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Lettera «R»
Ragione
21-23 – Le cose, per l’uomo, hanno questa apparenza. La consistenza delle cose, realmente, all’uomo appare così: tutto è niente.
22 -La ragione stessa è trascinata in questa polvere.
«Il pazzo non è già l’uomo che ha perduta la ragione, ma l’uomo che ha perduto tutto fuor che la ragione».
Chesterton, Ortodossia
«Se la ragione si slega dal resto e si proclama indipendente, allora, si mette a girare per suo conto».
Card. G. Colombo, aspetti religiosi della letteratura moderna
La ragione, che è coscienza della realtà secondo la totalità dei suoi fattori, questa ragione, se si proclama indipendente, è come un soffio di vento che corre di qua e di là, non lega nulla, non decide n ulla veramente, non costruisce nulla, non genera nulla.
Tale ragione «o riduce tutto a materia» per esempio slegando un aspetto da tanti altri fattori dell’esperienza – non del sogno, ma dell’esperienza -, «o riduce tutto» a teoria, «a spirito: materialismo o idealismo» (GiovaniColombo, Letteratura e cristianesimo del primo Novecento).
[…] e il nesso con tutto, il nesso con l’ultimo: se l’uomo perde il nesso con l’ultimo, perde il nesso con tutto – «fuor che la ragione».
23 – La ragione se l’è tenuta, ma isolata dal resto, come strumento di divagazioni infinite.
«Quanto al numero dei giorni dell’uomo, cento anni sono già troppi. Come una goccia nel mare d’acqua, come grano di sabbia così questi pochi giorni sono un grano di sabbia, così questi pochi anni in un giorno dell’eternità» svaniscono.
Siracide 18,8-12
31-32 – Mi alzo al mattino e la vita ha uno scopo.
Allora, ragione e affetto hanno spiegazione del loro essere, del loro esistere, della loro natura, perché la vita che incomincia questa mattina ha uno scopo, giorno dopo giorno si protende, attende e si protende allo scopo ultimo: affermare il volto buono del Mistero che fa tutte le cose, il volto di questa paternità, di questa maternità. di queste viscere.
32 – «La vita umana è la più romantica delle avventure e soltanto l’avventuriero la conosce» (G: Barra, La visione della Chiesa in G. K.Chesterton). l’avventuriero è l’uomo di fronte all’infinito, di fronte al suo scopo infinito: «L’uomo è fatto per l’immortalità: a somiglianza di Dio è fatto l’uomo»(Sap. 2,23).
Bene, tutto questo non sembra persuasivo, ma è persuasivo perché è l’unica modalità con cui la ragione è l’affetto possono trovare spazio per fare capolino dalla terra informe e prendere i loro colori, assumere le loro forme, destare e diffondere bellezza, profumo e gioia nella vita.
181-182 – (Lettera)«Caro abate (così chiama don Giussani), oggi ho scoperto una cosa: la vocazione è la stella che illumina la notte oscura delle circostanze». Un ragazza provata fin nel cuore stesso della vita – la ragione e l’affezione -, può dire questo!
194 – Il concetto di perdono, con una certa proporzione tra sbagli, castighi e pagamenti, è concepibile anche dalla ragione, cioè è più concepibile dalla ragione: ma non questo perdono senza limnite (la misericordia).
Tanto che appare come una ingiustizia, appare quasi come una ingiustizia, o come una irrazionalità: non c’è ragione, appunto; per noi non c’è ragione, perché la misericordia è propria dell’Essere, del Mistero infinito.
Responsabilità
14 – Ciò che ci unisce è la grande questione su cui la vita si gioca tutta: se essa abbia una responsabilità, se sia una responsabilità di fronte al «Tu» di Dio, o se essa, per quanto affaticata possa essere, per quanto ricca di attività possa presentarsi, per quanto dedita alle persone e alle cosa possa risultare, abbia davanti a sé il niente, così che tutto quello che si è e si fa si spappola e diventa sabbia di un grande deserto.
19- Sono come sconfinate le due ipotesi: il nulla assoluto, il nulla del nulla, oppure la responsabilità dell’eterno, di fronte all’eterno.
[…] fra le due posizioni, noi dobbiamo scegliere, chiamati a scegliere.
25 – La futilità delle cose è chiara esperienza.
Ma è pure esperienza il peso d’una responsabilità che sentiamo, l’alternativa di un sì o di un no che dobbiamo dire, la responsabilità dell’uso del tempo, la dignità del lavoro.
La modernità mondana vive e incute un’ira contro chi parla di responsabilità, contro chi insiste sul fatto che la vita è una attesa: non è solo tesa al godimento, ma è una attesa di qualcosa d’altro.
52 – È una cultura nuova, che ha una caratteristica: è più corrispondente a tutti i fattori della nostra eistenza, a tutti i fattori del mio io.
Mi farà venire più vergongna e mi farà balzare davanti agli occhi in modo più impressionante ii miei errori e le mie incoerenze, ma non posso negare che sia più corrispondente.
C’è un sentimento delle cose e del tempo che passa e una responsabilità di fronte a ciò con cui si realizza il rapporto, di cui prima non si era capaci.
74 – Idea-guida della Fraternità è la scoperta che un adulto è responsabile tanto del suo lavoro e della sua famniglia quanto della sua santità: della vita come cammino alla santità, cioè della vita come vocazione.
L’adulto, in quanto responsabile, si mette insieme ad altri che riconoscono questa responsabilità di fronte alla vita come vocazione.
Secondo il metodo insegnato dal Movimento, tutti dovrebbero desiderare un gruppo di Fraternità, anche se l’adesione ad essa è perdonale.
119 – Cristo è tutto, l’odio a Cristo è l’odio al senso della vita, perché il senso della vita dà una responsabilità che uno non può gestire da se stesso, è una responsabilità davanti a un Altro, e a quell’Altro da cui tutte le cose fluiscono, a questo uomo, Gesù, che è l’Altro – Iddio, il mistero di Dio – diventato carne.
Risurrezione
63 – Come quell’avvenimento prosegue (il Cristo vivo)?
Questo è il mistero della Chiesa, corpo misterioso di Cristo, che si edifica attraverso la scelta e la preferenza che Cristo ha per gli uomini che il Padre gli dà nelle mani, per i battezzati, per gli uomini che il mistero della Sua morte e risurrezione, investendone la personalità e la realtà dell’esistenza fin nel midollo, muta dal di dentro – come spero capiate studiando con estrema attenzione il testo della scuola di comunità, Perché la Chiesa, laddove si parla del Battesimo e della creatura nuova che essa genera.
159 – Il significato del popolo si esaurisce per l’eternità, per vivere l’eterno che è dentro tutto quello che si fa; si esaurisce come collaborarione allo scopo della creazione,c ome collaborazione a Gesù, a Gesù n croce, secondo l’addensarsi sperimentale della luce, dell’amore, della gioia finale, per cui la Risurrezione di Cristo, come terminale della croce penetra tutto ciò che si conosce, che si vive, si utilizza, tutto ciò che si è insieme.
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I Temi di alcuni libri di don Giussani
- TEMI – Il senso religioso
- TEMI – All’origine della pretesa cristiana
- TEMI – Perché la Chiesa
- TEMI – Il rischio educativo
- TEMI – Generare tracce nella storia del mondo
- TEMI di Si può vivere così?
- TEMI di Si può (veramente) vivere così?
Temi degli ESERCIZI – Collana “Cristianesimo alla prova”
- TEMI – Un strana compagnia (82-83-84)
- TEMI – La convenienza umana della fede (85-86-87)
- TEMI – La verità nasce dalla carne (88-89-90)
- TEMI – Un avvenimento nella vita dell’uomo (91-92-93)
- TEMI – Attraverso la compagnia dei credenti (94-95-96)
- TEMI – Dare la vita per l’opera di un Altro (97-98-99)
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