Temi: Si può (veramente?!)vivere così?(1)

edizione di riferimento

ABCDEFG/HILMNOPRSTUV


45 – La cosa più buona al mondo, più umana che ci sia, quella che fa diventare grandi è quella che nel piccolissimo bambino c’è per istinto, per natura, quella che nel bambino piccolo grida la protezione dei grandi…

Il bambino ti grida; se fosse in mezzo alla strada, con le manine tese, a piangere e a guardarsi in giro, rischieresti la pelle per andare ad aiutarlo.

Così sei tu davanti a Gesù, Dio fatto uomo. Renditi bambino di fronte a Lui.

Ti rendi bambino quando mendichi, sapendo che domandare è mendicare a Lui, perché a questa età lo sai.

Sapere quel che dici; cosa dice il catechismo dell’Eucarestia, quali sono le condizioni per l’Eucarestia? «Sapere e pensare ciò che si riceve».

A differenza del bambino, hai il dovere di sapere chi è Colui al quale domandi.

50 – Tu sei e stai sempre più coscientemente nella posizione in cui ti ha creata la mano di Dio, che è quella del bambino.

Perchè il bambino ha gli occhi spalancati e dice «pane al pane e vino al vino», e non si pone il problema se è vero che sia pane, se è vero che sia vino.

64 – Originalmente, la conoscenza del reale, di ciò che è, ottiene l’interesse attonito dello sguardo umano, dell’uomo come bambino (è così originale che si chiama bambino)-

E «Se non sarete come bambini, non entrerete nel regno dei cieli» [Mt18,3 – Mc 10,15 – Lc 18,17 – Gv 3,3].

Il regno dei cieli è il regno dell’Essere.

69 – La preghiera, il chiedere: questa sì è la cosa più semplice che ci sia, perché un bambino, appena nasce, vagisce, cioè chiede, esprime una domanda.

90 – Un bambino, senza accorgersene, dice: «Tu, papà», chiede, senza accorgersi di chiedere, qualche cosa che neanche il papà può sapere; ma chiede al papà.

302 – La speranza, come un bambino esigente, diventa la cosa più difficile da gestire: perché un bambino intelligente vuole risposte chiare, comprensibili a lui e perciò elementari, semplici come espressione: e, fino a quando ha dentro un interrogativo, non è tranquillo.

317 – Uno diventa grande amando. Se un bambino, come regola, dovesse star lì a rincrescersi per ogni piatto che rompe, dovrebbe stare per sette giorni a guardare il piatto rotto.

«Tutto questo non è mai esistito» (Miguel Manara di Milosz).

393 – Il problema non è capire […] ma è dir di sì prima di capire: questo è un distacco. Parlando della ragione, a che cosa corrisponde questo? Alla categoria della possibilità!

Il bambino è l’esempio di questa povertà, perché il bambino è povero – non ha niente il bambino -, ma è davanti alla realtà con gli occhi spalancati e la bocca aperta, curioso.

448 – Se uno capisce di essere un bambino davanti al Mistero, allora è avido di sentire tutte le parole che possono essere dette; tutte le parole che possono essere dette illuminano di più, chiariscono di più, se uno ha la fame e la sete necessarie, la semplicità di cuore necessaria.

548 – Il cammino del Signore è semplice come quello di Giovanni e Andrea – semplice: scrivete queste parole, perché non le capite, tanto sono vere. Semplice, povero di spirito, bambino.

549 – Così il cuore dell’uomo, come è fatto da ciò che lo fa, perché non si fa da sé, è curioso: qualsiasi bambino innanzitutto è curioso, di qualsiasi cosa.

550 – È inesorabiile che il bambino faccia così e, quanto più il bambino è intelligente e vivo, tanto più domanda «perché».

Il bambino desidera quel che domanda, domanda quel che desidera, è proteso a quel che desidera, non è passivo.

552 – Insisto nel definire semplicità l’atteggiamento, la posizione dinamica, viva, di fronte alla realtà, in cui Dio crea l’uomo e perciò appare subito nel bambino, perché il bambino è l’uomo che incomincia a muoversi.

Il bambino, con tutta la sua semplicità, possiede esattamente la condizione per capire il vero dell’uomo a quarant’anni.

Soltanto che l’uomo, a quarant’anni, avrà davanti un certo spettro di cose e il bambino, a due anni, non l’ha.


328 – Tutto, anche la banalità più grande – un monumento visto o un fiore guardato o qualsiasi occasione -, tutto nell’uomo, anche un filo d’erba desta quella attesa e, nello stesso tempo, sembra contraddirla.

Ragioni banali esaltano e distruggono l’uomo.

329 – Il primo tema di Leopardi, la prima cosa che l’uomo accusa: per quanta poca nobiltà mantenga, non può non sentire questa sproporzione terribile, questa situazione misteriosa; e dalla banalità di qualche nota lontano per i campi rifluisce improvvisamente, come un’onda grande dentro il nostro cuore, il mistero della nostra esistenza.


316 – «Riprendere a sperare dopo un nostro errore è un gesto così grande che il poeta Péguy lo definisce “il segreto mistero della speranza”, perché il perdono del male è proprio mistero. “Il segreto mistero della speranza che con acque cattive fa acqua pura e fa anime fresche con vecchie anime”: è la rinascita. Il Battesimo è il principio di questa rinascita, principio che opera per cento anni se uno campa cento anni, per 103 se uno campa per 103, che opera 1299 volte se uno ha fatto 1299 peccati e che opera 10.003 volte se uno ha fatto 10.003 peccati» [Si può vivere così? p. 176].

386 – «Non sapete che siete membra l’uno dell’altro?» [Ef 4,25]: come un corpo senza un membro.

Però questa frase di san Paolo mi rivela l’argomento più delicato e più difficile da capire con la nostra testa: è che il Battesimo ci fa nuove creature, siamo esseri diversi, «più che», «cento volte più che».

Perciò, nella compagnia l’immagine esatta non è l’essere insieme, ma l’essere una cosa sola, perché l’essere insieme gioca una cosa sola, perché l’essere insieme gioca fino a un certo punto, ma l’essere una cosa sola gioca sempre.


113/114 – È la ragione che conosce; una ragione, però, come sublimata, come resa più grande, resa sopra se stessa da una Presenza eccezionale.

Il testimone eccezionale rende la ragione capace di conoscere le cose che abitano regioni dell’essere a cui la ragione non sarebbe mai arrivata.

E adesso la capisce; capisce cosa vuol dire che la faccia di una persona ha un dentro, che la bellezza, per esempio, non è bidimesionale, ma tridimensionale: uno ha un fattore verticale, ha un fattore orizzontale e ha un fattore che va dentro.

134/135 – L’insegnante di religione, don Gaetano Corti, ha spiegato la prima pagina di Giovanni:

«Il Verbo si è fatto carne» vuol dire che la bellezza si è fatta carne, vuol dire che il vero si è fatto carne, vuol dire che la giustizia si è fatta carne, vuol dire che la bontà si è fatta carne».

135 – Un uomo era tutte queste cose qui.

(Leoparsi)«Fin da quando ero piccolo io credevo di vedere per le strade di questo mondo, non una delle donne di cui sono innamorato – è stato innamorato di decine di donne, poveretto; doveva fare uno sforzo di cambiamento che è come cambiare alloggio, ragazzi!-, fin da piccolo credevo di trovare per le strade di questo mondo non una donna, o l’altra, o l’altra, ma la donna che fosse la Bellezza con la B maiuscolo». Così che «Viva mirarti ormai nulla speme mi avanza; s’allor non fosse, allor che ignudo e solo […] a peregrina stanza verrà lo spirto mio» [a meno che sia da un’altra parte]: è la più bella affermazione dell’aldilà, la più bella affermazione dell’eterno da parte di un genio ateo.

152 – La ragione per cui io seguo Cristo è perché seguire Cristo è bello.

Bello non soltanto dal punto di vista estetico; il bello è lo splendore del vero, è il vero in quanto di affascina, il vero in quanto ti colpisce e ti attira.

Un bello che non fosse vero sarebbe triste; tanto più triste quanto più è bello.

Comunque il bello è lo splendore del vero, il bello è il vero in quanto affascina.

335ss - «Raggio divino al mio pensier apparve/Donna, la tua beltà. Simile effetto/Fan la bellezza e i musicali accordi,/Ch'alto mistero d'ignorati elisi/Paion sovente rivelar» [Leopardi in Aspasia].

La bellezza della donna, la bellezza in genere, ma in particolare la bellezza della poesia, sembrano un raggio di qualcosa d’altro, come lo svelarsi di un paradiso perduto.

Allora l’uomo, «piagato mortal», vagheggia la figlia della sua mente, colpito dalla sensazione che gli suscita la bellezza e la poesia.

336 – E lui identifica questo in quello che gli deve dare la donna, e così diventa ingiusto, perché non può pretendere da essa quello che essa non può dare.

337 – Così l’uomo fa coincidere le sue eccessive attese con una donna che ha davanti,con ciò che ha davanti, mentre ciò che ha davanti rimanda ad altro che egli non sa, ma che attende e non sa neanche di attenderlo.

Nell’inno Alla sua donna Leopardi esplicitamente lo dice: la bellezza del viso muliebre, la bellezza del panorama della natura, la bellezza della musica sono segno di qualcosa d’altro; non nel loro circuito sta la soluzione, non posso chiederla a loro, è a qualcosa d’altro che mi rimandano.

Qualcosa d’altro…Così, parlando una volta,una sera cupa, prodromo della passione, disse: «Io sono la via la verità e la vita» [Gv 14,6]: io sono la bellezza, io sono la verità, io sono ciò che cerchi, io sono ciò che il tuo cuore cerca.

La speranza, perciò, che Cristo desta ed alimenta, è la speranza umana, cui è sottratta, per grazia, l’illusione che da tutte le cose proviene; non perché siano negative in sé, ma perché la loro positività è rimandare ad altro, altrimenti diventano idolo.

340 – Le creature amate, stimate, che ci attirano, non sono una indicazione di dove sia Cristo – la bellezza del mondo – ma sono luoghi dove Cristo si incarna per toccare te, per richiamare te, per essere servito da te, per essere amato da te, per essere utilizzato per il tuo contributo alla salvezza del mondo. Seguire e guardare.

359 – Io guardo la pianta, il bel cipresso in Toscana, e dico:«Che bellezza sta all’origine delle cose», e non so neanche che cosa voglia dire questa bellezza.

È sicuro che è bellezza, ma infinitamente più grande del concetto, dell’immagine che me ne faccio. C’è un distacco infinito tra il mio dire «È bello» e la bellezza che costituisce ciò di cui dico «È bello».

Se uno percepisce le cose innanzitutto la propria esistenza come qualcosa di dato, che un altro fa per un compimento e un destino di felicità, allora dominano gratitudine, certezza e fiducia.


449 – È bello o no sentir dire: «E nel tramonto fulgido i cuori in Te si immergano» oppure: «Rerum Deus tenax vigor» (Dio, tenace e vibrante consistenza delle cose)?

Altroché se è bello: bello nel senso giusto, giusto nel senso che, ripetuto, questo germe di spiegazione, mi fa diverso da prima.


251 – Uno deve, primo, avere indentificato ciò che è conveniente alla sua vita, ciò che è giusto per la sua vita, ciò che è bene per la sua vita, ciò che è bene per la sua vita.

E, secondo, deve calcolare che, allora, ragionevolmente gli conviene non far certe cose o farne delle altre: gli conviene!

Dove è il bene per l’uomo? Cosa è il bene per l’uomo?

252 – Fissato quale sia il bene per la vita, è conveniente fare quello che questa cosa esige.

Se il bene della vita è avere soldi in banca, come per moltissimi uomini, allora….

Stabilire che cosa è il bene della vita e, allora, quel che sia conveniente per averlo. Dove è la difficoltà qui? Bimba, dove è la difficoltà? La difficoltà è che non interessa a nessuno.

461 – Il bene dell’altro è che l’altro conosca e ami Cristo, il suo destino reale, il bene-bene. Perciò la carità, come gesto umano, non esce dalla grande regola della ragionevolezza.


28ss – Il canto che abbiamo imparato, il Benedictus, dove si trova nella Bibbia? Chi ha inventato questa orazione?

Il padre di Giovanni Battista, dopo che fu liberato dal mutismo che gli era stato comminato come rimprovero per la sua dubbiezza. .

(Oggi) chi afferma il dubbio sembra un saggio, mentre è il più satanico di tutti.


225 – La domanda di una cosa qualsiasi indica sempre il bisogno sentito, approvato, tranquillo o angoscioso, di una cosa; e il bisogno tranquillo o angoscioso di una cosa significa un bisogno profondo, un attaccamento alla sua possibilità, perché dalla possibilità di quella cosa può scaturire l’equilibrio, la pace, la serenità, la comunicabilità, l’abbraccio a tutto fatto da noi stessi.

305 – «L’esigenza di felicità che ha il cuore dell’uomo si realizzerà secondo la forma che il mistero della grande Presenza stabilisce; e questa forma non è nient’altro che la grande Presenza stessa, la forma è Cristo stesso» [Si può vivere così? p.163].

Intervento: «Io sentivo che questa frase io ho bisogno di capirla di più per rinnovare la decisione con cui sto seguendo questa strada».

485 – Qualunque esistente è costruito su bisogni insoddisfatti, ogni giorno ha una trama di bisogni insoddisfatti.

Aiutare l’altro così che il giorno dopo abbia un pò più di soldi di cui ha bisogno, questo è carità; o che sappia meglio il testo di religione o di matematica che deve portare all’esame, questo è carità; e siccome è ammalato ed è lì tutto il giorno da solo, andarlo a trovare, questa è carità.

«È attraverso il bisogno che l’uomo è spinto al suo destino, attraverso il bisogno impara che gli manca qualche cosa. Condividere il bisogno vuol dire sorprendersi presenza amorosa a cui interessa il destino dell’altro come di se stesso.» [Si può vivere così? p. 293].

493 – Ma da che cosa sorgono i canti? Dal bisogno umano: bisogno d’amore, bisogno di giustizia, bisogno di salute, bisogno di bellezza, bisogno di primavera.


479 – Staccarsi da te significa staccarsi dal naso, dagli occhi, dai capelli, dal particolare: è il particolare che tradisce la totalità (idea che il buddhismo sviluppa ad oltranza, fino ad inaridire tutto).


53 – (A Nagoya, nel monastero buddhista) Ho parlato per 57 minuti di ciò che identificava l’esperienza della realtà per il buddhista e per il cristiano, ed ero tutto proteso a dimostrarne l’identità: sotto la diversità dei termini, l’identità del contenuto.

Ma quando, negli ultimi tre minuti, ho detto che questa armonia di cui tutto il reale è fatto, questa corrispondenza ultima di cui tutte le cose sono soggetto e contenuto di destino, è diventato uomo, è nato dal seno di una donna di 15/17 anni, capivo io, nel dire queste parole, l’impossibilità a dirle: era impossibile dirle, e le ho dette!

Mi era impossibile come uomo, ma non mi era impossibile come uomo che ha fatto un certo incontro.

Nessuno mi ha obiettato.


180 – La luce fa vedere fa vedere quello che c’è e non fa vedere quello che non c’è.

Perché quello che non c’è te lo fa vedere una falsa luce: la fantasia o un preconcetto che è sempre possibile modificare, purificare.

Ma il buio ti ingombra di immagini brutte: un mondo visto nella nerezza di una notte oscura, senza stelle né niente, in cui l’uomo va a tastoni – come dice san Paolo per la dimostrazione della esistenza di Dio: che l’uomo va avanti a tastoni -, un mondo concepito come movendosi a tastoni…


ABCDEFG/HILMNOPRSTUV




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