Temi di «Attraverso la compagnia dei credenti» – 2

ABCDE/FGILMNOPRSTUV


115-116 – È vedendo degli uomini che vivono la carità tra di loro e che realizzano gesti la cui forma si ispira alla parola, alla legge di Cristo, è vedendo queste cose che si capisce che è presente qualcheduno che è più che uomo, che c’è un’altra Presenza dentro questa mirabile presenza di ragazzi, dentro questa mirabile presenza di una ragazza ammalata gravemente.

La nostra mancanza di ospitalità (l’assenza di Cristo) blocca la possibilità di comunicazione del messaggio che Cristo è destinato a portare nel cuore di ogni uomo e perciò blocca l’evoluzione più buona dell‘umanità, blocca una convivenza più umana, blocca un prospetto del futuro come speranza più umana.

L’assenza di Cristo demolisce e deprime, mette sotto forma stabile di depressione dell’umano.

Meno possibilità della Tua presenza, o Cristo, meno umanità per il mio cuore e il tuo cuore; meno possibilità della Tua presenza o Cristo, meno umanità nel rapporto dell’uomo con la moglie, della donna coi suoi figli […]

116 – Meno possibilità della Tua presenza, o Cristo, meno possibilità di umanità per quell’enorme gregge estraneo, che è tutta la gente che si stipa intorno a te per andare al lavoro o per lavorare insieme, per essere aiutata a camminare, per essere confortata nel dolore, per aver compagnia nella gioia – perché una gioia senza compagnia, che gioia è?

188 – Senza corrispondenza non si può far nascere niente di compiuto nella propria umanità.

197 – Non c’è uomo- non c’è umanità-, se non desidera di essere misericordioso come iil Padre sta nei cieli.


47 – (Dopo aver incontrato Gesù) Andrea ha abbracciato la sua donna e ha abbracciato i suoi bambini: era lui, ma mai l’aveva abbracciata così.

Era come l’aurora o l’alba o il crepuscolo di una umanità diversa, di una umanità nuova, di una umanità più vera.

51 – Il cristianesimo porta nel mondo in uomo nuovo, che ha una “esperienza delle realtà”, una conoscenza del sentimento della realtà, un rapporto con la realtà diverso da quello degli altri.

Una umanità nuova, che si esprime attraverso una esperienza che si compie di giorno in giorno, diventa una cultura nuova.

155 – La condizione perché il «sì» di Pietro produca una nuova umanità, un popolo nuovo, quindi un flusso umano diverso, desto e vigile come diceva Elliot, con una mentalità, con uno sguardo che vede le cose, giudica le cose, tratta le cose in modo diverso da quello del mondo; perché questo «sì» diventi così fecondo, così evidente nella sua fecondità, così decisivo per la storia dell’umanità, così protagonista degli eventi umani, occorre che esso si esalti, si appoggi, costruisca e accetti-accetti!– il perdono.


30-31 – Ma il passato è niente? No! non possiamo neanche immaginarlo. È una cosa inimmaginabile.

Eppure è detta, eppure diventa principio, criterio, per giudicare l’umanità e il proprio modo di essere nell’umano: si resta nell’umano, ma abolendo l’umano.


55 – Quel Fatto in cui si sono imbattuti Giovanni e Andrea si prolunga nella storia fino alla fine del mondo: Cristo – via all’eterno, al senso ultimo – rimane presente attraverso l’unità organica di coloro che credono in Lui, scelti a vedere, che accettano di guardare, che ascoltano come possono, che arrancano come sono capaci, peccatori tutti, amati dal Mistero.

67 – Chi s’aggrega in questo modo partecipa a una unità dentro la grande unità della Chiesa – a una unità che è più esigente e più chiaramente espressa, più possessiva del suo cuore, una unità cui appartiene.

Questa unità è un aspetto del Corpo di Cristo, a cui tu appartieni: facendo questo incontro e accettandolo, giustamente riconoscendolo e accettandolo per la chiarezza e l’emozione che ti è destata, per la compagnia di cui ti ha circondato, Cristo ti fa appartenere a esso: tu vi appartieni.


159 – L’unità del popolo cristiano e l’unità dei singoli gruppi, quelli nati e investiti dalla stessa grazia particolare dello Spirito, o carisma, si costruisce così.


50-51 – «È l’uomo nuovo» di cui parla il primo capitolo del Vangelo di Giovanni: «Venne tra i suoi e i suoi non l’hanno accolto»; venne a casa su, bussò a casa sua, e i suoi non gli aprirono.

«A coloro però che l’hanno ricevuto ha dato il potere di essere figli di Dio» (Gv 1,11-12).

Posso non capire che cosa significhi «Figli di Dio», ma posso capire una cosa: io non sono più come prima, vedo cose che altri non vedono, percepisco la realtà come altri non la percepiscono, sono capace di affezione come altri non ne sono capaci, vorrei essere generoso come altri non vorrebbero essere

51 – È un incontro che porta l‘uomo a essere diverso da se stesso, a essere un altro.

Prima una certa percezione, una certa affezione, e una certa apertura, e un certo desiderio, e una certa supplica, e una certa vergogna non c’erano: ora ci sono. È più umano il tuo cuore.

Il cristianesimo porta nel mondo un uomo nuovo, che ha una “esperienza della realtà”, una conoscenza e un sentimento della realtà, con rapporto con la realtà diverso da quello degli altri.

Questa esperienza nuova della realtà, sviluppandosi organicamente, criticamente, seriamente, si può chiamare veramente «cultura nuova».


ABCDE/FGILMNOPRSTUV




Temi degli ESERCIZI – Collana “Cristianesimo alla prova”


Iscrivendoti riceverei gratis ogni nuova pubblicazione

Lascia un commento

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.