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Lettera «F»
- Fede
- Fraternità/fraternità
- gruppi di Fraternità
Fede
51-52 – Ma i valori cristiani rappresentano una moralità che deriva, quasi senza accorgersene, nasce, quasi senza che uno se ne accorga – e guai se manca questo momento infantile, se manca questo momento da fanciulli, perché allora non c’è neanche l’atteggiamento grande -, dal guardare Cristo presente, dalla fede. «Questa è la vittoria che vince il nostro male, la fede», cioè il riconoscimento della Sua presenza.
52 – Uno ci può anche non pensare, perché, se vive semplicemente la fede – però la vive, cioè la sente, non nel senso banale del termine -, vi aderisce.
95-98 – Ho trovato una preghiera di sant’Anselmo che riguarda proprio l’urgenza che abbia a crescere l’unità tutta e mia nella fede, l’unità della nostra persona, una unità è “congegnata” di intelligenza, cioè di comprensione sempre più grande, e di affezione sempre più grande, perché la vostra gioia sia piena.
«Ti prego, Signore, fammi gustare attraverso l’amore quello che sento attraverso la conoscenza. Fammi sentire attraverso l’affetto quello che sento attraverso l’intelletto. Tutto ciò che è Tuo per condizione, fa’ che sia Tuo per amore. Attirami tutto al Tuo amore. Fà Tu, o Cristo, quello che il mio cuore non può. Tu che mi fai chiedere, concedi!»
Ansemo d’Aosta – «De redemptione humana»
Ora, quando la persona è ben unita, vale a dire quando c’è la comprensione della fede, pardon, quando avanza la comprensione della fede e si rende più densa l’affezione al suo contenuto, cioè a Cristo, allora quella che è chiamata gioia da san Paolo può essere più precisamente definita come speranza: vibra, si dilata e s’avventa sul tempo e sulla spazio della nostra esistenza la speranza.
97 – Guardate cosa dice san Paolo ai Corinti:
«Noi non intendiamo fare da padroni sulla vostra fede»
2Cor 1,24
La tua fede, fratello mio, è rapporto fra te e Cristo, e non c’è niente che possa sospendere questo rapporto, che possa penetrare, stare in mezzo, fare da coibente, da impedimento in questo rapporto, oppure sostituirti in questo rapporto.
No, noi non facciamo da padroni della vostra fede, noi parliamo alla vostra libertà, come la vostra presenza parla alla mia libertà.
Non c’è nessuna gioia senza fede, senza che la fede diventi conoscenza progressiva, senza che la fede scaturisca in affezione che mobiliti la nostra volontà, senza che il cuore non si perda, perché il cuore è la libertà.
La fede è intelligenza e affezione.
La gioia è un sintomo, è un test, che abbiamo compiuto il sacrificio bene.
123 – Oggi potremmo individuare quattro punti, che segnano il cambiamento che, nelle nostre case, viene generato dalla fede. La fede è la coscienza della grande Presenza tra noi, è la memoria di Cristo, è domandare che egli venga.
- a) Dalla banalità delle cose quotidiane cambiare significa che la banalità apparente non è banalità e l’apparente dignità non è dignità, le cose solite non sono solite e le cose importanti non sono importanti. Si chiama offerta questo gesto che deriva dalla coscienza della Sua presenza.
- b) Scoppia una lealtà con gli scopi immanenti l’azione, scoppia un gusto del lavoro che non si può conoscere altrimenti.
- c) In ogni azione scaturisce, zampilla una sorgente per la vita eterna: si chiama gratuità.
- d) Nel sacrificio: croce e resurrezione. È nel sacrificio che la verità non resta dottrina cristallizzata, ma nasce dalla carne.
158 – Abbiamo una grande confidenza: la parola fede, la fortezza della fede, cui accenna san Paolo, è la capacità stupefacente del bambino di affidarsi al padre e alla madre, a chi lo ha generato, a chi lo genera.
Fraternità/fraternità
58 – Comunque sia la legge della koinonìa è la legge di ogni vera comunità cristiana. Provate a pensare alla vostra scuola di comunità, al vostro gruppo di Fraternità, alla vostra comunità di Fraternità, alla Fraternità della vostra città o della vostra regione, pensate a cosa dice san Paolo nella lettera ai Galati capitolo 5 versetto 14 e seguenti: «Tutta la legge[…] trova la sua pienezza in un solo precetto: ama il prossimo come te stesso».
76 -Lettera: «La Fraternità è una compagnia che ci educa a servire, a seguire il movimento, domandando che l’incontro con Cristo diventi il contenuto di tutto».
La Fraternità è il modo con cui ci aiutiamo a vivere questa nostra più grande compagnia.
Abbiamo questa semplicità?
82 – Comunque sia, la comunità e soprattutto la Fraternità, oltre sorgente di una direttiva, deve essere sorgente di di sostegno.
La lettera che ho iniziato prima dice anche: «all’ultimo incontro di Fraternità ci siamo lasciati con questa frase: “Prendete coscienza del Mistero di Cristo tra non significa pretendere già di saperlo, ma riconoscere che questo Mistero ci è compagnia, per questo la certezza della vita è in questa sequela del movimento“»; non è il movimento, ma è in questa sequela al movimento: nella banalità dei nostri volti e nella goffaggine dei nostri metodi sta qualcosa che illumina e salva la vita.
160 – Mi permetto di leggervi il saluto che ci ha mandato Sua Eccellenza monsignor Cordes:
«Ai membri della Fraternità di Comunione e Liberazione. Mi è gradito farvi pervenire in occasione del ritiro annuale, che anche questa volta vi vede assai numerosi, il mio saluto e la mia stima nel Signore. Come il santo Padre di ha detto di recente, “urge dovunque rifare il tessuto cristiano della società umana. Ma la condizione è che si rifaccia il tessuto cristiano delle stesse comunità ecclesiali. Ecco il grande compito che ci attende. Pensando a voi e allo stile di preghiera del vostro movimento devo riconoscere che, per grazia dello Spirito, all’origine di tutto il vostro impegno vi è la tensione spirituale a vivere la memoria di Gesù Cristo dentro ogni situazione dell’umana esistenza. Perché questa tensione non venga mai meno vi riunite in Fraternità e così vi sostenete in questo grande compito della vita cristiana. Consapevoli che la sequela di Cristo esige una dedizione totale, tesa ad investire tutta la realtà, molti di voi, in piena lealtà laicale, hanno saputo incidere concretamente sul tessuto culturale e sociale senza venir meno all’originario intendimento. La grande famiglia della Fraternità di Cl rivela in tal modo il suo singolare “genio” nel saper coniugare una fedeltà viva alla grande tradizione ecclesiale e una intrepida capacità di creare “forme nuove di vita”, secondo la preziosa indicazione che ebbe a darvi Giovanni Paolo II al meeting del 1982.[…].
161-168 – Ricordo velocemente solo alcune cose che mi premono, discusse e approfondite insieme all’Esecutivo della Fraternità, in attesa della Diaconia centrale, che è l’organo autorevole per tutta quanta la Fraternità, si raccolga con ampio tempo per discutere tutta la vita della nostra comunità.
- a) Lo scopo della Fraternità coincide con lo scopo del movimento. È il movimento che costituisce la novità di grazia che lo Spirito ha suscitato nella Chiesa di Dio. Il movimento e la Fraternità ha come ideale la dedizione di tutta la vita a Cristo. È questo il cuore del messaggio cristiano.
- b) Il carisma è la modalità con cui lo Spirito ti raggiunge usando il tempo e uno spazio precisi, un temperamento e una storia precisi, una persona precisa, un incontro. Si chiama carisma la modalità con cui lo Spirito mi raggiunge persuasivamente.
- c) Ci sono due regole fondamentali perché il carisma sia vissuto come obbedienza che lo renda movimento capace di comunicare la memoria di Cristo e di testimoniarLo.
- l‘unità come riferimento, reale e determinante al punto originale. O l’obbedienza o l’interpretazione. Nell’obbedienza affermi qualcosa che hai incontrato, più grande di te. nell’interpretazione non hai da fare niente altro che affermare te stesso nella tuta misura, cioè nella tua limitazione e nei tuoi difetti.
- La seconda caratteristica è la libertà […] che è responsabilità personale, piena di intelligenza e di cuore, nell’aderire al fatto che ci è stato offerto nell’aderire alla grande Presenza. La libertà è la capacità di riconoscere, il dono di riconoscere, meglio, è l’apertura al dono di riconoscere e di amare al grande Presenza.
- d) La Fraternità si realizza concretamente nei vari gruppi. Che il gruppo sia un aiuto alla carità fraterna vuol dire che deve favorire una trama di rapporti, di attenzioni, di sacrifici per aiuti personali. Il gruppo è un rapporto dove si esplica la carità più che una riunione, o peggio, una interpretazione e un giudizio propri sul movimento e quello che fa.
- e) Da ultimo, ricordo che l’opera della Fraternità è il movimento. E così ritorno sulla prima osservazione: la Fraternità è l’espressione più matura di quella esperienza vi vita di fede che si chiama movimento. L’edificazione del movimento deve essere una passione profonda per noi. L’edificazione del movimento è, infatti, il dilatarsi della testimonianza di Cristo.
237-238 – Se volete un giudizio, se volete avere un giudizio sul vostro gruppo di Fraternità o sulla Fraternità come tale, fatevi questa domanda: risulta un sostegno vicendevole alla memoria?
Potete vedervi quando volete[…], ma deve risultare un sostegno vicendevole in questa memoria, attraversando qualsiasi convenienza umana.
Se ci trattiamo male, «se» come dice san Paolo «ci mordiamo a vicenda», come facciamo a richiamarci, a sostenerci nel richiamo?
Mi diceva una persona dei Memores Domini: «La casa è il luogo che ho sempre cercato perché è il luogo dove si cerca Dio». Invece della casa, mettete il gruppo di Fraternità, la Fraternità: «La Fraternità è il luogo dove si cerca Dio».
Se un gruppo di Fraternità deve essere una realtà vissuta che ci costringa a richiamare Cristo, a richiamarci alla memoria, e a domandarci: «Che cosa cerchi in tutto quello che fai?», «Che importa se ti prendi tutto e poi perdi di vista questo?»
Se la Fraternità deve essere una realtà vissuta in questo modo, deve anche essere un luogo di carità. Ma la parola più riassuntiva è la parola «perdono».
248 -Mi permetto infine di dare anche questo avvertimento: una presa di posizione pubblica di CL, in linea di massima, deve essere assunta dal movimento in quanto tale.
È inconcepibile che un gruppo di Fraternità si distingua o si separi dal movimento di CL. Non è chiaro? Se ci fosse motivo di eccezione, sarà giusto sottoporlo prima all’Esecutivo della Fraternità. Il paragone è essenziale, per una compagnia in cammino, con chi ha responsabilità che non vorrebbe avere.
gruppi di Fraternità
58 – Comunque sia la legge della koinonìa è la legge di ogni vera comunità cristiana. Provate a pensare alla vostra scuola di comunità, al vostro gruppo di Fraternità, alla vostra comunità di Fraternità, alla Fraternità della vostra città o della vostra regione, pensate a cosa dice san Paolo nella lettera ai Galati capitolo t versetto 14 e seguenti: «Tutta la legge[…] trova la sua pienezza in un solo precetto: ama il prossimo come te stesso».
61 – […], un gruppo di Fraternità dovrebbe essere un pezzo di realtà «che ha al suo interno un criterio che nessuno altro ha.»
166-167 – La Fraternità si realizza concretamente nei vari gruppi. Ora, il gruppo deve essere innanzitutto un aiuto alla carità fraterna, come abbiamo cercato di richiamare ieri. Che il gruppo sia un aiuto alla carità fraterna vuol dire che deve favorire una trama di rapporti, di attenzioni, di sacrifici per aiuti personali.
Il gruppo non è innanzitutto il luogo dove si discute o dove si sente uno parlare, ma è là dove si instaura una attenzione vicendevole.
167 – Per questo io ho sempre detto che al gruppo ridotto a raduni in cui uno parla o alcuni, sempre quelli, blaterano, preferisco un gruppo che si ritrovi a fare una bella cena una volta al mese.
Un aiuto alla carità fraterna: il gruppo è un rapporto in cui si esplica la carità, più che una riunione o una interpretazione. e un giudizio propri sul movimento e su quel che fa.
Tante volte uno si fa forte del gruppo o del momento del gruppo per parlare male del movimento o di quel che fa il movimento, ma è una contraddizione: è una diseducazione, non un educazione.
237-238 – Se volete un giudizio, se volete avere un giudizio sul vostro gruppo di Fraternità o sulla Fraternità come tale, fatevi questa domanda: risulta un sostegno vicendevole alla memoria?
Potete vedervi quando volete[…], ma deve risultare un sostegno vicendevole in questa memoria, attraversando qualsiasi convenienza umana.
Se ci trattiamo male, «se» come dice san Paolo «ci mordiamo a vicenda», come facciamo a richiamarci, a sostenerci nel richiamo?
Mi diceva una persona dei Memores Domini: «La casa è il luogo che ho sempre cercato perché è il luogo dove si cerca Dio». Invece della casa, mettete il gruppo di Fraternità, la Fraternità: «La Fraternità è il luogo dove si cerca Dio».
Se un gruppo di Fraternità deve essere una realtà vissuta che ci costringa a richiamare Cristo, a richiamarci alla memoria, e a domandarci: «Che cosa cerchi in tutto quello che fai?», «Che importa se ti prendi tutto e poi perdi di vista questo?»
Se la Fraternità deve essere una realtà vissuta in questo modo, deve anche essere un luogo di carità. Ma la parola più riassuntiva è la parola «perdono».
245 – Avevo preso tanti appunti su come devono essere i gruppi di Fraternità, ma ve lo direte tra voi, con i vostri responsabili, ma soprattutto tra di voi, perché non c’è bisogno di definire nulla: perdonatevi e siate pieni di carità.
248 -Mi permetto infine di dare anche questo avvertimento: una presa di posizione pubblica di CL, in linea di massima, deve essere assunta dal movimento in quanto tale.
È inconcepibile che un gruppo di Fraternità si distingua o si separi dal movimento di CL. Non è chiaro? Se ci fosse motivo di eccezione, sarà giusto sottoporlo prima all’Esecutivo della Fraternità. Il paragone è essenziale, per una compagnia in cammino, con chi ha responsabilità che non vorrebbe avere.
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I Temi di alcuni libri di don Giussani
- TEMI – Il senso religioso
- TEMI – All’origine della pretesa cristiana
- TEMI – Perché la Chiesa
- TEMI – Il rischio educativo
- TEMI – Generare tracce nella storia del mondo
- TEMI di Si può vivere così?
- TEMI di Si può (veramente) vivere così?
Temi degli ESERCIZI – Collana “Cristianesimo alla prova”
- TEMI – Un strana compagnia (82-83-84)
- TEMI – La convenienza umana della fede (85-86-87)
- TEMI – La verità nasce dalla carne (88-89-90)
- TEMI – Un avvenimento nella vita dell’uomo (91-92-93)
- TEMI – Attraverso la compagnia dei credenti (94-95-96)
- TEMI – Dare la vita per l’opera di un Altro (97-98-99)
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