Temi di «Una strana compagnia» (82-86-84) – 2a parte

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ACDF GI LMOPRSTUV


Lettera «V»


Vita

66 – La solidarietà è l’esito, il primo istintivo corollario del fatto che la mia vita vuole Cristo, così come la tua vita – anche quando tu non te ne accorgi – vuole Cristo.

100 – Ora, quello che noi ci aspettiamo dalla Fraternità è che essa crei, educhi, maturi tanta gente che collabori alla diffusione di questa esperienza, vale a dire che educhi il movimento. Perché il movimento non è un edificato dalla organizzazione, ma dalla vita delle persone.

128 – Cristo è il Signore che è diventato il cammino alla verità e alla vita, e la verità e la vita stanno in questo, che siamo “di” Dio come un bambino appena nato, prima ancora di nascere è “di” sua madre, carne e ossa, tutto, tutto!

145-146 – La maggior parte di voi è sempre andata in chiesa, ma questa pertinenza di Dio con la carne e il sangue, con la vita, col mangiare e col bere, questa coincidenza del dio con la propria persona, e di Cristo con la propria vita, dov’è che l’avete trovata? Dove? Comunque ci è stata data questa grazia perché noi la comunichiamo: si chiama testimonianza.

La testimonianza è lo scopo della nostra vita, è l’aspetto supremo della lavoro della vita, ed essa è data fondamentalmente dalla coscienza della appartenenza.

146 – Guardate, amici miei, che nessuno di noi può scappare da questo giudizio sulla sua vita: perché la nostra vita sarà giudicata dall’amore, vale a dire dalla passione della testimonianza a Cristo, e la passione della testimonianza a Cristo è il riverbero della passione dell’appartenenza a Lui, comunque siamo.

278 – È nella fede vissuta come memoria della Tua presenza, come sequela alla compagnia in cui Tu mi hai messo, al pezzo del Tuo corpo che mi hai dato di vivere, l’origine della novità e del miracolo della mia vita.

La vera opera della nostra vita, la vera efficacia della nostra vita, non corrisponde mai al progetto e al programma che ne abbiamo fatto.

Chi, fatto un programma e un progetto, testardamente, cocciutamente porta avanti la sua dedizione a quello, mangia se stesso, distrugge se stesso.

L’esito della nostra vita, il miracolo della nostra vita, l’opera della nostra vita, è talmente fattura di un Altro, è talmente un Altro, è talmente Cristo che la fabbrica, che non corrisponde mai alle previsioni della nostra immaginazione.

298 – Cosa vuol dire che la Fraternità è l’aspetto più maturo del movimento? Vuol dire che oramai bisogna imparare, bisogna che noi impariamo l’esperienza del movimento senza le oscurità e i limiti di quando eravamo più giovani.

È la definitività di una vita, e perciò uno ci è buttato dentro e fa quel che può, però ci è buttato dentro.

consistenza della vita

24 – Se pensiamo che il valore, la consistenza e il valore della nostra vita stanno nella responsabilità di questa vicinanza a Cristo e quindi di questa vicinanza tra uomini, di questa vicinanza tra di noi, dobbiamo allora capire che l’amicizia e la compagnia che intendiamo vivere sono per non permettere che abbiamo a sospendere o a lasciare sospesa la nostra iniziativa in tal senso.

81 – C’è un luogo, uno strumento, in cui questo Cristo vittorioso è riconoscibile, percepito, sperimentato compagnia che dà consistenza alla vita, presenza che è radice continua, fonte inesauribile della speranza: la comunione nostra, la compagnia vocazionale, uomini che insieme sono stati chiamati, non da altro, ma dal Suo Spirito.

217 – Per andar via dalla menzogna, dalla apparenza effimera, in cui crediamo che la consistenza delle cose stia, per andar via da dove non siamo, perché noi non siamo quello che appare, la nostra consistenza, la nostra solidità è in ben altro, è in Colui che ci dà la vita.

essenza della vita

30 – […] alla demoralizzazione che avviene nel diventare grandi, non nel senso banale del termine, ma rispetto a quella familiarità con Dio in cui sta l’essenza della vita dell’uomo, l’essenza della vocazione umana, a questa demoralizzazione la nostra compagnia deve sostituire un aiuto, affinché la nostra vita porti, nel tempo, la speranza, perché la nostra vita sia definita dalla speranza.

133 – Se facessimo crescere in noi questo sentimento che io sono appartenenza a Te, Ti appartengo, che questa è la mia natura e la mia essenza di uomo, la nostra vita respirerebbe.

143-144 – […] è un tipo di essere così nuovo l’uomo che riconosce di appartenere a Dio, che riconosce che il suo io è appartenere a un Altro, cioè che l’essenza della sua vita, la legge della sua vita è l’amare – perché amare è riconoscere che la mia vita sei Tu, cioè la mia vita è affermare Te.

serietà della vita

16-17 – Sono queste le due condizioni del cammino: povertà e fede, serietà della vita e accoglienza piena di gratitudine del “Forte” che c’è tra di noi, del conforto per cui la nostra vita, continuamente cadendo per la sua fragilità, sa stranamente attraversare ora per ora, giorno per giorno, la sua decadenza e paradossalmente attraverso essa maturare.

Che questo grande perdono sia conforto alla serietà della vita di ogni mattina, che la sua grande compagnia sia ciò cui s’appoggia l’azione della giornata.

75-76 – Prendere sul serio la propria vita è una cosa così tremendamente semplice che la buona gente, che non ha molte “fisime”, la buona gente del popolo, ce l’ha più di chi è più “evoluto”.

Insisto, cioè, nel dire che la serietà della vita esige innanzitutto molta semplicità.

76 – La serietà con il vivere, la serietà di fronte alla vita fa venire un grande bisogno di certezza, una certezza che si scopre nella presenza di un Altro, nell’annuncio di Cristo.

Se l’origine della vostra dedizione a quest’opera è un entusiasmo per Cristo, è una certezza della fede.

Perché è questa la speranza che non fa decadere.

La serietà del vivere può diventare una tristezza senza fondo, anzi, non riesco a capire come la serietà del vivere possa non diventare una grande tristezza, eccetto che in una provvisoria presunzione giovanilistica o in presunzione politica, in una presunzione di possesso o di affermazione di sé.

La serietà del vivere è triste.

valore della vita

24 – Se pensiamo che il valore, la consistenza e il valore della nostra vita stanno nella responsabilità di questa vicinanza a Cristo e quindi di questa vicinanza tra uomini, di questa vicinanza tra di noi, dobbiamo allora capire che l’amicizia e la compagnia che intendiamo vivere sono per non permettere che abbiamo a sospendere o a lasciare sospesa la nostra iniziativa in tal senso.

248 – Questo è il valore della vita: che sono fatto di Te, da Te.

257 – Quando mente lo sguardo che dai a tua moglie e a tuo figlio? Quando non lo guardi o non lo guardi secondo quello che veramente è, secondo la sua dignità e il suo valore, che è rapporto con Cristo – rapporto con l’infinito e perciò rapporto con Cristo -, quando non guardi il cuore, quando, guardando la faccia e la persona non arrivi al cuore.

Perché è il cuore di quella donna o di quell’umo il valore, è il suo rapporto con l’infinito quel cuore dove nascono le grandi esigenze del proprio destino.

276-278 – Se il rapporto con Cristo, vale a dire se il nostro atteggiamento verso il destino, se il valore della vita lo concepiamo come risultato di nostre azioni, di nostre opere, di un nostro progetto, allora tutto è vano, tutto è precario e vano, non solo come tempo, ma anche come tempo, vale a dire svanisce come nube del mattino o come la rugiada all’alba, perché innanzitutto dà al nostro destino, all’amore a Cristo, al servire Cristo, la misura del nostro cervello, e la misura di quello di cui abbiamo voglia noi, la misura nostra.

Vocazione

30 – […] alla demoralizzazione che avviene nel diventare grandi, non nel senso banale del termine, ma rispetto a quella familiarità con Dio in cui sta l’essenza della vita dell’uomo, l’essenza della vocazione umana, a questa demoralizzazione la nostra compagnia deve sostituire un aiuto, affinché la nostra vita porti, nel tempo, la speranza, perché la nostra vita sia definita dalla speranza.

206 – Siamo in tempi tristi, è perciò molto importante che la nostra risposta alla Sua presenza sia totale.

[…] Allora l’impegno è parte della vocazione, è la vocazione della nostra vita: è venuto il tempo di fare, o Signore.

266 – L’unità è più grande di qualsiasi pensiero, e l’unità è più grande di qualsiasi generosità, e l’unità è più grande di qualsiasi opera tu metta in piedi! «Vi esorto, io, il prigioniero del Signore, a comportarvi in maniera degna della vocazione che avete ricevuto» – vocazione è che Cristo ti ha detto: «Vieni amico!» -, «con ogni umiltà, mansuetudine, pazienza, sopportandovi a vicenda con amore, cercando di conservare l’unità dello spirito nel vincolo della pace».

302-303 – Questa compagnia influirà anche sulla vocazione di ognuno, la famiglia sarà concepita e vissuta in modo diverso, la dedizione della propria vita come impeto missionario, nel senso stretto della parola, la disponibilità allo spazio del mondo intero troverà più facilità tra di noi, specialmente in un momento come questo dove la nostra esperienza è così richiesta in tutte le parti del mondo.


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Temi degli ESERCIZI – Collana “Cristianesimo alla prova”


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