di Juliàn Carrón

Il crocevia tra l’essere e il nulla
Riassunto letterale per appunti
In questo tempo vertiginoso (2021 Covid), ci stupiamo di cose che fino a poco tempo fa davamo per scontate o credevamo impossibili.
Per esempio, restiamo a bocca aperta quando vediamo vibrare la vita di questa o di quella persona, mentre altri tutti intorno si lamentano.
Siamo invasi da una gratitudine sterminata per il fatto che esistano persone così e per essere stati così fortunati da averle intercettare sul nostro cammino.
Esse smentiscono l’opinione diffusa che tutto finisca nel nulla e che non ci sia speranza del futuro.
Nelle pagine di questo libro possiamo vedere don Giussani costantemente impegnato a prendere coscienza della realtà, fino a identificare nella lotta tra l’essere e il nulla la sfida più decisiva con cui l’uomo contemporaneo deve fare i conti.
Dove si svolge questa lotta?
«L’io, il nostro io, è il crocevia tra l’essere e il nulla».
Per Giussani, «sono sconfinate tutte e due le ipotesi: il nulla assoluto, il nulla del nulla – e siccome è polvere almeno palpabile, possiamo dire: un deserto senza fine -, oppure la responsabilità dell’eterno, di fronte all’eterno»
«Perché […] madre mia, mi hai dato la vita, perché questa mattina debbo riprenderla nelle mani, col suo peso o con la sua vanità, con la sua vacuità e vanità?».
È l’urgere in noi di queste domande a costituirci come essere ragionevoli.
Sono di una portata tale che non lasciano scampo. Siamo chiamati a rispondere. Se i nostri gesti e le nostre parole sono senza significato, senza dignità, consumiamo il nostro tempo per la morte, il nostro agire è vuoto. La Bibbia considera questa modalità di vivere senza significato una sorte di alleanza con la morte.
Ma questa impostazione del vivere, pur così diffusa, non può cancellare del tutto un dato, una evidenza prima: noi non siamo fatti per la morte.
Ma che cosa può sfidare la morte? Ragionamenti, discussioni o ribellioni non riescono minimamente ad intaccare il suo dominio.
Solo una vita traboccante può contendere efficacemente la morte. Qualsiasi altra strategia è fallimentare.
Inviando il Suo Figlio, Dio ha introdotto nel mondo l’unico metodo efficace per sfidare il nulla.
Come salvò il mondo? Sfidando il nulla con la vita.
«Io sono venuto perché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza»
Nessun altro ha mai osato sfidare il nulla sul terreno dell’esperienza con la sovrabbondanza di una vita.
Egli sapeva bene che solo l’esperienza di una sovrabbondanza di vita avrebbe potuto convincere l’uomo di una proposta come quella che era venuto a portare.
Infatti, solo una presenza sovrabbondante di vita può contendere la scena al nulla, al vuoto, alla paura.
Ma come riconoscerla? «In realtà noi possiamo conoscere solo ciò di cui si dà in noi una corrispondenza», diceva il cardinal Ratzinger.
È innanzitutto in un avvenimento che tale Presenza si rende incontrabile, cioè qualcosa che si può intercettare con i propri sensi, che si può vedere, udire e toccare.
Ma chi, Lo intercetta nell’arena della vita, in mezzo alla valanga di condizionamenti, può trattenersi dal chiedere, come la samaritana al pozzo, tutta assetata di una vita che i suoi tentativi non erano stati in grado di soddisfare: «Dammi quest’acqua».
Questa dinamica, messa in moto da Gesù, non ha smesso di attraversare la storia.
E oggi? Si può vederLo e godere della Sua vicinanza? Sì attraverso colore che Lui riempie di vita.
È con testimoni pieni di vita che ogni persona, incontrandoli “quasi” per caso sulla propria strada, non può evitare di fare i conti; la loro presenza alza fino al suo apice la posta in gioco per l’io, crocevia tra la vita e la morte: quella tra «essere» e «nulla» non è più lotta tra categorie universali astratte, per cui si cerca di far prevalere l’uno o l’altra con la dialettica o con l’uso della forza.
La vera lotta è un’altra: che cosa è in grado di affascinare veramente il cuore dell’uomo, legandolo senza che ci sia bisogno di catene?
A questo livello, chi “sposa” il nulla non ha davanti a sé un concorrente dialettico, ma una vita carica di una attrattiva senza pari.
Il cristianesimo è un nuovo inizio, qualcosa di totalmente imprevisto e imprevedibile che compare sulla scena del mondo.
È un uomo nuovo che il cristianesimo introduce nella storia, un io che ha «una “esperienza della realtà” [….] una conoscenza e un sentimento della realtà, un rapporto con la realtà diverso».
Non c’è moralismo perché la novità di vita non è l’esito di uno sforzo per essere all’altezza, ma la sorpresa di una attrattiva.
L’avvenimento iniziale continua a rimanere presente attraverso «il mistero della Chiesa, corpo misterioso di Cristo, che si edifica attraverso la scelta e la preferenza che Cristo ha per gli uomini che il Padre gli dà nelle mani, per i battezzati, per gli uomini che il m istero della Sua morte e risurrezione, investendone la personalità e la realtà dell’esistenza fin nel midollo, muta dal di dentro»
È la Chiesa l’inizio del cambiamento del mondo, di questo nostro mondo; l’instaurarsi di una dimora diversa dalle altre, solo perché Cristo è in essa. Qui sta l’assoluta originalità del cristianesimo cattolico: una strada particolare porta al significato totale, conduce l’uomo al suo destino.
«Lo Spirito di Dio è libero di raggiungere una persona, o un’altra persona, investendola di una facilità a pensare cristianamente, di una ilarità nel sentire cristianamente, di una generosità nel costruire cristianamente, così che tutti coloro che accostano questa persona, i n qualche modo sono colpiti».
Il carisma è dato a una persona in un determinato momento storico e passa dunque attraverso un carattere, un temperamento, un accenno che in qualche modo rende a portata di mano la scoperta che la fede è utile per vivere.
La verità – compresa quella portata da Cristo – non si può imporre con la forza, ma può essere accolta solo nella libertà. Il Mistero ci ha creati come essere liberi, sottomettendosi al tribunale della nostra libertà.
Questa libertà, così cara a Péguy e a don Giussani, è condizione fondamentale anche per essere amici, perché la vera natura dell’amicizia è vivere liberamente insieme per il destino.
«Non può esserci amicizia tra noi, non possiamo dirci amici, se non amiamo il destino dell’altro sopra ogni cosa, al di là di qualsiasi tornaconto».
È cruciale liberare l’amicizia da ogni riduzione sentimentale, restituendole tutta la sua dignità: «Senza amicizia […] non si crea un popolo, non si assicura una storia, non se crea neanche una famiglia completa».
Essere amici non è una consolazione, un rifugio accomodante, ma una responsabilità per la vita del mondo.
Nell’amicizia non può esserci calcolo, perché si tratta di un amore puro per l’altro, chiunque egli sia: «Non solo tuo figlio, non solo tua madre, ma l’uomo che passa per la strada e viene da chissà dove. È abolita l’estraneità. Sto parlando di quello che è il miracolo umanamente più affascinante e persuasivo del fatto cristiano, della Chiesa di Dio […]. L’abolizione dell’estraneità […] amore senza nessun tipo di calcolo, senza nessun tornaconto, puro; amore puro, gratuito. Ecco perché si chiama “caritas”».
Per questo, il fondamento dell’amicizia è l’amore, «ma un amore che viene corrisposto» che «non è mai veramente né amore, né veramente corrisposto, se […] il destino dell’altro non mi domina».
«Quando ci si mette insieme, perché lo facciamo? Per strappare agli amici, e se fosse possibile a tutto il mondo, il nulla in cui l’uomo si trova.»
Chi non desidererebbe essere raggiunto da uno sguardo così amico che lo strappa dal nulla?
Esercizi spirituali predicati da don Giussani
1° volume «Cristianesimo alla prova»
Titolo: UNA STRANA COMPAGNIA
- Prefazione di Carrón
- 1982 – Il cuore della vita
- 1983 – Appartenenza e moralità
- 1984 – Io vi chiamo amici
2° «volume Cristianesimo alla prova»
Titolo: LA CONVENIENZA UMANA DELLA FEDE
- Prefazione di Carrón
- 1985 – Ricominciare sempre
- 1986 – Il volto del Padre
- 1987 – Sperimentare Cristo in un rapporto storico
3° «volume Cristianesimo alla prova»
Titolo: LA VERITÀ NASCE DALLA CARNE
- Prefazione di Carrón
- 1988 – Vivere con gioia la terra del Mistero
- 1989 – Occorre soffrire perché la verità non si cristallizzi in dottrina
- 1990 – Guardare Cristo
4° volume «Cristianesimo alla prova»
Titolo: UN AVVENIMENTO NELLA VITA DELL’UOMO
- Prefazione di Carrón
- 1991 – Redemptoris missio
- 1992 – Dare la propria vita per l’opera di un Altro
- 1993 – «Questa cara gioia sopra la quale ogni virtù si fonda»
5° volume «Cristianesimo alla prova»
Titolo: ATTRAVERSO LA COMPAGNIA DEI CREDENTI
- Prefazione di Carrón
- 1994 – Il tempo si fa breve
- 1995 – Si può vivere così
- 1996 – Alla ricerca del volto umano
6° volume «Cristianesimo alla prova»
Titolo: DARE LA VITA PER L’OPERA DI UN ALTRO
- Prefazione di Carrón
- 1997 – Tu o dell’amicizia
- 1998 – Il miracolo del cambiamento
- 1999 – «Cristo tutto in tutti»
- TEMI di «Dare la vita per l’opera di un Altro»
