TEMI di «La verità nasce dalla carne» – Esercizi 88-89-90 – 1a parte

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Lettera «G»


Gioia

16 – Come diceva san Paolo:

«Noi non intendiamo far da padroni sulla vostra fede; siamo invece i collaboratori della vostra gioia»,

2Cor 1,24

perché la gioia è la vita e la morte non la ferma.

30-31 – «[…] quello che abbiamo veduto e udito, noi lo annunciamo anche a voi, perché anche voi siate in comunione con noi. La nostra comunione è col Padre e col Figlio suo Cristo. Queste cose vi scriviamo perché la vostra gioia sia perfetta».

1 Gv 1,1-4

Queste cose vi diciamo perché la vostra gioia sia perfetta!

No, non è un qualcosa di illusorio che copra improvvisamente, in un momento enfatico, tutto il dolore, le contraddizioni della vita, e particolarmente la contraddizione dolorosa del nostro male. Eppure, ognuno di noi capisce che questa gioia è possibile a lui così come è.

Diventerà una gioia con le lacrime, nel dolore del proprio male o nel dolore di ciò che ci è accaduto: ma è sempre una gioia, pur dentro le lacrime.

36 – Io credo che questo sia il punto più puro della nostra gioia, quello che rende possibile la gioia: questo amore alla verità fatta carne, questa affezione quasi senza sentimento, anzi no, carica di un sentimento profondo, l’attaccamento.

73-74 -Siamo un popolo che cammina verso la gioia profonda di un cambiamento. È nel cambiamento la presenza della creazione, la presenza della felicità finale.

74 – È nel cambiamento che tutto questo si rende segno.

86-87 – C’è un segno di questo che è come la voce che hanno sentito nel Vangelo, come un tuono nel cielo sereno: è la gioia, è l’esperienza della gioia. La parola «gioia», infatti, più ancora chela parola «vita» e è più ancora nella «vero», è senza possibile inganno. La parola gioia non può subire alcuna censura o alcuna falsificazione.

Incontrare la gioia è l’aspetto più rombante, clamoroso della testimonianza.

È come un compito, per noi, tendere alla gioia, quella gioia che può stare anche con il più grande dolore, come abbiamo sentito dalla testimonianza di Mounier ieri, che può stare anche di fronte alla morte, di fronte alla morte della persona più cara.

87 – Noi dobbiamo supplicare il Signore che ci renda suoi testimoni nel mondo attraverso la gioia. La gioia avviene come la trasfigurazione: non è una cosa continua; continua sarà in Paradiso.

Ma che essa esploda, o che essa trapeli, o che essa vibri come nascosta e se ne senta la voce, che essa appaia nella nostra vita davanti agli occhi di tutti, insomma, che la gioia, secondo il disegno del Padre, punteggi il nostro cammino come pietra miliare che indichi la foce giusta, il destino perseguito in modo esatto, è quello che ogni giorno attendiamo.

Noi preghiamo la Madonna che interceda per noi presso Dio – che supplichiamo in questa Santa Messa -, affinché ognuno di noi abbia la vita graziata dalla gioia, quella gioia che è là dove non sia necessario dimenticare o rinnegare nulla; quella gioia che scaturisce soltanto dalla posizione di Abramo: «Dio è tutto», di fronte alla figura di una ingiustizia peggiore della morte: «E Abramo tosto si alzò».

La gioia nasce solo da questa accettazione totale di Cristo, dalla dedizione totale a Cristo.

«Simone, figlio di Giovanni, mi ami tu?» Ogni nostro nome è oggetto di questa domanda.

È dalla risposta a questa domanda che la gioia può diventare possibilità della vita per noi suprema testimonianza alla grande confusione, alla grande ottusità, alla immensa banalità del mondo.

96-98 – Quando la persona è ben unita, vale a dire quando avanza la comprensione della fede e si rende più densa l’affezione al suo contenuto, cioè a Cristo, allora quella che è chiamata gioia da san Paolo può essere più precisamente definita come speranza.

97 – «Noi non intendiamo fare da padroni sulla vostra fede; siamo invece collaboratori della vostra gioia »

2Cor 1,24

Non c’è infatti nessuna gioia senza fede, senza che la fede scaturisca in affezione che mobiliti la nostra volontà, senza che il cuore non si perda, perché il cuore è la libertà.

La fede è intelligenza e affezione. Senza questo, non ci può essere gioia.

Veramente san Paolo nella lettera ai Filippesi dice: «Siate lieti nel Signore», ma la parola letizia è come la versione più discreta della parola gioia, e la gioia è come il fiorire definitivo della pianta, mentre la letizia è la piante che può fiorire in gioia.

98 – Ho citato questo pezzo della Lettera ai Corinti di san Paolo perché la gioia è un sintomo, è un test che abbiamo compiuto il sacrificio bene: queste giornate devono aumentare la nostra gioia[…] e la gioia, che è propria di chi riconosce il Signore, la gioia della Pasqua, la gioia di Cristo risorto.

Gloria di Cristo

33 – Che dobbiamo dire? Toglici il fastidio nella vita, toglici il dolore nella vita, toglici la contraddizione, toglici questa contraddizione insopportabile che è il male, il peccato? Dobbiamo dire questo? Ma se siamo giunti a quest’ora, se siamo nati alla vita per testimoniare, per testimoniare chi è Cristo, per dare gloria al Padre, vale a dire per affermare questo disegno affascinante, mirabile, che Dio sia più potente di tutta quanta la nostra non solo fragilità, ma cattiveria! Perché egli sapeva che cosa c’è nel cuore dell’uomo.

122 – Fa’ che noi, che abbiamo saputo attraverso l’angelo l’incarnazione del Figlio tuo Gesù Cristo, per la sua morte e resurrezione siamo portati all’esperienza della sua gloria: l’esperienza della sua gloria è proprio la trasformazione della vita, i l cambiamento della vita e del mondo.

127 – In tutte le azioni, domina l’amore al regno di Dio, l’amore alla gloria di Cristo, perché la gloria di Cristo s’afferma attraverso la materialità delle circostanze.

Che il rapporto uomo-donna sia per la gloria di Cristo, che questo penetri dentro come fattore determinante, nel senso dell’aria per chi respira, è la gratuità. Normalmente è impossibile che un uomo agisca per gratuità, perché la gratuità è il nesso fra l’azione e l’infinito, è la sublimità dell’azione che fiorisce da una ontologia, si dice in filosofia: la sublimità è l’essere grande dell’azione, la gratuità è il riverbero psicologico e affettivo di questa sublimità.

138 – Se il valore dell’esistere è la gloria di Cristo, è l’affermazione del Mistero, non puoi vantarti di niente.

147 – L’itinerario dello Spirito è uno struggimento per la gloria di Cristo, perché Cristo sia conosciuto, per far capire Cristo.

Gratitudine/gratuità

52 – Ecco, la carità è la sorpresa, lo stupore di questa Presenza, che mi dona se stessa, mi illumina, mi rincuora, mi accompagna, ed è la gratitudine che provo verso di essa: gratitudine è quella di voler contraccambiare.

61 – La Compagnia delle Opere, del Movimento Popolare, tenta e tende a creare una realtà imprenditoriale, piccoli o grandi, che abbiano questo qualcosa «che nessun altro ha»: chiamiamolo gratuità ultima, una gratuità semplice ed ultima.

108 – Che gratuità assoluta! Chi poteva prevedere questa storia, la storia del Benedictus? «Ha suscitato per noi una salvezza potente», «ha concesso misericordia», […] «per dare la suo popolo la conoscenza della salvezza», per dare al Suo popolo la remissione del male, «grazie alla bontà misericordiosa del nostro Dio» – mai la parola gratuità, gratuitamente, gratis, grazia è stata usata più appropriatamente.

126-128 – (Uno dei quattro punti che segnano il cambiamento che viene generato dalla fede) In ogni azione scaturisce, zampilla una sorgente di vita eterna: si chiama gratuità. È impossibile normalmente la gratuità.

Entra nella vita, entra nell’azione la gratuità, perché andare al lavoro alle 8,30 puntuali, quando si potrebbe andare alle 8,35 […] è gratuità; fare con passione e attenzione il proprio lavoro, nonostante abbia mal di stomaco, soprattutto il mal di stomaco per il capo officina o per il principale o per la moglie o il marito che ti ha fatto arrabbiare, è gratuità.

127 – Il gratuito è ciò che non si può ricondurre a una “recriminazione”, a un calcolo.

Quando celebro i matrimoni, sempre penso: con molta devozione le persone del movimento fanno i loro matrimoni, e li fanno anche bene in tutto; ma solo quando cominceranno a percepire il loro rapporto, e tutto quello che fanno, è in funzione della gloria di Cristo, scopriranno la gratuità.

142 – Ma ho paura a dire “puro”, perché quella di cui parlo è la purezza che ha vostro figlio, il vostro figlio piccolo, che ha magari un certo carattere, è uno scavezzacollo, vi fa arrabbiare centomila volte al giorno e fa anche piangere sua madre, ma quando la vede piangere è mortificatissimo: ecco, questa è gratuità purissima, la stessa di Simone con Gesù.

Grazia

63-64 – «Posso testimoniare infatti che hanno dato secondo il loro mezzi e anche al di là dei loro mezzi, spontaneamente, domandandoci con insistenza la grazia di prendere parte a questo servizio. superando anzi le nostre speranza, si sono offerti prima di tutto al Signore e poi a noi, secondo la volontà di Dio […]» 64 – «Non dico questo per farvene un comando, ma solo ma solo per mettere alla prova la sincerità del vostro amore con la premura verso il fratelli. Conoscete infatti la grazia di Signore nostro Gesù Cristo: da ricco che era si è fatto povero per voi, perché voi diventate ricchi per messo della sua povertà.» (2, 1-13)

108 – La nostra vita è eletta, tirata fuori dal niente, tirata fuori dalla banalità meschina ed esecrabile, frammentata e corrotta di tutto e di tutti, momento per momento, «per dare al Suo popolo la conoscenza della salvezza», per dare al Suo popolo la remissione del male, «grazie alla bontà misericordiosa del nostro Dio» – mai la parola gratuità, gratuitamente, gratis, grazia è stata usata più appropriatamente.

110 – […] Il vecchio Simeone, che era là nel tempio – ma quanti anni era che passava nel tempio – e improvvisamente, di fronte a quella giovane ragazza con il bambino in braccio, di otto giorni, vede, capisce. Perché? È totalmente iniziativa di un Altro: lo Spirito, diciamo, la grazia. La grazia di Dio che si concede al nulla che è l’uomo disgraziato per il peccato, l’uomo meschino e infelice.

126 – La Sua presenza ci costringe a una lealtà con gli scopi immediati dell’azione. […] Si chiama moralità. Questa è la moralità: se viene la grazia, cioè la Sua presenza, la legge non è tolta, ma è resa finalmente possibile, godibile.

In ogni azione zampilla, scaturisce una sorgente per la vita eterna: si chiama gratuità. È impossibile normalmente la gratuità.

160-162 -«Pensando a voi e allo stile di presenza del vostro movimento debbo riconoscere che, per grazia dello Spirito, all’origine di tutto il vostro impegno vi è la tensione a vivere la memoria di Gesù Cristo dentro ogni situazione dell’esistenza umana.[…] Consapevoli che tutto è grazia, rivolgete i vostri cuori al Signore Gesù che per l’intercessione di Sua Madre Santissima vi accompagni lungo il cammino che vi attente» (Card. Josef Cordes – saluto ai partecipanti agli esercizi 1988)

162 – Lo scopo della Fraternità coincide con lo scopo del movimento. È il movimento che costituisce la novità di grazia che lo Spirito ha suscitato nella Chiesa di Dio; dico «nella chiesa di Dio» con umiltà e tranquillità, perché è stato riconosciuta, come esperienza.

179-181 -Innanzitutto tutto è grazia. «Della grazia di Dio è piena la terra!»

180 «Custodisci sempre la tua famiglia, o Dio, con la fedeltà del tuo amore; e sostieni sempre la fragilità della nostra esistenza con la tua grazia, unico fondamento della nostra speranza»

«Seconda orazione», secondi Vespri della V domenica per annum, rito ambrosiano.

Investiti stupefatti della grazia di Dio, grati a Dio, condividiamo la passione di Cristo per il mondo, una passione fattiva e operosa.

Che abbiamo a diventare spalancati al dono della grazia, che abbiamo a diventare sempre più adeguati a servire il mondo affinché diventi più umano, cioè più vero!

184 – Grazia: l’Essere e il Mistero sono grazia, amore e grazia. E la mia piccola libertà, la mia piccola e tremenda libertà può dire «no» a questo amore, a questa grazia. La mia piccola e tremenda libertà si gioca come risposta: che la Madonna ci aiuti a dire «sì»; non dobbiamo dire altro che «sì», in qualsiasi condizione versiamo, nella vita e nella morte, sia che viviamo sia che moriamo.

214 – Questa grazia immane, che ci investe e ci trapassa tutti come fiume entra dentro la storia scavando un solco che diventerà sempre più largo, fino alla foce dei secoli, fino alla foce dell’ultimo giorno, questa grazia vuol dire che noi non possiamo, ormai, impunemente sbagliare. Siamo già stati perdonati, e perciò viene una voglia non solo al bambino, ma anche a noi bambini grandi, di fare bene.

grazia di Dio

179-180 – «Della grazia di Dio è piena la terra» [Salmo 33 (32), 5]

180 Investiti stupefatti della grazia di Dio, grati a Dio, condividiamo la passione di Cristo per il mondo, una passione fattiva e operosa.

212 – «Dio ci ha salvati e ci ha chiamati ad una vocazione santa [vera], non già in base alle nostre opere, ma secondo il suo proposito [il suo disegno, cioè] la sua grazia: grazia che ci è stata data in Cristo Gesù fin dalla eternità».


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Temi degli ESERCIZI – Collana “Cristianesimo alla prova”


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