TEMI di «La verità nasce dalla carne» – Esercizi 88-89-90 – 1a parte

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Lettera «D»


Dimenticanza

77 – Quanta dimenticanza viviamo, quanta confusione, una confusione spesso resa adirata o ansiosa dalla necessità di dare valutazione su cose che, in fondo, tante volte non toccano proprio la nostra vita personale come le cose quotidiane, ma che ci trovano implicati in tanti ambiti. E in questa confusione, come è utile l’avere un punto di riferimento e d’appoggio, un criterio di riferimento!

104-106 – A parte il fatto che l’uomo di oggi, che ha questa pretesa, mai ha realizzato questa schiavitù, fin mentale e nel cuore, come quella attuale, tanto più tremenda quanto più egli pretende di farsi da sé, quanto più dimentica la sua dipendenza totale e originale: «Io ti ho amato di un amore eterno, ti ho attratto all’essere, ti ho tratto a me, avendo pietà del tuo niente» (Ger 31,3).

Nessun senso del mio essere peccatore è più grande dell’accorgermi di questa dimenticanza – la dimenticanza della mia dipendenza totale e originale -, che viene rotta sì quotidianamente, ma ancor troppo raramente. Diventasse normale la consapevolezza di questa dipendenza! Ogni volubilità è violenza.

Dipendenza

108 – Un bambino nel seno di sua madre, appena accennato, è ancora “corposo”, per così dire, ha una sua consistenza; noi siamo più dipendenti, siamo come bambini nel seno di Dio. Questo concetto di una dipendenza totale, per cui Dio «mi» ha voluto, Dio «ti» vuole, non solo rimane, ma si incrementa e diventa acuto, molto più acuto, perché più cosciente, nel Nuovo Testamento.

Domanda / domandare

14 – Da molto tempo l’uomo occidentale ha bruciato la bisaccia e il bastone del viandante, con la sua commovente attitudine alla domanda [uno che vive come un viandante deve domandare e basta]. La Dimora (Ethos) dell’uomo non è più l’orizzonte [ non è più una strada quella su cui è], ma [è] il nascondiglio [la vita dell’uomo è come un nascondiglio], dove non incontra nessuno e dove, perciò, comincia a dubitare della sua stessa esistenza».

A. Socci, Obiettivo Tarkovskij

42-44 – Immaginiamoceli (Simone, Filippo, Giovanni di fronte a Gesù) come sono lì? A guardarlo cioè a sentirlo. A sentirlo cioè a imparare. Ma non sono termini compiuti. È come se tutta la loro persona fosse una domanda, perché non si può, con la nostra ragione, imbastire un lavoro che capisca il Mistero, percorrere una strada che capisca la presenza del Mistero in questo uomo, chi sia questo uomo.

C’è un solo gesto di fronte a Cristo, tutto quello che abbiamo detto arriva a un punto semplicissimo: la domanda.

Vi scongiuro, questo punto semplicissimo tenetelo presente.

43 – Nell’attesa affascinante e appassionata di sperimentare il cambiamento in sé e attorno a sé, noi abbiamo un solo modo di metterci, di tenerci in rapporto con Lui, così come era per Simon Pietro quando lo stava a sentire: è la domanda. bisogna domandarlo, bisogna mendicarlo.

L’uomo vero, quello originale, è creatura: è creatura, cioè ha bisogno di tutto, era niente e diventa essere. Perciò gli viene dato tutto. Allora, uno che non ha niente per vivere stende la mano: mendicanza. Noi dobbiamo mendicare Cristo.

Come faremo a essere fatti diventare uomini veri, come faremo a comunicarlo in modo tale che il mondo sia anch’esso cambiato? È la domanda.

«Se voi, che siete cattivi, non sapete rifiutare ai vostri bambini le cose buone quando ve le domandano, come farà il Padre vostro a non darvi lo Spirito di Cristo, se lo chiedete?»

Lc 11,13

44 – L’essenza del pregare è una sola, come l’essenza del rapporto tra il vostro bambino piccolo di un anno e voi, madri: è la domanda, la domanda di vita, la domanda di essere.

69 – Pensando alla vita nuova, alla umanità nuova che i primi cristiani hanno introdotto nel mondo, che è una tensione, che è una apertura del cuore, che è un’attesa, che è molto più una domanda da bambini, una mendicanza da poveri, che una pretesa di volontà, che un proprio progetto.

Questa mendicanza da poveri, questa domanda da bambini non può essere inventata in un momento; è un assetto, un atteggiamento, che implica una concezione della vita, un sentimento della propria persona, un desiderio e una tensione dell’animo, possibili solo nella compagnia di Cristo.

71 – Anche se non si riesce a pensare, se non si sa che cosa dire, la nostra stessa disponibilità è una preghiera, è una domanda, è una domanda in embrione, come la vita è in embrione nei vostri bambini piccoli.

87 – «Simone di Giovanni, mi ami tu?» Ogni nostro nome è oggetto di questa domanda. È dalla risposta a questa domanda che la gioia può diventare possibilità di vita per noi e suprema testimonianza alla grande confusione, alla grande ottusità, alla immensa banalità del mondo.

99 – Qui non c’è limite: c’è soltanto quel seguirLo umile che si chiama domanda, la domanda di essere come Lui. Che la carità sia, pardon, diventi la dinamica della nostra vita!

118-119 – Ciò per cui siamo stati eletti e fatti è Cristo ha un risvolto, ha solo un corollario importante, questo: «Se qualcuno manca di sapienza, la domandi».

L’espressone tipica dell’uomo cosciente è la domanda, ricchezza del povero.

«Se qualcuno manca di sapienza la domandi a Dio, che dona a tutti generosamente e senza rinfacciare, e gli sarà data, la domandi però con fede, senza esitare, perché chi esita somigli all’onda del mare mossa e agitata dal vento; e non pensi di ricevere qualcosa dal Signore un uomo che ha l’animo oscillante e instabile in tutte le sue azioni.»

Gc 1,5-8

«Ah… ma io sono instabile e oscillante, e allora…» no, almeno una azione ce l’hai non instabile e oscillante, che è quella di domandare di non essere instabile e oscillante.

119 – La domanda non può farla che un animo umile. La virtù più adeguata, più definitiva dell’uomo, dell’uomo che era niente ed è diventato terra, polvere, è l’umiltà, che deriva da humus, che vuol dire «terra».

147 – Se uno domanda, se uno anche tacitamente domanda, se uno spalanca l’occhio del cuore, è perché le sue opere, vengano alla luce: e la vita di Dio Può sembrare lunga, lunga fino all’ultimo, ma quello è salvato.

209 – È vero quello che dice san Bernardo: «L’uomo incomincia la sua verità nel riconoscimento della sua miseria». Allora è mendicante e la sua ricchezza è nella domanda e nella dipendenza.

mendicanza / mendicare

43 -L’uomo vero, quello originale, è creatura: è creatura, cioè ha bisogno di tutto, era niente e diventa essere. Perciò gli viene dato tutto. Allora, uno che non ha niente per vivere stende la mano: mendicanza. Noi dobbiamo mendicare Cristo.

44-45 – Chi di noi può dire veramente di riconoscere la Sua presenza nella propria vita, nella propria casa, nella propria compagnia -veramente -?

45 – Questo non riconoscimento smorza, dilapida e svuota l’impeto supremo dell’uomo, l’unico vero impeto supremo dell’uomo, l’unico vero impeto umano, che è la mendicanza.

69 – Pensando alla vita nuova, alla umanità nuova che i primi cristiani hanno introdotto nel mondo, che è una tensione, che è una apertura del cuore, che è un’attesa, che è molto più una domanda da bambini, una mendicanza da poveri, che una pretesa di volontà, che un proprio progetto.

Questa mendicanza da poveri, questa domanda da bambini non può essere inventata in un momento; è un assetto, un atteggiamento, che implica una concezione della vita, un sentimento della propria persona, un desiderio e una tensione dell’animo, possibili solo nella compagnia di Cristo.

144 – «Se dunque voi che siete cattivi sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre buone celeste darà lo Spirito Santo a coloro che glielo chiedono

Lc 11,5-13

Ecco, è confermato: l’unico delitto nella vita è non mendicare Cristo, non mendicare lo Spirito di Cristo, non ripetere l’ultima parola della Bibbia, il riassunto di tutta la storia dell’umanità e di Dio tra gli uomini: «Vieni, Signore!», «Vieni in me Signore!». La grande ricchezza dell’uomo è la mendicanza.

209 – È vero quello che dice san Bernardo: «L’uomo incomincia la sua verità nel riconoscimento della sua miseria». Allora è mendicante e la sua ricchezza è nella domanda e nella dipendenza.


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Temi degli ESERCIZI – Collana “Cristianesimo alla prova”


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