverso, che è esattamente come tutti gli altri, ma ha, diciamo in termini pittorici, quella prospettiva o questa profondità o, in termini semplici, questa coscienza, cioè questa umanità; perché l’umanità è coscienza e la misura della umanità è la misura della coscienza.
Umiltà
71-72 – La moralità ha come suo clima verificante l’umiltà, perché l‘umiltà è la coscienza del nostro niente e di ciò che conferma il nostro nulla, in modo paradossale, approfondendolo, se si può dire così, rendendolo più grave: è il senso del nostro peccato.
Ma, nello stesso tempo, l’umiltà lascia lieti e certi; certi perché Dio è più forte, perché Cristo è più forte di me, e «Tu, Cristo, vincerai, mi vincerai. Tu toglierai le catene che mi inceppano. Tu, Cristo, toglierai la fragilità che mi atterra».
Soltanto nell’umiltà di chi è profondamente teso a Cristo, ama Cristo, vive l’affezione al Mistero che lo crea, lo attende e lo accompagna, solo per chi è in questa umiltà la compagnia risalta in tutta la sua provvidenzialità.
Solo l’umile non si scandalizza che la compagnia sia fatta tutta da gente come me, e guarda soltanto all’aiuto pieno di forza che attraverso di essa il Signore dà, perché Cristo agisce in me, su di me, attorno a me, nel mondo, attraverso questa compagnia che Lui continuamente crea.
72 – Solo nella umiltà la vita muterà.
188 – Sii umile! La sequela è la preghiera, è lo spirito della preghiera – lo spirito della preghiera è la mendicanza di Cristo – che si attua nella umiltà: uno fa quello che può.
195-196 – Guardate, io credo che dovremo fare qualche lavoro sulla umiltà, perché senza umiltà non ci si raccapezza più, senza umiltà uno ha invidia di chi è più avanti e nello stesso tempo lo rimprovera perché
è più avanti, e si distacca, perché quello lì è più avanti: è la dissoluzione di tutto, il tizio si scoraggia e non fa più niente.
196 – (Relativamente al sostegno della stampa di CL) Non abbiate paura di essere liberi in questo, non calcolate quantitativamente la vostra statura di fronte all’Eterno, siate semplici e perciò spontanei e umili, non tirate via lo sguardo perché avete paura e non mettetevi in gara per essere i primi.
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I Temi di alcuni libri di don Giussani
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- TEMI – All’origine della pretesa cristiana
- TEMI – Perché la Chiesa
- TEMI – Il rischio educativo
- TEMI – Generare tracce nella storia del mondo
- TEMI di Si può vivere così?
- TEMI di Si può (veramente) vivere così?
Temi degli ESERCIZI – Collana “Cristianesimo alla prova”
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- TEMI – La convenienza umana della fede (85-86-87)
- TEMI – La verità nasce dalla carne (88-89-90)
- TEMI – Un avvenimento nella vita dell’uomo (91-92-93)
- TEMI – Attraverso la compagnia dei credenti (94-95-96)
- TEMI – Dare la vita per l’opera di un Altro (97-98-99)
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