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Lettera « V »
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VALORE vs FORMA
(51) Così come è vero che l’uomo non può fondare la sua sicurezza in alcuna forma in cui si incarni per lui il mistero, è anche vero che qualsiasi valore che almeno non tenda a darsi una forma, con il tempo, inesorabilmente, tende a scomparire.
Perciò la forma ha tutta l’importanza del valore perché ne abbraccia tutta la dignità e per un cristiano, non può essere misurato neppure un millimetro di sproporzione tra la forma in un suo punto banale – come la più modesta e apparentemente insignificante delle occupazioni – e l’amore a Cristo.
Il nostro destino infatti si gioca nell’istante e nel luogo in cui si sta vivendo, qui e adesso.
Il rapporto con il nostro destino, se non vuole ridursi ad affermazione astratta o a suggestione sentimentale, deve essere rapporto con un luogo che diventi traccia del destino stesso, a Cristo.
Questa traccia è in senso ampio la Chiesa di Dio, ma domandiamoci, di che cosa è fatta la Chiesa di Dio? di uomini convocati.
VERIFICA DI UNA IPOTESI EDUCATIVA
Condizioni della verifica
(94ss) Sue condizioni (a)- la prima condizione perché l’adolescente possa verificare la sua ipotesi, e che egli sia aiutato a impegnarsi secondo un ideale nel suo ambiente, perché è nell’ambiente che attinge spunti, sollecitazioni e alimentazione la trama di esperienze intime ed esteriori del ragazzo stesso, e quindi è soprattutto nell’impegno con l’ambiente che diverrà chiara la validità dell’educazione data.
95 – Famiglia e scuola (ambiente) ha questo proposito, responsabilità formative talmente gravide di conseguenze per le convinzioni del giovane, che a malapena è concepibile la loro massiccia e spesso inconsapevole faciloneria.
Mai come oggi l’ambiente, inteso come clima mentale e modo di vita, ha avuto a disposizione strumenti di così dispotica invasione delle coscienze.
…ogni incertezza di fronte all’ambiente si traduce in un cedimento interiore del giovane, in una non verificazione dell’ideale.
(b) – seconda condizione: occorre che il suo modo di affrontare tutte le realtà sia fatto comunitariamente.
….la comunità è l’unità profonda che nasce dalla convivenza provocata da una comune struttura.
Nella nostra insistenza organizzativa, noi confondiamo le associazioni con la comunità.
Noi crediamo che si possa fare la comunità come convergenza dal di fuori, come un accordo per fare una data cosa.
La comunità, proprio perché è essenziale confidenza, è dimensione interiore, è all’origine dei nostri pensieri e delle nostre azioni; altrimenti non è comunità, ma calcolo.
La comunità è un modo di concepire le cose, è un modo di affrontare il problema dell’essere, come nello studio della storia, dell’amore.
La comunità è un modo con cui ci si accosta alle cose.
…..questa struttura “ontologica” della ricerca del vero è dal cattolicesimo fatta condizione di salvezza, presenza inesauribile del Significato tra gli uomini.
L’autorità stessa ha come funzione tipica la genesi della comunità.
(c)– terza condizione: in un certo modo conseguenza delle altre due, è l’uso del tempo libero.
Il tempo libero è il luogo della più trasparente scelta dell’adolescente: dal suo uso egli può documentare a sé il proprio interesse alla ipotesi educativa.
Una educazione incapace di affascinare il giovane nel suo tempo libero è certamente angusta, non adeguata umanamente.
È il caso di molta catechesi intellettualizzante, che riguarda il tempo libero dei ragazzi solo come momenti in cui, abbandonati i richiami ideali, è possibile tenerseli “buoni”.
(119) “vieni e vedi”..cioè “ Seguimi e vedrai” è un impegno che – sia pure come ipotesi di lavoro, potremmo dire – implica un buttare tutta la nostra vita dentro la comunità della Chiesa, un identificare la vita della comunità della Chiesa con la nostra vita: allora “vedi” cioè ci accorgiamo che cosa sia per noi.
È una reale verifica da compiere.
(131) La coscienza della corrispondenza tra il significato del Fatto in cui ci si imbatte e il significato della propria esistenza – fra la realtà cristiana ed ecclesiale e la propria persona, fra l’incontro e il proprio destino.
È la coscienza di tale corrispondenza che verifica quella crescita di sé essenziale al fenomeno dell’esperienza.
….è in questa “verifica” che nell’esperienza cristiana il mistero della iniziativa divina valorizza essenzialmente la ragione dell’uomo.
Ed è in questa verifica che si dimostra l’umana libertà: perché la registrazione e il riconoscimento della corrispondenza esaltante tra il mistero presente e il proprio dinamismo di uomo possono avvenire se non nella misura in cui è presente e viva quella accettazione della propria fondamentale dipendenza del proprio essenziale essere fatti, nel quale consiste la semplicità, la purità di cuore, la povertà di spirito.
L’impegno come strumento di verifica
(119 s) Tutto deve essere consapevolmente impostato come verifica, come prova del valore della tradizione cristiana.
Non esiste niente di più importante oggi, che impegnare noi come parte viva della comunità della Chiesa, ma la comunità della – Chiesa sarebbe una cosa lontana e astratta, se non emergesse là dove siamo.
Perciò non esiste nulla di più importante del contribuire a rendere presente o a far vivere la comunità della Chiesa nel nostro ambiente, attraverso la crisi del nostro impegno.
Chi non passa attraverso questo impegno o rimarrà cristiano senza dir nulla di nuovo, oppure se ne andrà via.
VERITA’
(29) La verità è una “adequatio rei et intellectus“, una corrispondenza dell’oggetto all’autocoscienza, alla coscienza di sé stessi, cioè alla coscienza di quelle esigenze che costituiscono il cuore, che costituiscono la persona, senza delle quali essa sarebbe niente.
(50) “Li amò fino alla fine”, abbiamo detto.
Che egli sia morto vuol dire che di fronte a qualsiasi circostanza ci tocchi, a qualsiasi nostro comportamento, Egli è lì, non si ritira.
Egli è la pietà e la misericordia cui alla fine è assegnata la vittoria su di noi.
L’occasione dunque della nostra verità è in questa pietà e misericordia senza fine.
Se c’è una possibilità di cambiamento per l’uomo è nella presenza nel mondo di pietà e misericordia senza fine.
(74) “Verità” cioè la corrispondenza tra la realtà e Lui, e il senso dell’esistenza.
(114) Definizione che san Tommaso dava della verità: “adaequatio rei et intellectus“, quasi cioè la corrispondenza tra la proposta e quello di cui ho coscienza come struttura della mia natura.
VIOLENZA
(79) (Scetticismo) ciò avviene soprattutto quando il giovane si sente contraddetto, senza esservi preparato, nelle idee fondamentali e sicure che aveva ricevute nell’educazione precedente.
Nel senso più vero del termine gli viene fatta violenza, e si sa per lunga storia dell’umanità che la violenza lascia sempre ruderi e non costruzioni.
VISSUTO PRESENTE
Il passato può essere proposto ai giovani solo se è presentato dentro ad un vissuto presente che ne sottolinei la corrispondenza con le esigenze ultime del cuore.
Vale a dire: dentro un vissuto presente che dia le ragioni di sé.
Solo questo vissuto può proporre e ha il diritto e il dovere di proporre la tradizione, il passato.
Ma se il passato non appare, se non è proposto dentro un vissuto presente che cerchi di dare le proprie ragioni, non si può neanche ottenere la terza cosa necessaria all’educazione: la critica.
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